Che The Nest (Il Nido), per chi l'ha fatto e ci ha investito, rappresenti una sfida e una scommessa su cui si è puntato tanto, è stato evidente anche dalla conferenza stampa, dove erano presenti tutti. C'era, ovviamente, il regista e sceneggiatore Roberto De Feo, alla sua prima prova in un lungometraggio, e c'erano i protagonisti Francesca Cavallin, Maurizio Lombardi, Ginevra Francesconi e Justin Kirovkin. Erano presenti però anche gli altri sceneggiatori, alcuni attori con parti minori all'interno del film, la produzione, la distribuzione, ma anche Paolo Manera, il direttore della Film Commission Torino Piemonte.
Il regista Roberto De Feo
Il primo a prendere la parola è stato Roberto De Feo, la mente che ha partorito questa storia e che l'ha tradotta poi in immagini - ne abbiamo parlato anche nella nostra recensione di The Nest - Il nido. Il regista pugliese ha parlato di The Nest (Il Nido) come il sogno di una vita, specialmente per chi, come lui, aspira da sempre a fare cinema di genere, e per questo riconosce il privilegio di aver potuto contare su una produzione che così decisamente ha puntato su di lui (Colorado Film) e una distribuzione, Vision Distribution, che gli abbia assicurato (e non è un automatico per un certo tipo di film) il passaggio in sala ancor prima dell'inizio delle riprese. "Si tratta di un film atipico - ci tiene a specificare De Feo - non il classico horror che, ormai, si può trovare praticamente ogni giorno al cinema. Insieme agli altri sceneggiatori (Lucio Besana e Margherita Ferri ndr) abbiamo cercato di creare un impianto narrativo inedito, ma soprattutto quello che mi premeva era costruire un film che avesse un impatto visivo che potesse reggere un confronto internazionale, che fosse il meno riconoscibile come film italiano, e non per snobismo, ma perché penso che il primo obiettivo di un regista sia rendere la sua storia il più possibile vicina al pubblico che ama quel tipo di narrazione. Il mio compito, quindi, era dare al pubblico qualcosa che io so che vuole, e spero di esserci riuscito, di aver fatto un film visivamente godibile".
Di questo, se sia "giusto" che un regista dia al pubblico quello di cui pensa che il pubblico abbia bisogno, si potrebbe dibattere a lungo, e le argomentazioni non mancherebbero, da una parte e dall'altra. Certo è che De Feo pare molto sicuro della sua strada, di quello che può dare e di come intende farlo, e non è poco. Per quanto riguarda uno dei grandi protagonisti silenti eppure vivissimi del suo film, Villa dei Laghi, De Feo ha parlato di un vero e proprio colpo di fulmine. "Cercavamo una location che potesse andare bene da ormai un annetto, quando, casualmente, mi sono imbattuto in Villa dei Laghi, attraverso una banale ricerca su Google. All'inizio non volevo crederci, mi sembrava troppo bello per essere vero: era esattamente quello che cercavo, e anche di più. Certo non è stato semplice, perché la Villa era abbandonata da dieci anni, e abbiamo dovuto lavorarci un po', ma poi siamo stati ripagati. Ogni ambiente sembra raccontare una storia diversa. Alla fine delle riprese, ho aspettato che tutti andassero via e sono rimasto solo nel salone, che è una delle parti in cui abbiamo girato più scene; in quel momento mi sono sentito abbracciato dalla casa, come se mi avesse di fatto augurato buona fortuna per il futuro di questo film."
Chi ha puntato su The Nest (Il Nido)
L'amministratore delegato di Colorado Film, Alessandro Usai, che ha prodotto il film, ha spiegato come è nata questa collaborazione e cosa abbia spinto Colorado a credere in un progetto così particolare. "Noi come Colorado - ha dichiarato Usai - abbiamo nel DNA la sperimentazione di genere. Certo, siamo conosciuti per le nostre commedie, che rimangono un marchio di fabbrica, ma con La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi ci siamo resi una voce credibile anche all'interno del cinema di genere, che è una cosa che ci intriga molto portare avanti. Personalmente ho conosciuto Roberto De Feo attraverso il suo cortometraggio Ice Scream, e ho subito pensato di voler lavorare con lui. Cinque anni dopo siamo qui con questo film su cui puntiamo e crediamo molto". E a crederci molto è anche Vision Distribution, che distribuirà il film, e che attraverso il suo direttore operativo Massimiliano Orfei, ha fatto sapere che The Nest sarà distribuito in più di duecento copie in tutta Italia, e che avrà un ruolo di rilievo all'interno del loro listino.
Le parole del cast
L'aspetto su cui più si è soffermata la protagonista del film Francesca Cavallin, che interpreta la madre-generale del bambino paraplegico al quale viene impedito di lasciare la villa, è il rapporto con il regista. Se infatti molto se non tutto del personaggio era presente già nella sceneggiatura, il lavoro che Roberto De Feo ha proposto a Cavallin è stato sui generis e stimolante. "Sapevamo che avremmo avuto poco tempo per girare, quattro settimane, e allora - ha spiegato Cavallin - Roberto mi ha inviato una mail con delle playlist per ogni snodo psicologico del personaggio, e mi ha chiesto di fare altrettanto, di inviare a lui delle musiche che pensavo si adattassero a Elena, che la definissero. Mi ha chiesto poi di portare tutto questo sul set, dove ci sarebbero state delle pause nelle quali avrei potuto ascoltare la musica per entrare in temperatura. Ecco, io non avevo mai lavorato con un regista che affidasse questo genere di discorso alla musica e non alle parole, che si concentrasse principalmente sull'emotività, e devo dire che mi ha conquistata". Per entrare nella parte di questa madre terribile (o forse no?), Cavallin ha anche attinto alle più recondite esperienze personali. "Sono andata a cercare in anfratti molto torbidi della maternità, perché questo è un film con tematiche universali, e una di queste è la maternità, però trattata da un punto di vista meno da copertina. Io sono madre, ed effettivamente quando vedi questa creatura nata dalle tue viscere, capisci che saresti disposta a tutto, anche a uccidere, pur di difenderla da chi te la vuole portare via".
Chi ha un ruolo meno sfumato è Maurizio Lombardi, che interpreta il dottor Christian, una figura cupa e violenta. Lombardi ha definito il suo come un ruolo ideale per chi ama il cinema, perché sono quelle parti che danno "la licenza di uccidere", che ti permettono di fare cose che nella vita reale non si possono fare, anche quando se ne avrebbe la voglia. Per la costruzione del dottor Christian, Lombardi ha aspettato fino all'ultimo per farsi un'idea più precisa persino sul suo stesso personaggio, ha voluto vedere la location, il cast, e capire come muoversi all'interno della villa e come relazionarsi con gli altri, seguendo, ovviamente, le direttive piuttosto precise di De Feo.
Erano alla loro prima vera grande esperienza i due ragazzi di questo film, Ginevra Francesconi e Justin Kirovkin, che hanno un ruolo chiave e che sono i veri motori della narrazione, perché sono gli unici a conoscere un reale mutamento, e a cercare una via di fuga. Entrambi hanno parlato della positività dell'esperienza, di quanto abbiano potuto imparare da un regista così meticoloso e da un cast di professionisti come quello di The Nest (Il Nido).