Sguardo severo che in un attimo può trasformarsi in un ampio sorriso, parlantina calma ma inarrestabile: Christoph Waltz, due premi Oscar e un curriculum da super cattivo in grandi produzioni hollywoodiane, in realtà ha un forte spirito ironico e sarebbe perfetto per una commedia dai tempi comici serrati.
Per il momento però il cinema si ostina a usarlo come cattivo: non fa eccezione The Legend of Tarzan, film diretto da David Yates, nelle sale italiane dal 14 luglio, in cui l'attore austriaco è Léon Rom, capitano belga che ha un conto in sospeso con John Clayton III, Lord Greystoke, alias Tarzan, interpretato da un muscoloso Alexander Skarsgård, che rispolvera la lunga chioma bionda di quando era il vampiro vichingo Eric Northman in True Blood. Ossessionato da soldi, potere e vendetta, Rom attira Tarzan, che è tornato a Londra e sposato Jane, una sempre più affascinante Margot Robbie, in Africa, per attuare un diabolico piano grazie cui potrebbe diventare molto ricco.
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Cattivo è bello
Baffetti a punta, cappello da esploratore e rosario "in seta del ragno del Madagascar" sempre al polso, che usa più come un'arma che non come strumento di preghiera, Waltz è ancora una volta un villain diabolico, che dimostra, come in Bastardi senza gloria e Carnage, gran parte della sua malvagità a tavola, come gli facciamo notare: "È vero, bella osservazione! In realtà non sono un grande fan delle scene a tavola, ma capisco perché siano perfette per mettere in scena dei conflitti. Nella realtà spesso quando la gente si riunisce a tavola per mangiare insieme finisce per far scoppiare dei conflitti. Un esempio sono le cene di Natale: spesso è proprio in quelle situazioni che si dicono le cose più terribili".
Spietato e senza scrupoli, Rom non ha alcun rispetto per la natura, oltre che per gli esseri umani: "Non è una novità" ci ha detto Waltz commentando il suo personaggio: "Anche oggi le persone che non si curano della natura, inquinando gli oceani con la plastica e costruendo oleodotti che attraversano tutta l'Alaska, compiono volontariamente degli assassini perché hanno in testa solo il profitto".
Colto, sensibile ma per nulla disposto ad accettare la stupidità altrui, l'attore ci ha parlato con amarezza di The Worst Marriage in Georgetown, suo esordio alla regia che cerca di realizzare da anni: "Purtroppo è immensamente più difficile di quanto pensassi" ci ha confessato, continuando: "Tutto per colpa della stupidità assoluta e della mancanza di volontà altrui".