The Good Wife: commento all'episodio Hitting the Fan

E alla fine arriva il game changer. La tanto attesa resa dei conti fa tremare le vetrate della Lockhart/Gardner quando Diane fa scoppiare la bomba annunciando a Will l'imminente addio di Alicia. Il risultato è un episodio vibrante, divertente ed emozionante dopo il quale lo show di Michelle e Robert King non sarà più lo stesso.

Il plot

Avvisato da Diane che Alicia sta per lasciare lo studio legale per fondarne uno proprio con Cary Agos e altri associati al quarto anno, Will per prima cosa affronta con durezza la sua ex amante, e le annuncia il suo immediato licenziamento. Lei gli ricorda che è una partner, e licenziarla in tronco non è così semplice: di rimando WIll scende in campo con tutto quello che ha per liberarsi dei disertori e per impedire che essi portino via i clienti più importanti alla Lockart / Gardner. Alicia e Cary cercano di limitare i danni, ma la battaglia per la conquista dei favori di Neil Gross e della Chumhum sarà durissima: Mrs. Florrick, tuttavia, ha un alleato molto potente...

Cosa ci ha convinto di questo episodio "It's time I tried something new." L'attendevamo dalla fine della quarta stagione - ovvero dal momento della decisione di Alicia di affrancarsi dal suo boss ed ex amante Will Gardner - il salutare, intrigante game changer: è arrivato con Hitting the Fan e dire che non ha deluso le aspettative è abbastanza riduttivo, perché quello a cui abbiamo assistito è un episodio fantastico. Lo show non era ancora per nulla stantio, cosa già formidabile considerata la sua longevità, ma le possibilità di creare nuove dinamiche con una situazione più e meno statica iniziavano a ridursi, e i King hanno scelto di rinnovare The Good Wife cambiando drasticamente le carte in tavola. Ora non è più possibile una riconciliazione, Alicia e Carey hanno preso la loro strada e anche Diane lascerà a breve lo studio che ha fondato, sempre che Peter Florrick non le giochi un brutto tiro con la sua nomina a giudice della Corte Suprema dell'Illinois.

Alicia vs. Will. Non li abbiamo mai visti davvero ai ferri corti prima d'ora, ed è un bel vedere, anche perché Josh Charles era stato sottoutilizzato troppo a lungo e ci è mancato; lo script di Michelle King e Robert King esplora il loro rapporto con arguzia e raffinatezza: li vediamo ferirsi e ricomporsi, per poi dare vita a un duello d'ingegni che ci tiene pericolosamente sull'orlo delle nostre poltrone. Alicia tiene testa alla sua furia, dimostrando la strada che ha fatto in questi cinque anni che l'hanno trasformata in una donna forte e indipendente; ma cerca anche di spiegargli che nel suo gesto non c'è nulla di personale; lui risponde alla Clark Gable, "I don't give a damn." E dopo che lei si è concessa un istante di debolezza scoppiando in lacrime in ascensore, i due ingaggiano la loro gara contro il tempo utilizzando gli strumenti che conoscono meglio, quelli legali, senza risparmiarsi nulla. Un momento di "tregua" - quando Will, che ha requisito il cellulare di Alicia, le passa un messaggio di Grace e lei lo ringrazia cordialmente - ci ricorda però il profondo rispetto e la tenerezza che esistono tra questi due personaggi. Un piccolo tocco ad un tempo divertente e toccante.
Peter the Great and Powerful. Verso il personaggio interpretato da Chris Noth siamo inevitabilmente ambivalenti. Una delle cose che ci sono in comune tra The Good Wife e lo storico serial politico e corale di Aaron Sorkin West Wing è la caratterizzazione tendenzialmente positiva di tutti i personaggi: ma non lui, non il cascamorto, fedifrago, bugiardo Peter Florrick. Con tutti i suoi difetti, ama sua moglie e fa ciò che è in suo potere per aiutarla, che non è poco nella sua nuova posizione di Governatore. Sconterà ogni cosa, non c'è dubbio: troppi proclami di integrità e attenzione alle questioni etiche perché non gli si ritorca tutto contro. Ma intanto si gode dieci minuti di paradiso in camera da letto con l'indaffaratissima e luminosa consorte, che adesso accetta con entusiasmo non solo le sue avance, ma anche un aiuto non deontologicamente ineccepibile.
Santa Alicia non abita più qui.

Gli archi di Buckley. La prima mezz'ora di Hitting the Fan è un gioiello di regia, ma a creare il gran ritmo e quella sensazione di lucida urgenza che la caratterizzano contribuisce, accanto al lavoro del timoniere James Whitmore Jr., il mini-score capolavoro di David Buckley, in cui gli archi fanno la parte del leone, inseguono i personaggi da un capo all'altro degli uffici della L/G, accelerano i nostri battiti cardiaci e toccano "corde" delicatamente umane.

Mrs. Florrick Unleashed. "We're coming after you. All your clients. Every single one we worked to make happy while you swept in at the last minute to take credit. We're taking them. And then you know what you'll have? A very nice suite of offices."
Fossimo in Will Gardner e David Lee, noi avremmo fifa.

Cosa non ci è piaciuto

Kalinda la spia. Ci vuole un certo sforzo, ma se proprio dobbiamo trovare qualcosa di cui lamentarci riguardo a Hitting the Fan, possiamo prendercela con la scena in cui Kalinda convince Cary che vuole passare dalla sua parte per ottenere informazioni per Will. Per una volta, la 'poker face' di Archie Panjabi non ci sembra così persuasiva, e ci sentiamo di dire che al posto di Cary non ci saremmo fatti gabbare. Ma Cary, si sa, per Kalinda ha sempre un debole, e lei sa come approfittarne. E, considerando che Miss Sharma sembra albergare del risentimento nei confronti di Alicia, potrebbe anche continuare ad approfittarne.

What's Next?

Difficile dirlo con sicurezza: ed è questo il bello, no? Certamente la conquista di Chumhum rappresenta la possibilità concreta per la neonata Florrick/ Agos di inaugurare la propria attività, ma non sarà facile, anche perché Will non deporrà le armi tanto presto. Inoltre Peter sembra tentato dall'idea di negare a Diane Lockhart il suo posto di giudice della Corte Suprema: una vendetta piuttosto spregevole che rischia solo di procurare al Governor-elect e alla sua Alicia una fenomenale nemica in più.

Movieplayer.it

4.0/5