È curioso: il meglio del cinema di David Fincher ha spesso a che fare con i serial killer. Fin da Seven (1995), il regista ci ha fatto entrare nella mente di sociopatici perfettamente organizzati, sia reali che di finzione. Pensiamo al capolavoro Zodiac (2007), dedicato al vero Killer dello Zodiaco, che ha sparso sangue e terrore nella San Francisco degli anni '60 e '70. O a quello misogino di Millenniun - Uomini che odiano le donne (2011). Nella serie tv Mindhunter (2017-2019) ce ne ha fatti conoscere addirittura un'intera squadra, da Edmund Kemper a Charles Manson. E proprio quando tutto il mondo gli chiede a gran voce da anni una terza stagione - che, purtroppo, pare non arriverà mai -, Fincher si comporta quasi in modo sadico, spostando la propria attenzione su un'altra storia dedicata a un assassino di professione. La recensione di The Killer di David Fincher arriva da Venezia 2023, dove il film è stato presentato in concorso.
Tratto dall'omonimo graphic novel di Matz e Luc Jacamon, The Killer, su Netflix dal 10 novembre, segue le (dis)avventure professionali di un killer senza nome. O meglio, di uno che ne usa molti, ma di cui non sappiamo mai quello vero. Metodico, allenato, concentrato: l'assassino è un vero professionista, che studia i suoi piani nei minimi dettagli, dedicano ogni aspetto della propria vita alla ricerca della perfezione. Non trascura nulla: alimentazione, vestiti, tecnologia. Eppure, durante una missione come tante a Parigi, accade l'impensabile: sbaglia. Proprio lui, che detesta l'improvvisazione, deve cambiare in fretta. Con conseguenze pericolose.
Forse è un argomento da approfondire con il suo analista, ma è innegabile che Fincher abbia una passione per i personaggi che amano il controllo. Chissà se per un transfert con il suo lavoro: in un certo senso anche un regista deve sempre calcolare ogni probabilità, pensare a tutte le conseguenze, agire in fretta in caso di imprevisti. O forse semplicemente questo tipo di storie gli permettono di mettere in scena le situazioni che sa affrontare meglio: tensione, dramma, domande esistenziali. La sua mano è ovviamente determinante, ma questo film non sarebbe lo stesso senza il suo perfetto protagonista: Michael Fassbender.
The Killer: il trailer
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Michael Fassbender è The Killer
Era un po' che non si vedeva sullo schermo Michael Fassbender. L'attore di Hunger e Steve Jobs si è preso una pausa di qualche anno e finalmente torna, proprio alla Mostra del Cinema di Venezia, dove nel 2011 ha vinto la Coppa Volpi al miglior attore protagonista per Shame di Steve McQueen. David Fincher gli ha dato un ruolo perfetto per lui: in apparenza glaciale e senza empatia, questo assassino scopre presto di avere dei sentimenti. Magari non nobili, visto che The Killer diventa presto un film di vendetta, ma quando tutto diventa meno programmato e più confusionario cominciamo a capirlo meglio e - quasi - a metterci nei suoi anonimi panni.
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Uccide per professione, ma nel farlo si interroga sulle leggi non scritte che regolano il mondo. E se il suo lavoro gli ha insegnato che dove ci sono soldi c'è un gruppo di pochi che controlla e opprime i molti, l'imprevedibilità degli esseri umani gli dimostra che far parte dei pochi è difficilissimo. E richiede quasi sempre la negazione di tutto ciò che ci rende esseri umani. L'errore non è ammissibile. Il riposo nemmeno. Gli affetti neanche a parlarne.
Da semplice film di intrattenimento, Fincher mette nel suo The Killer anche diverse riflessioni sul capitalismo e la società contemporanea, in cui tutto è a portata di clic ed essere invisibili è praticamente impossibile. Fassbender è lo strumento perfetto per rappresentare queste contraddizioni: il suo sguardo è spesso glaciale, ma in una attimo si scalda di ogni tipo di emozione. La sua ironia è pungente, così come il suo fisico asciutto e spigoloso.
The Killer: la regia di Fincher è una garanzia
I primi 20 minuti di The Killer sono formidabili. Entriamo letteralmente nella testa del protagonista. Poi, come dicevamo, il film diventa un revenge movie, abbastanza convenzionale. A fare la differenza è, oltre alla bravura del protagonista, la regia di Fincher, che probabilmente saprebbe rendere appassionante anche la stampa di volantini. Oltre all'apertura, l'autore ci regala almeno altre due sequenze memorabili: un combattimento al buio in un appartamento (bellissimo, anche qui niente è lasciato al caso, tutto è calcolato alla perfezione, quasi come fosse un balletto, facendo capire allo spettatore ogni cosa in ogni momento, senza la confusione tipica di chi non sa girare le scene d'azione) e un dialogo con il premio Oscar Tilda Swinton. Inutile dirlo, un valore aggiunto. Come sempre.
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Non ci troviamo di fronte a uno dei film migliori di Fincher, forse nemmeno a un film da concorso in un festival cinematografico, ma The Killer è un'ottima pellicola di genere che intrattiene con stile e tiene incollati alla poltrona. Chissà, magari un giorno potrà esserci un crossover tra il killer di Fassbender e i profiler protagonisti di Mindhunter. E il cerchio sarebbe completo. Sì, lasciateci sognare: la cancellazione della serie è una ferita che non potrà mai essere ricucita. Qualcosa per cui bisognerebbe veramente assoldare qualcuno in grado di convincere Fincher a ripensarci. In attesa di un miracolo, godiamoci questo divertissement di uno dei migliori registi viventi.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di The Killer, il film di David Fincher si ispira all'omonimo graphic novel di Matz: è la storia di un assassino di professione, che ha il volto spigoloso e glaciale di Michael Fassbender, finalmente al ritorno sul grande schermo dopo qualche anno di pausa. Ironico, metodico, implacabile: la preparazione per lui è tutto. Quando però accade l'impensabile, ovvero sbaglia - proprio lui! - deve improvvisare, con conseguenze sanguinose. Un buon film di genere che intrattiene con stile, impreziosito da un'ottima prova di Fassbender e da un cameo del premio Oscar Tilda Swinton.
Perché ci piace
- La regia di David Fincher.
- L'interpretazione di Michael Fassbender, finalmente di ritorno sul grande schermo.
- Il cameo del premio Oscar Tilda Swinton.
- La colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross.
- La sequenza iniziale e una delle migliori scene di combattimento viste negli ultimi anni.
Cosa non va
- Nella parte centrale The Killer diventa un revenge movie abbastanza convenzionale.