Da qualche anno i festival del cinema scommettono sulle serie. Cannes e Venezia hanno creato eventi intorno al lancio di show attesissimi come The Young Pope e il revival di Twin Peaks, ma è Berlino il primo ad aver creato una sezione dedicata al mondo della tv. Quest'anno è Amazon a farla da padrone e il titolo più interessante, in arrivo in Italia su Amazon Prime a partire dal 9 marzo, è la serie a sfondo politico The Looming Tower.
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Basata sul libro del Premio Pulitzer Lawrence Wright, The Looming Tower: Al-Qaeda and the Road to 9/11, la serie ricostruisce gli eventi che hanno preceduto l'11 settembre 2011 gettando uno sguardo approfondito su Al-Quaeda e sulle organizzazioni terroristiche islamiche. Focus dello show è, però, il conflitto interno tra CIA ed FBI, incapaci di collaborare proficuamente nella lotta al terrorismo. La serie, basata su fatti rigorosamente reali, punta il dito contro i due enti governativi e sulla loro tendenza alla menzogna e al depistaggio pur di celare informazioni vitali al rivale e prendersi i meriti dei successi.
Tra i produttori esecutivi di The Looming Tower, oltre a Lawrence Wright, figurano Dan Futterman, anche showrunner, e Alex Gibney, che ha diretto il primo episodio. Insieme a Dan Futterman sono ospiti della Berlinale i tre protagonisti dello show: Peter Sarsgaard, che interpreta il gelido e testardo Martin Schmidt, Tahar Rahim, qui nei panni di un giovane agente dell'FBI di origine libanese, testa d'ariete del Bureau nel mondo islamico, e Jeff Daniels, mattatore nei panni dell'ambiguo capo dell'FBI John O'Neill, dotato di grande intuito, ma costretto a lottare per convincere i piani alti ad affidargli il controllo delle indagini contro Al-Quaeda.
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FBI vs CIA: la guerra fredda ai piani alti della difesa dell'Occidente
Il libro alla base di The Looming Tower documenta con estrema precisione le varie tappe del cammino che ha condotto all'attentato delle Torri Gemelle e alla diffusione del terrore in ogni parte del mondo. Nel primi episodi dello show l'azione prende il via nel 1998 con gli attentati delle ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam. Nelle immagini d'archivio fa capolino anche Osama Bin Laden, intervistato in esclusiva da ABC News. "Il libro di Wright è lungo centinaia di pagine" spiega lo showrunner Dan Futterman. "Copre svariati eventi. Io e Alex Gibney abbiamo deciso di fare una selezione e ci siamo concentrati sugli eventi del 1997-1998, in particolare sulla storia del capo dell'FBI John O'Neill e dello scontro con il capo della CIA subito dopo le bombe in Africa Orientale". A chi gli chiede perché ha scelto un format televisivo invece di rivolgersi al cinema lui precisa: "Era una storia troppo importante per raccontarla in due ore. Ci serviva più tempo per mostrare tutti gli eventi, perché questo percorso fa parte di una storia più grande".
Peter Sarsgaard conferma la sua immagine di artista impegnato e sensibile alle questioni politiche ammettendo: "Ho letto il libro quando è uscito, nel 2008. Mi sono sempre fatto domande sul nostro governo. Sono cresciuto in una famiglia in cui siamo stati abituati a sviluppare lo spirito critico, a riflettere sulla democrazia. I miei genitori sono del sud, quindi sono sensibili alle questioni legate ai diritti civili, alla razza. Credo che questo atteggiamento sia il più patriottico, sfruttare la libertà che la democrazia ci fornisce per leggere il presente. Così, quando mi hanno proposto il ruolo di Schmidt, ho preso tempo per riflettere. Ci ho messo un po' per capire come entrare in questo mondo e comprendere quest'uomo, sorta di storyteller della CIA che ha in mano il potere di diffondere o meno informazioni vitali". Jeff Daniels sembra particolarmente orgoglioso dell'approccio di Amazon nei confronti di una serie così complessa, che non cerca vie facili per accattivarsi il pubblico: "Amazon incoraggia gli spettatori a cercare la complessità, per me è stata una grande opportunità. Dovevo capire come calarmi nei panni di un personaggio che rischia il fallimento. John O'Neill è qualcuno a cui non abbiamo prestato attenzione. La Casa Bianca lo ha ignorato, ma alla fine le cose che diceva si sono rivelate vere".
