Dal riempire il pubblico di soddisfazioni a essere considerati un riempitivo, si sa, il passo è breve. Non fa eccezione una delle serie di punta di quest'anno, vero e proprio fiore all'occhiello della giovane piattaforma streaming Disney+. Stiamo parlando della prima serie live action a marchio Star Wars, da poco in tutti i nostri schermi con la sua attesa seconda stagione. Otto puntate a stagione - che per i fan sono sempre troppo poche - ma un enorme dispiegamento di mezzi, tra tecnologie pronte a dare vita a una rivoluzione virtuale e un vero e proprio spettacolo visivo che rende lo schermo televisivo a tratti troppo piccolo. Eppure, giunti al secondo episodio, non sono mancate le critiche a The Mandalorian 2, reo di avere una struttura ormai superata nel campo della serialità contemporanea. Il secondo episodio, al momento in cui scriviamo, disponibile da poche ore, è stato già considerato un episodio che nulla aggiunge all'economia della storia, quella generale. Una presa di posizione abbastanza netta da parte di (alcuni) fan e da (parte) del suo pubblico, che ci spinge ad approfondire la natura stessa della serie. Arrivando a porci una domanda che può diventare anche uno stimolo a vedere l'intera serie: il secondo episodio è davvero un filler?
Che cos'è un filler?
Prima di addentrarci nel caso Mandalorian è bene cercare di capire cosa si intende per filler, un termine che spesso è sulla bocca di tutti e, a volte, parecchio abusato rispetto al suo significato originale. Seguendo la pura e semplice traduzione, un episodio considerato filler è un episodio prodotto e trasmesso con la semplice intenzione di allungare i tempi della storia in attesa di un proseguimento narrativo. Lo si nota particolarmente bene in alcune serie animate giapponesi e ben conosciute da tutti. Accade che tra una saga e l'altra ci siano episodi che fungono da semplici riempitivi (vuoi per scelta, vuoi per necessità). Ed è questo che un episodio filler fa: riempie lo slot della settimana con qualcosa di ininfluente in termini narrativi, da qualsiasi punto di vista, a volte risultando anche incoerente rispetto all'universo narrativo su cui si poggia. Immaginando di togliere completamente l'episodio dalla programmazione, come se non esistesse, non dovremmo notare differenze all'interno dell'economia della storia che ci sta venendo raccontata. Sia chiaro che stiamo parlando di serie a sviluppo orizzontale, ovvero quelle serie televisive in cui ogni episodio prosegue la trama collegandosi direttamente a ciò che l'ha preceduto e lasciando aperte le porte degli sviluppi per l'episodio che seguirà. Inutile considerare filler episodi di serie dalla struttura verticale, ovvero quelle serie di stampo classico in cui ogni settimana si assiste a una storia che inizia e finisce all'interno della stessa puntata. In quest'ultimo caso, stando alla semplice necessità di trama, ogni episodio è un episodio filler. Il che vuol dire che nessuno lo è davvero.
La struttura di The Mandalorian: capitoli e avventure
Oggi, la serialità è cambiata in maniera quasi definitiva rispetto al passato. Le serie verticali non sono poi così presenti e celebri rispetto alle più apprezzate serie orizzontali, ormai considerate il principale modello seriale. Tra questi due estremi, come si pone una serie come The Mandalorian? Qual è la sua struttura? Non è un mistero che la serie targata Star Wars abbia optato per una via di mezzo, tra una dimensione equilibrata tra vecchio e nuovo che si ripercuote in vari elementi. Dal punto di vista narrativo, è un ritorno alle origini nel mondo di Star Wars (e per questo amata praticamente da tutti), ritrova molti degli elementi che accontentano i fan della saga e gioca con loro attraverso easter eggs, riferimenti ai film, luoghi e personaggi conosciuti riuscendo, però, a integrarli all'interno di un mondo "nuovo" e un punto di vista diverso sulle vicende. Dal punto di vista strutturale, invece, la serie è allo stesso tempo orizzontale e verticale: prosegue una trama generale, ma mantenendo sin dalla primissima puntata della prima stagione, una forte autoconclusività delle avventure presenti, puntata dopo puntata. Il primo e più forte indizio su questa struttura ci viene dato proprio nel modo in cui vengono definiti gli episodi. Guardando The Mandalorian stiamo assistendo a una storia continuativa attraverso una divisione in capitoli. Capitoli che sono chiusi in sé stessi, proprio come i libri di avventure per bambini (e, non smetteremo mai di dirlo, Star Wars è un prodotto dedicato soprattutto ai bambini), capaci di avere un inizio e una fine ben precisi alle vicende che via via si susseguono. Non è un caso che ogni episodio abbia come titolo un soggetto ben preciso (Il Mandaloriano, Il Bambino, Il rifugio, Lo sceriffo, e così via). Tra l'altro la numerazione dei capitoli non rispetta la divisione in stagioni sottolineando come la storia stia proseguendo verso un'unica direzione. Il primo episodio della seconda stagione è, infatti, il Capitolo Nove, diretta conseguenza, anche numerica, del finale della prima stagione. Basterebbe questo per evidenziare come sia, anche a livello di scrittura e struttura, difficile e complesso riuscire a considerare episodi continuativi, che si legano l'uno all'altro, come filler, ma è giusto scendere in profondità e capire perché questo Capitolo Dieci stia in realtà portando avanti la storia principale.
