Se ci accingiamo a scrivere la nostra recensione del secondo episodio di The Mandalorian 2 (2x02) lo facciamo perché sentiamo la necessità di mettere ordine ai nostri entusiasti pensieri che, dalla fine della puntata, come uno sciame di ragni, si muovono velocemente nella nostra mente. Solo una settimana fa terminavamo la visione del primo spettacolare episodio della serie Disney+ pienamente soddisfatti, ma consci di avere dalla nostra una certa dose di attesa ed entusiasmo che solo i grandi ritorni possono stimolare. Era la prima puntata e sapevamo che sarebbe stato, nel suo piccolo, un evento. Quello che non potevamo sapere, invece, era di trovarci di fronte a un secondo episodio che, se da una parte conferma il cuore pulsante della prima serie in live action ambientata nel mondo di Star Wars, dall'altra attinge a piene mani dai generi, dando vita a un'avventura "da paura" che diverte ed emoziona. E se, bene o male, il canovaccio canonico viene rispettato, è anche vero che, arrivati al decimo capitolo di un prodotto che si pone a metà strada tra il classicismo per i vecchi fan della saga e la freschezza per i neofiti, The Mandalorian non smette di stupire, alzando ancora di più l'asticella qualitativa (con un impianto visivo che rende lo schermo televisivo troppo contenuto) e regalando, nel corso dei suoi quaranta minuti, un'ondata di emozioni.
La cosa da un altro mondo
Non vogliamo addentrarci troppo nella trama di questo secondo episodio di The Mandalorian 2, scritto da Jon Favreau e diretto da Peyton Reed, noto al grande pubblico per essere il regista dei due Ant-Man. Vi basti sapere che l'episodio 2x02 comincia esattamente dalla fine del precedente, quando il nostro Mandaloriano ha recuperato l'armatura dallo sceriffo Cobb Vanth appartenuta, ormai possiamo dirlo, a Boba Fett, dopo aver sconfitto un enorme drago krayt. Un evento inaspettato lo costringerà a rimettersi in viaggio portando con sé un passeggero (questo il titolo dell'episodio) che ha con sé un particolare bagaglio. Ovviamente, il viaggio incontrerà vari ostacoli bloccando pilota, passeggero e il - in questo episodio protagonista assoluto - nostro Bambino "Baby Yoda" in un pianeta di ghiaccio. Come potremmo facilmente immaginare, i tre personaggi saranno costretti a compiere l'impossibile per riuscire a sopravvivere. E non usiamo questa parola a caso, perché mai finora Star Wars, in un suo prodotto audiovisivo, si era basato così tanto su modelli di film per adulti. Questo secondo episodio è in gran parte un horror e lo fa rispettando tutti gli elementi di quella tipologia di racconti: dal ritmo equilibrato per mantenere una tensione costante fino all'esplosione finale, per gran parte dell'episodio si percepisce visceralmente un senso di pericolo e di fragilità. E con un'ambientazione del genere non ci può che tornare in mente il classico di Howard Hawks, poi conosciuto dagli appassionati per il remake di John Carpenter. Anche se, per ovvi motivi, non si raggiungono livelli di violenza esplicita e il tutto rimane a misura di bambino (il vero pubblico a cui è destinato Star Wars), questo Capitolo 10 tuttavia non si tira indietro, intende davvero spaventare e far provare ansia, trattando il suo pubblico in maniera matura.
