The Deleted: eros e thriller nella trasgressiva serie TV di Bret Easton Ellis

L'autore di American Psycho debutta dietro la macchina da presa con The Deleted, un progetto seriale suddiviso in otto brevi episodi: la rappresentazione del "paradiso artificiale" di un gruppo di ragazzi e ragazze in fuga da un misterioso istituto di ricerca e sui quali grava una sinistra minaccia.

The Deleted: l'attore Will Peltz in una foto della serie
The Deleted: l'attore Will Peltz in una foto della serie

Il fascino repellente della decadenza: una decadenza di natura morale, discendente in qualche misura dall'edonismo degli anni Ottanta, a cui fanno da contraltare l'esaltazione dell'effimero e l'apologia di quella bellezza che risiede sulla superficie delle cose. Il nucleo della poetica di uno dei più controversi scrittori americani, Bret Easton Ellis, non sembra essere mutato troppo nell'arco di trent'anni di 'scandalosi' successi editoriali (uno su tutti, l'instant cult American Psycho del 1991) e di relative trasposizioni cinematografiche.

A cinquantadue anni, l'ex enfant terrible della letteratura postmoderna non ha perso il suo proverbiale interesse per il perverso connubio fra eros (inteso come una più generale attitudine a perseguire il piacere personale) ed orrore, ma si cimenta al contrario a declinarlo secondo diversi linguaggi. Dunque, dopo la sceneggiatura dell'intrigante e sottovalutato The Canyons di Paul Schrader del 2013, torbida indagine del sottobosco hollywoodiano, Ellis è passato addirittura dietro la macchina da presa per il suo primo progetto da regista: The Deleted, otto episodi di dodici minuti ciascuno (la durata complessiva è quella di un lungometraggio) realizzati per il servizio di streaming Fullscreen.

Nuove psicosi americane

The Deleted: io giovani protagonisti della serie
The Deleted: io giovani protagonisti della serie

È la gioventù, come da sempre nella produzione di Ellis, l'oggetto d'analisi di The Deleted: un manipolo di ragazzi e ragazze fra i venti e i trent'anni, tutti decisamente avvenenti, che tentano di nascondersi da qualcuno o da qualcosa. Fra ville d'acciaio e vetro che si affacciano sull'oceano, il giovane Parker Nolan (Ian Nelson) e la sua 'robotica' accompagnatrice Breeda (Amanda Cerny) tentano di ricostruire le tracce di un piccolo gruppo di persone: Ryder (Nash Grier) e Agatha (Madeline Brewer), una coppia di fidanzati divisi da tensioni e segreti; l'aitante Garrett (Spencer Neville), affetto da un'incontrollabile tendenza all'autolesionismo; il malinconico Logan (Daniel Zovatto), che si stordisce in party selvaggi a base di alcool e droga; e l'omosessuale Mason (Will Peltz), che al termine di un incontro di sesso occasionale avrà una brutta sorpresa. Tutti loro fanno velati riferimenti, non privi di una certa angoscia, a un non precisato istituto dal quale sono da poco fuggiti.

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The Deleted: Nash Grier in una foto della serie
The Deleted: Nash Grier in una foto della serie
The Deleted: una foto della serie
The Deleted: una foto della serie

Tale istituto, sede di un complesso esperimento su 'cavie' umane, costituisce il mistero al cuore del plot di The Deleted, assecondando così la passione del suo autore per le suggestioni da thriller e anche la sua tendenza al gore: dall'immagine di un volatile squartato, in una sequenza dell'episodio pilota, ad altri dettagli pulp nelle puntate successive (inclusa una piscina tinta di rosso), il gusto di Bret Easton Ellis per il macabro si insinua più volte fra le pieghe della narrazione, laddove il candore immacolato di questi corpi lisci e perfetti verrà intaccato dalla violenza cromatica del sangue, in un efferato contrasto. Gli interrogativi a proposito dell'istituto e dei suoi obiettivi saranno svelati gradualmente, ma gli spettatori faranno meglio a livellare le loro attese: si tratta poco più di un MacGuffin hitchcockiano, adoperato da Ellis come un puro pretesto.

Attrazione senza regole

The Deleted: Daniel Zovatto in una foto della serie
The Deleted: Daniel Zovatto in una foto della serie

L'atmosfera straniata e straniante, una macchina da presa in perenne movimento che pedina i personaggi con una freddezza da entomologo, ma con una componente di voyeurismo non trascurabile (ne riparleremo fra un attimo), una fotografia sfrontatamente patinata, musiche ipnotiche che paiono rifarsi a certe soundtrack lynchiane di Angelo Badalamenti: The Deleted si nutre dell'ossessione per la gelida eleganza yuppie (quelle ville immacolate dalle grandi stanze semivuote), per la carnalità sfacciata (i corpi costantemente denudati dei protagonisti), per la pulsione erotica ridotta ad un automatismo privo di sentimento o di autentica passione. Ancora una volta, pertanto, è il vuoto il reale centro propulsore degli universi posticci creati dalla penna di Ellis: un vuoto da riempire con atti (sessuali) di coazione a ripetere, nella consapevolezza di essere condannati ad un perenne fallimento.

The Deleted: uno dei protagonisti in una foto della serie
The Deleted: uno dei protagonisti in una foto della serie
The Deleted: un momento di intimità nella serie
The Deleted: un momento di intimità nella serie

In tale ottica, chi finora ha considerato Ellis un provocatore amante dei bluff difficilmente avrà occasione di ricredersi: The Deleted, a maggior ragione per la durata esigua di ciascun episodio, è un racconto che si ammanta della propria superficialità, della totale assenza di mordente dei suoi antieroi drogati e sessuomani (non aiuta una recitazione tutt'altro che impeccabile) e del carattere smaccatamente pruriginoso delle sequenze erotiche, fra ménage à trois e accenni di orge. E se la struttura da thriller erotico si fa veicolo di una riflessione sulla deriva di un edonismo condotto verso un punto di non ritorno (il fantomatico "livello quattro" che ha scioccato i ragazzi residenti nell'istituto), tale riflessione non tenta nemmeno di scavare più in profondità rispetto al canonico binomio fra sesso e violenza, interrompendosi sul cliffhanger del settimo episodio, Malibu. Un epilogo aperto a cui fa seguito l'antefatto rappresentato nell'ottava puntata, The Interviews, il cui meccanismo ad analessi non presenta alcun valore aggiunto per una serie che, a conti fatti, si limita a crogiolarsi nella propria natura di smaccato guilty pleasure: a tratti conturbante, forse, ma fin troppo compiaciuto della sua sostanziale inconsistenza.

Movieplayer.it

2.5/5