The Last of Us 2 è una delle serie più attese dell'anno e, per questa ragione, è naturale tornarne a parlare in maniera approfondita mano a mano che ci avviciniamo alla data di debutto. La produzione supervisionata da Craig Mazin e da Neil Druckmann, co-ideatore dell'ip videoludica nonché Presidente e Direttore Creativo della software house che la produce, Naughty Dog, tornerà il 13 aprile. Come da prassi, trattandosi di una fiction targata HBO, nello stivale sarà disponibile su Sky e in streaming esclusivo su NOW dal giorno successivo, il 14 aprile.

Mazin, Druckmann e il cast di The Last of Us 2, dove ritroveremo volti noti (Pedro Pascal, Bella Ramsey, Gabriel Luna) e nuove facce (Kaitlyn Dever, Isabela Merced, Catherine O'Hara) hanno di fronte settimane sicuramente molto intense in quanto ad attività promozionali. Da una lunga intervista a Variety e grazie a ciò che è emerso, abbiamo potuto stilare quest'elenco d'informazioni che bisogna assolutamente sapere in vista della stagione 2.
Un feeling istantaneo
Per lungo tempo a Hollywood si è cercato di portare The Last of Us sul grande schermo, ma Neil Druckmann è sempre stato mediamente contrario all'idea. Le due ore di un film non bastavano a condensare il viaggio del primo videogame. Poi, mentre il capitolo 2 era in lavorazione, è arrivata la conferma che l'IP sarebbe stata adattata per la TV dallo stesso Druckmann insieme a Craig Mazin noto per la Trilogia di Una notte da Leoni, ma anche per l'acclamata serie TV Chernobyl.
Fra i due c'è stato un feeling immediato tanto che il 3 luglio del 2019, praticamente nel corso del primo meeting presso gli uffici di Naughty Dog a Santa Monica, Druckmann ha deciso di mettere nelle mani di Mazin il joypad di una PlayStation e di fargli provare una cosa. Con un anno di anticipo rispetto all'uscita nei negozi, gli fece provare il segretissimo The Last of Us 2. Dopo neanche una settimana, stavano proponendo la prima stagione a HBO e, durante la scrittura della sceneggiatura degli episodi che la componevano, Mazin aveva il privilegio di poter già sapere cosa sarebbe accaduto poi perché stava già giocando al sequel.
Un'impresa titanica
Chi ha giocato a The Last of Us parte 2 sa bene che il videogame propone una serie sostanzialmente infinita di traumi emotivi, plot twist non da poco e un gameplay pieno zeppo di passaggi tesissimi. Unito a un assunto di partenza spiazzante: il rapporto fra Ellie e il suo padre putativo è irreparabilmente (?) incrinato. Scelte di narrazione e di giocabilità che Neil Druckmann ha potuto fare da una posizione "di forza" per così dire: quella garantita dallo straripante successo della prima parte. Con la stagione 2 della serie TV, l'approccio è lo stesso.

Dice Druckmann a Variety che "Spero che non suoni arrogante, ma credo davvero che serva un certo livello di successo per avere la sicurezza di fare quello che stiamo facendo, sia nel gioco che nella serie. Perché sulla carta sembra un rischio enorme. Ma è per questo che amo lavorare con Craig: ragiona come me". Gli fa eco Mazin: "Se c'è una cosa che abbiamo in comune, è che non abbiamo problemi a buttarci a capofitto nelle cose. A volte scommetti tutte le fiches narrative che hai e ti dici: 'Fan°ulo, facciamolo'".
La lavorazione di QUELLA scena
Se avete giocato con The Last of Us parte 2 sapete di cosa stiamo parlando. Se siete all'oscuro godetevi il viaggio e le parole, del tutto prive di spoiler, di una Bella Ramsey incredibilmente dedita al suo personaggio, Ellie. Tutto comincia da un'osservazione di Mazin che, parlando dell'impegno di Ramsey, dice "Ho la sensazione che se Bella si rompesse una gamba a metà giornata, non me lo direbbe fino al giorno dopo. So anche che non c'è niente che potrei scrivere a cui lei risponderebbe, Ho paura di farlo".
Un dipinto parzialmente accurato secondo l'attrice che ammette invece di sentirsi spaventata dalle scene più forti sul fronte emotivo, di finire per essere insoddisfatta della sua performance. Per questo, quando sa di dover affrontare qualcosa del genere, cerca di mantenere leggera ed energica l'atmosfera che precede quel dato momento. Per quella che, a ragion veduta, etichetta come "la scena più oscura di questa stagione", ha ascoltato in loop il classico dei Buckwheat Boyz Peanut Butter Jelly Time. "Ero sdraiata per terra, con gli occhi che bruciavano per le lacrime al mentolo, e continuavo a ripetermi: 'Peanut Butter Jelllll-y,'. Probabilmente capirete quale scena sia quando la vedrete".
Sulla difficoltà di poter puntare sull'effetto sorpresa, per lo meno per quella fetta di pubblico che ha anche giocato col videogame, Mazin ragiona così: "Ci sono elementi dove non possiamo contare sull'effetto sorpresa come ha fatto il gioco. Chi ha giocato al primo capitolo sapeva già che la figlia di Joel sarebbe morta quasi subito nella prima puntata. Non sono rimasti sorpresi. Ma hanno provato comunque la botta emotiva perché è il viaggio che conta".
Eugene
Nel gioco viene solo citato quando Ellie e la sua amica Dina (interpretata nella serie da Isabela Merced) scoprono il suo covo di cannabis abbandonato. Nella serie avrà il volto di Joe Pantoliano (I Goonies, Matrix) e, come nell'episodio di Bill & Frank della prima stagione, sarà una delle maniere in cui la storia del live action si espanderà oltre quella del videogioco.