Gli sviluppi narrativi del Capitolo Dieci
A riassumere la trama di questo secondo episodio della seconda stagione si farebbe presto. Per proseguire nella sua avventura, il nostro Mandaloriano deve trasportare un passeggero rischiando la vita in un pianeta di ghiaccio. Fortunatamente, i nostri eroi riescono, con qualche difficoltà, a ripartire per il viaggio. Certo, ciò che accade in gran parte della puntata è l'ennesima avventura autoconclusiva (ma ne avevamo già viste nel corso degli episodi precedenti, come gli episodi centrali della prima stagione), ma sarebbe sbagliato considerare questo bellissimo episodio come un riempitivo ininfluente. Come accadeva nel secondo episodio della prima stagione, basato molto di più sull'azione, in questo Capitolo Dieci, si ha la possibilità di approfondire e sviluppare certi temi e certi caratteri dei personaggi principali. Si mette in evidenza il legame veramente affettuoso che si è venuto a creare tra il Mandaloriano e il Bambino e proprio quest'ultimo ha la possibilità di spiccare come raramente è successo in precedenza. La figura del nostro tanto amato "Baby Yoda", oltre a rimanere la mascotte ufficiale della serie, in questo episodio acquista una sfumatura non troppo piacevole. L'avevamo già visto, il nostro piccolo amico, capace di agire impulsivamente in maniera anche parecchio pericolosa (ricordiamo quando era tentato di uccidere Cara Dune?), ma mai, in soli quaranta minuti, ci aveva in qualche modo "disturbato" con le sue azioni. Sì, perché se la prima volta in cui il Bambino si mangia un uovo di nascosto ci stimola sinceramente alla risata, è anche vero che con il passare della puntata il divertimento si trasforma in inquietudine. Sarebbe troppo semplice tacciare il tutto relegando il comportamento del piccolo a sana innocenza (c'è un'inquadratura precisa che fa pensare a un'azione consapevole): silenziosamente questo nuovo capitolo di The Mandalorian sembra preparare il terreno a una nuova sfumatura e un nuovo sviluppo narrativo che potrebbe deludere e spaventare gran parte del pubblico.
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In attesa del grande mosaico
Appare quindi scorretto vedere questo nuovo episodio come una semplice perdita di tempo. Fermo restando che anche solo il semplice divertimento durante la visione è una giustificazione più che corretta per non considerare questi 40 minuti come un filler ininfluente, l'episodio ha dato modo di approfondire meglio alcuni legami tra i personaggi principali e cambiare, seppur di poco, le carte in tavola (ora bisognerà trovare il modo di riparare la nave su cui viaggiano e questo rallenterà ulteriormente la missione principale). La struttura stessa della serie si basa proprio sulla creazione di varie avventure a prima vista estemporanee che, però, si risolvono in un mosaico molto più ampio. Certo, è un modello di "fare televisione" un po' antiquato e non più comune, forse inadatto alla fruizione delle opere seriali di oggi (inoltre, il tutto potrebbe risultare peggiore proprio per la rara attesa di una settimana tra un episodio e l'altro). Ma non è proprio la mancanza di approfondimento e del giusto ritmo del racconto una delle critiche principali rivolte alla stagione finale di un'altra serie di successo come Il trono di spade? Questo Capitolo Dieci di The Mandalorian non si discosta dal resto dei nove episodi che l'hanno preceduto, ne prosegue correttamente la narrazione; rinuncia a colpi di scena clamorosi come quello dell'episodio precedente, ma si inserisce perfettamente nell'economia del racconto regalandoci intrattenimento, sviluppi e forti emozioni. Come abbiamo già detto nella nostra recensione di questo secondo episodio, le possibilità di raccontare infinite storie in questa galassia lontana lontana sono il pregio maggiore di una serie che è nata per inserirsi nella contemporaneità attraverso un equilibrio bilanciatissimo di vecchio e nuovo. La stessa possibilità di avere molte storie dovrebbe essere un piacere (e dopo più di quarant'anni, nove film, due spin-off e altri numerosi prodotti collaterali dovremmo averlo imparato). Lo stesso piacere del rilassarsi, settimana dopo settimana, e godersi questi brevi capitoli, un poco alla volta, tornando ad apprezzare la calma e il semplice divertimento, anche fosse chiuso in sé stesso.