The Boys 3, recensione del finale di stagione: (Soldier) Boys and Girls

La recensione del finale della terza stagione di The Boys, che si chiude in modo altamente spettacolare e malinconico.

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The Boys 3: Antony Starr nei panni di Patriota

Eccoci al capolinea, almeno per quanto riguarda la terza annata dello show che ha portato i supereroi su Prime Video: con la recensione di The Boys 3x08, il finale di stagione, ci congediamo per diversi mesi da William Butcher, Hughie, Starlight, Homelander e compagnia bella, in attesa di sapere cosa si inventeranno Eric Kripke e gli sceneggiatori per il già annunciato quarto (e potenzialmente ultimo, date le abitudini delle piattaforme streaming) ciclo di episodi. Ciclo che in parte è già prefigurato in questa sede, con elementi che chiudono le principali storyline di quest'anno e al contempo portano avanti discorsi già avviati per rielaborarli in modo sorprendente e promettere scintille per quando i Boys e i Super saranno nuovamente tra noi. E già che ci sono, regalano l'escalation definitiva e irresistibile di quella che è diventata una delle interpretazioni televisive più potenti di questi ultimi mesi.

Padri al confronto

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The Boys 3: una foto di scena

Il settimo episodio di questa stagione di The Boys si chiudeva con la rivelazione che Soldier Boy era stato ibernato perché la Vought aveva già prelevato il suo DNA per generare un sostituto più potente e affidabile, un "figlio": Homelander. La scoperta sconvolge entrambi, e per i Boys si crea un dubbio: il Super di prima generazione sarà ancora in grado di portare a termine l'incarico pattuito? Butcher si ritrova a riflettere su piani alternativi, perché lasciare Homelander in vita metterebbe in pericolo Ryan, mentre il leader dei Sette continua a riflettere sul suo ruolo come simbolo di una nazione, e vari istinti paterni collidono lungo la strada. Starlight, dal canto suo, continua a cercare Queen Maeve, misteriosamente scomparsa (e secondo alcuni uccisa), ma deve fare i conti con la macchina propagandistica della Vought che nega imperterrita la sopravvivenza di Soldier Boy, ufficialmente morto da decenni. Un problema di non poco conto quando il conflitto tra le due fazioni si sposta proprio nell'edificio, tutt'altro che vuoto, della multinazionale...

The Boys 3, recensione del settimo episodio: padri e figli

L'anima nera dell'America

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The Boys: una scena della serie con Karl Urban e Jack Quaid

Non mancano le scazzottate epiche e gli insulti coloriti, ma nel profondo questo è un episodio disperato e malinconico, come lo è stata l'intera terza stagione, anche nei momenti venduti come brillantemente irriverenti (vedi alla voce "Eroegasmo"). La serie si è progressivamente fatta più esplicita nella sua condanna della mentalità corporate dell'America odierna, prendendo i supereroi e mettendoli a nudo come espressione di una certa fantasia di potere di destra, al netto del presunto liberalismo di molti dei personaggi che maggiormente amiamo da decenni (e due anni fa non sono mancate le proteste di sedicenti fan dello show, offesi dalla rivelazione che uno dei loro beniamini, Stormfront, fosse in realtà apertamente nazista). "Posso fare quel cazzo che voglio", diceva Homelander alla fine della seconda stagione dopo che gli era stato negato l'accesso a Ryan, e l'elemento trumpiano del personaggio è emerso con maggiore prepotenza quest'anno, mostrandoci un bambinone viziato e privo di empatia che tratta il mondo intero come il suo personale parco giochi.

The Boys 3 e l'importanza di Herogasm

The Boys 7
The Boys: Antony Starr in una scena della serie

E mentre tutti sono al massimo della forma in quest'ora conclusiva della stagione (con Karl Urban che si muove in direzioni interessanti per il futuro), ancora una volta si riconferma il talento sopraffino di Antony Starr, divenuto il vero volto della serie nei panni dello psicopatico leader dei Sette. Villain e allo stesso tempo protagonista indiscusso di uno show che riesce comunque a mantenere la sua natura corale, l'attore neozelandese è tra le rivelazioni del piccolo schermo recente con la sua performance perfettamente calibrata che mescola fascino, carisma e follia pura. Già nel 2019 giravano i meme su Homelander come versione di Superman che rappresenta la vera America, ma mai come in questi otto episodi, girati dopo l'inizio della pandemia e il tentativo di colpo di stato del 6 gennaio 2021, tale pensiero è stato messo per immagini con tale lucidità e schiettezza, affidato a un interprete dal talento inquietante che è stato agevolato dalla formula settimanale, permettendoci di ammirare e temere il suo lavoro di episodio in episodio. Fino ad arrivare a quella che, per ora, è l'apoteosi, di Starr e dello show. E adesso non resta che aspettare, fiduciosi, il quarto giro...

Conclusioni

Chiudendo la recensione di The Boys 3x08, rimaniamo folgorati dalla furia e dall'energia di un finale di stagione che riconferma la grinta e il talento degli autori e del cast.

Movieplayer.it
5.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • I nodi vengono al pettine in modo esemplare.
  • Le scene d'azione raggiungono nuove vette.
  • Antony Starr si riconferma il volto più magnetico e inquietante dello show.

Cosa non va

  • Quanto manca alla quarta stagione?