The Mandalorian 2, la recensione del primo episodio: ecco il vero cuore di Star Wars
Tra spettacolo e dramma
Come con il precedente, questo episodio porta con sé il vero cuore di Star Wars, seppur per motivi diversi. Sappiamo che la saga creata da George Lucas è sempre stata un miscuglio di passioni, generi e tipologie di storie che piacevano al suo creatore. Da Kurosawa a Flash Gordon, dal western classico alle semplici avventure per ragazzi, con un pizzico di mitologia ed epica: Star Wars è un enorme contenitore di storie e generi. Le possibilità, insomma, di usare l'enorme galassia lontana, lontana per mettere in scena storie diverse sono praticamente infinite. Se per gran parte dell'episodio, come abbiamo già detto, è l'horror questa volta che ha la predominanza (quando nell'episodio precedente era di gran lunga il western), questo Il passeggero porta con sé tutto lo spettro delle emozioni che lo rendono completamente starwarsiano. In poco meno di 40 minuti troviamo la paura, il divertimento (è inutile: anche se certi comportamenti ci spaventano non possiamo fare a meno di amare quel piccolo esserino verde), lo spettacolo incredibile che ci aspettiamo da un prodotto targato Star Wars e, inaspettatamente, anche una buona dose di dramma. Sempre relegato a una dimensione più epica fatta di tradimenti e fallimenti com'è nella tradizione (il passaggio di Anakin Skywalker al Lato Oscuro, la morte di certi personaggi principali, giusto per fare un paio di esempi), il lato drammatico acquista, in maniera piuttosto inaspettata, un ruolo predominante in questo episodio. Al di là dell'avventura c'è un sottile velo tragico in cui c'è in gioco la sopravvivenza di una specie, il dolore di una madre, la speranza intima di potercela fare. Per questo motivo alcuni momenti che normalmente sarebbero considerati comici - e in un certo senso lo sono anche qui - acquistano una strana e destabilizzante sfumatura. Un gioco di emozioni perfettamente calibrato.
Viva l'avventura!
È una serie che si pone tra il vecchio e il nuovo: per il pubblico, per la tecnologia usata (anche in questo caso è bellissimo vedere come si sposano perfettamente le tecniche più artigianali con quelle digitali), per lo stile del racconto e la sua struttura narrativa. Ogni puntata è un piccolo film autoconclusivo che si inserisce in un mosaico più ampio immerso in una continuity. Allo stesso modo, se è vero che si potrebbe tacciare questo nuovo episodio di The Mandalorian come "il solito vecchio Star Wars", portandoci ancora una volta in ambientazioni generiche che ben conosciamo e che si sono viste in gran quantità all'interno della saga, è anche vero che si ha un'ennesima conferma. Non importa se un pianeta di ghiaccio sa di "già visto" o se la struttura episodica ripercorre canoni ben consolidati: conta la maniera in cui si racconta la vicenda, mettendo in scena tutte le qualità migliori di gran narratori. Perché, alla fine dei conti, Star Wars (e The Mandalorian di conseguenza) è proprio questo: il piacere del racconto adatto a tutti, capace di spaventare, di esaltare, di far ridere affrontando comunque un dramma esistenziale. Che il tutto avvenga anche attraverso pupazzi animati o caschi che coprono i volti degli attori non lasciando spazio all'espressività dello sguardo, è un vero e proprio miracolo. Certi modelli consolidati non inficiano il divertimento, perché, nuova o vecchia, abbiamo sempre bisogno di avventura.
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Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione del secondo episodio di The Mandalorian 2 ancora una volta sorpresi ed esaltati dalla qualità della serie live action targata Star Wars di Disney+. La struttura verticale degli episodi e un certo canovaccio narrativo consolidato, oltre a un ritorno delle ambientazioni classiche della saga, non rovinano l’incredibile dose di intrattenimento che questo Capitolo 10 sa regalare. Capace di appassionare bambini e adulti (i primi trattandoli come i secondi), questo secondo episodio è l’ideale compendio della premiere. Caldo o freddo, western o horror, epica o dramma intimo: The Mandalorian è la conferma del nostro bisogno di storie. La definizione ideale di intrattenimento.
Perché ci piace
- La storia gioca col genere horror in maniera atipica e coinvolge per tutta la durata.
- In soli 40 minuti, l’episodio sa giocare con l’intero spettro delle emozioni.
- La serie conferma l’assoluta qualità produttiva mettendo in scena momenti spettacolari da grande schermo.
Cosa non va
- Il modello narrativo potrebbe far storcere il naso a chi si aspetta qualcosa di diverso.