Torniamo a parlare di The Continental, la serie spin-off della saga cinematografica con protagonista Keanue Reeves in occasione del finale, disponibile dal 6 ottobre su Prime Video, perché il capitolo conclusivo dei tre che hanno caratterizzato questo prequel televisivo, in attesa di Ballerina, è forse il più vicino al mondo cinematografico di John Wick e a ciò che lo ha reso un successo di critica e pubblico, nonché già un caposaldo nel cinema di genere. Le tre notti raccontate ovvero le tre puntate pensate come tre film da un'ora e mezza, che quindi si avvicinano più al grande che al piccolo schermo, sono un condensato di azione e personaggi. Forse la prima un po' poca, i secondi un po' troppi, come abbiamo spiegato nella nostra recensione ma questo finale potrebbe mettere d'accordo tutti i fan di John Wick. Vediamo insieme perché nel nostro approfondimento.
Un teatro di dolore
Il titolo dell'episodio finale di The Continental, Theater of Pain, è emblematico e rivelatore proprio della struttura narrativa scelta per quest'epilogo. Il Continental è sempre stato un personaggio che vive e respira nella saga cinematografica e quindi non poteva che avere dedicato uno spin-off. Nella conclusione di questa serie prequel che ha voluto raccontare come Winston Scott ne abbia preso il controllo negli anni '70, l'iconico hotel diventa un "teatro di dolore" e letteralmente un palcoscenico, un ambiente chiuso in cui ambientare tutti gli sviluppi principali e gli epiloghi più attesi. A livello narrativo, c'è un climax che porta alla prima alleanza tra il Winston di Colin Woodell e lo Charon di Ayomide Adegun (che hanno ben raccolto l'eredità di Ian McShane e del compianto Lance Reddick).
Non è solo il piano di vendetta e di presa di possesso dell'hotel ad essere messo in atto da parte di Winston e della sua squadra sgangherata ma molto preparata, ma anche la resa dei conti per gli altri personaggi, come quella tra Yen (Nhung Kate) e Gretel (Marina Mazepa) per vendicare la morte di Frankie, che ha dato il via a tutta la vicenda anche per Winston. C'è anche la resa dei conti tra quest'ultimo e la detective oramai passata dall'altra parte KD (Mishel Prada), a cui era stata uccisa la famiglia in un incendio innescato dal ragazzo insieme a Frankie su commissione del terribile e folle Cormac (Mel Gibson), il proprietario e direttore dell'hotel negli anni '70, non sapendo però che ci fosse qualcuno in casa. Resa dei conti anche tra lo stesso Cormac e Charon, dopo che quest'ultimo ha capito la possessione che l'uomo prova nei suoi confronti e in quelli di tutti i dipendenti come fossero giocattoli e pedine a suo uso e consumo, in seguito alla brutale uccisione del violinista solo perché aveva accennato all'idea di allontanare il concierge dall'hotel.
Un videogioco a livelli
Oltre all'impronta fortemente teatrale, dal punto di vista registico c'è una struttura videoludica, che potrebbe fare felici i fan della saga con Keanu Reeves. Quello messo in piedi dagli autori Greg Coolidge & Kirk Ward & Ken Kristensen, dal regista Albert Hughes (che torna dal primo episodio) e dall'Action Director Larnell Stovall è una sorta di percorso a livelli che sono i piani del Continental. La banda guidata da Winston fa irruzione nell'hotel un piano alla volta per arrivare alla tanto agognata cassaforte e scoprire l'eredità lasciata da Frankie, grazie alla quale potrà tenere in pugno la Gran Tavola (l'associazione criminale formata dai membri delle 12 famiglie più potenti del John Wick-verse). La macchina da presa sale di piano in piano mentre la confusione e i combattimenti aumentano, così come i personaggi in scena - o dovremmo dire sul palco del meta-teatro messo in piedi per questo finale - che si moltiplicano e intersecano tra loro. Un ritmo incalzante e sempre più pregno, proprio come nelle migliori sequenze di John Wick (in particolare quella del quarto capitolo con la visuale dall'alto, molto videoludica).
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Azione iconica
Anche la fotografia e le scenografie ricordano quelle di John Wick: attente ai dettagli, precise e di grande suggestione per lo spettatore, propongono delle sequenze già iconiche e che possono entrare di diritto tra le più appassionanti e avvincenti da vedere per i fan del franchise, che apprezzano soprattutto questo aspetto nel vedere Keanu Reeves menare le mani così bene sul grande schermo. Una è sicuramente quella già citata che coinvolge i vari piani dell'hotel al centro della storia; un'altra è lo scontro finale tra le due donne, la vedova triste e la gemella cattiva, per una sequenza nel cortile esterno che finisce nella piscina, in un'acqua che lava via i peccati e allo stesso tempo riporta al liquido primordiale: li condona e li condanna per sempre in egual misura.
Quella che maggiormente colpisce per originalità e ritmo è sicuramente la scena tutta girata all'interno di una cabina telefonica, quindi uno spazio angusto che coinvolge il personaggio di Lou (Jessica Allain, eccezionale nella sequenza), che si ritrova attaccata di spalle mentre è al telefono ed è costretta a sfruttare lo spazio ristretto e l'unico strumento a disposizione per difendersi. Una scena davvero al cardiopalma e degna dei migliori capitoli di John Wick. The Continental con questo finale che chiude almeno per il momento l'origin story di uno degli hotel più famosi dell'audiovisivo, dà prova insomma di conoscere bene il materiale originario e poterlo omaggiare e celebrare, per venire finalmente incontro ai fan che inizialmente potevano essere un po' scettici.