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"Abbiamo scelto la tv perché ci servivano più di due ore per mostrare tutti gli eventi. Questo percorso fa parte di una storia più grande"
La complessità dei personaggi
Il membro più giovane del cast di The Looming Tower è il francese Tahar Rahim, lanciato da Il profeta. L'attore, nel ruolo chiave dell'Agente dell'FBI Ali Soufan, ruba la scena ai colleghi fin dai primi episodi in cui ha un ruolo fondamentale nel plot dello show. Dan Futterman ci tiene a precisare: "Quando mi chiedono una definizione della serie rispondo che è Homeland con i mussulmani buoni. Oggi più che mai è importante che uno dei personaggi più positivi dello show sia mussulmano". Tahar Rahim aggiunge: "Spero che il mio personaggio aiuti la gente a capire cosa sia il vero Islam e a comprendere la differenza col terrorismo. Le nuove generazioni hanno bisogno di capire cosa sia successo, io stesso non sapevo quasi niente quando mi hanno offerto la parte. Quando ho parlato con Alex Gibney volevo saperne di più e ho letto la sceneggiatura del primo episodio. Lì ho capito che volevo far parte del progetto a ogni costo".
Se Ali Soufan è il volto giovane, impegnato e pronto al sacrificio del Bureau, nei personaggi di Peter Sarsgaard e Jeff Daniels le ombre sono pari alle luci. "Martin Schmidt è troppo impegnato a pensare alla sicurezza nazionale per rispondere agli altri, salutare quando entrano in una stanza o ridere quando fanno una battuta" spiega un sornione Peter Sarsgaard. "Si sente come se fosse l'unico qualificato per salvare gli altri, è convinto più intelligente del rivale capo dell'FBI. Per me è stato liberatorio interpretare un personaggio convinto di leggere la mente delle persone che sono nella stanza con lui meno bene di quello che, nella sua mente, si trova da qualche parte in Sudan". "Per me vale tutto quello che ha detto Peter" esclama scherzosamente Jeff Daniels. "Martin e John non si piacciono, ma questo è secondario visto che entrambi provano a fare il loro dovere, ognuno a modo suo. È stato divertente entrare nella stanza e sputare insulti contro Peter mentre lui non reagiva".
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Tra passato e futuro
The Looming Tower si focalizza su uno spaccato storico preciso, ma il mondo da allora è mutato. Il terrorismo ha assunto nuove forme e nuove strategie. Come sottolinea Peter Sarsgaard: "Al-Quaeda si è espansa, ora è più vasta rispetto al pre-11 settembre. Dovrebbe essere stata distrutta e invece la piaga del terrorismo si è allargata ed è cambiata, è diventata una minaccia personale che potrebbe colpire ognuno di noi". L'intento della serie, più attuale che mai, è quello di descrivere le origini del fenomeno cercando di creare una discussione che aiuti i cittadini a sviluppare una coscienza critica. Dan Futterman conferma: "Lavorare su persone realmente esistite è divertente, ma è anche una sfida. Con la serie vogliamo provare a fornire delle risposte. Vogliamo suscitare una discussione, se aiutiamo le persone a pensare o a ricordare per noi è già un successo". Jeff Daniels conclude: "Io sono molto curioso di sapere cosa accadrà alla CIA e all'FBI. Spero che oggi siano in grado di comunicare meglio di prima. Almeno mi piace pensarlo, soprattutto ora".