Per Druckmann possibilità come queste sono entusiasmanti e creativamente stimolanti: "Mi ritrovo a pensare che Eugene è un personaggio che non conosco ancora bene!' La storia che abbiamo raccontato nel gioco era alquanto superficiale. Il modo in cui questo personaggio viene introdotto nella serie tocca davvero il cuore del rapporto tra Joel ed Ellie".
Le controversie
Nella seconda stagione incontreremo un nuovo, importantissimo personaggio, Abby, interpretata da Kaitlyn Dever. Un'attrice che ha una corporatura abbastanza in linea con quella di Bella Ramsey. Nel videogame, Abby è ultra muscolosa.

Data la riduzione significativa della violenza della serie rispetto al gioco, secondo gli showrunner non era più così rilevante che Abby fosse così massiccia. E poi Druckmann sottolinea: "Kaitlyn Dever voleva lavorare con noi; noi volevamo lavorare con lei. Non valeva la pena rifiutare questa opportunità per continuare una ricerca che forse non avrebbe mai portato a trovare qualcuno con la stessa fisicità".
Resistere alle polemiche
Gli showrunner sapevano che le polemiche per il casting di Abby ci sarebbero state a prescindere. Nell'aprile del 2020, come conseguenza di un attacco hacker, trapelarono online moltissimi filmati di The Last of Us parte 2 molti dei quali incentrati proprio sul brutale arco narrativo del nuovo personaggio. Per troll e incel fu come un invito a nozze. Le ultime settimane di sviluppo del titolo uscito a giugno del 2020, hanno visto Druckmann al lavoro anche sullo script della serie in un contesto fatto di antisemitismo, misoginia, omofobia e minacce di morte verso lui e il team Naughty Dog.
Una situazione che Mazin ricorda così: "Sono ancora incredulo all'idea che, in mezzo a tutto quel casino, ci mettevamo su Zoom per parlare di come realizzare la serie TV. Lui era lì che mi diceva 'Ok, sto compartimentalizzando. Tutto quel mondo di odio non esiste, ora lavoriamo alla serie'. Io non sarei nemmeno riuscito ad alzarmi dal letto".
Quanto durerà The Last of Us?
La domanda rimane aperta. Mazin e Druckmann hanno sempre pensato a più stagioni per raccontare tutta la storia della parte II, ma non sanno se, complessivamente, ne serviranno due o tre. Per Mazin diventa qualcosa sempre "più difficile da realizzare, perché ogni episodio diventa enorme. E non ti va di aspettare quattro anni per un finale da 17 episodi, o robe del genere".

Un'incertezza, questa, che aleggia anche intorno alla saga videoludica. Tutti danno per scontato che The Last of Us 3 si farà, magari per la console che andrà a sostituire PlayStation 5. Druckmann è di diverso avviso: "Credo che l'unica cosa che posso dire sia di non scommettere sul fatto che ci sarà altro di _The Last of Us. Potrebbe finire qui"_. Dobbiamo credergli? O forse, semplicemente, non vogliamo credergli?