Fisico imponente, grande cuore e indole impulsiva: Chuck Wepner, col suo metro e novantasei di altezza per cento chili di peso, è nato per fare il pugile. Originario di Bayonne, nel New Jersey, Wepner ha avuto l'occasione della sua vita il 24 marzo del 1975, quando l'agente di Muhammad Ali, Don King, gli organizzò un incontro con il più grande pugile di sempre per contendersi il titolo dei pesi massimi.
Dato vincente dai bookmaker solo 40 a 1, con Alì che aveva annunciato di mandarlo ko entro il terzo round, Wepner resistette invece a fino al quindicesimo round, riuscendo perfino a mandare al tappeto l'avversario, per poi perdere per ko tecnico a una manciata di secondi dalla fine dell'incontro. Colpito dall'impresa di Wepner, soprannominato "The Bayonne Bleeder" per la sua tendenza a sanguinare una volta ferito, un giovane attore di nome Sylvester Stallone scrisse un personaggio ispirato a lui, Rocky Balboa, divenuto il protagonista di una delle saghe cinematografiche più amate.
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Chuck Wepner, The Bayonne Bleeder
Protagonista e produttore di The Bleeder è Liev Schreiber, che ha fortemente voluto trasformarsi in Chuck Wepner, il "vero Rocky", al punto da farsi dare ottocento pugni veri, almeno stando a quanto dichiarato dal regista Philippe Falardeau, pur di dare un'interpretazione quanto più possibile realistica. Affascinato da questo omone tanto forte quanto sconsiderato, sempre alla ricerca di emozioni forti, date da alcool, donne, incontri assurdi con orsi veri, Schreiber racconta una storia di discesa verso gli inferi in cui l'antieroe che interpreta si riscatta solo grazie all'amore di Linda, barista diversa da tutte le donne incontrate fino a quel momento, sua vera anima gemella, con cui condivide umorismo e gusti cinematografici. A dare volto al grande amore di Wepner è Naomi Watts, moglie di Schreiber nella realtà che per l'occasione si trasforma completamente, con tanto di protesi al seno, parrucca rosso fuoco e giacche leopardate: un look molto diverso da quello dell'elegante musa di David Lynch.
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Un ottimo cast purtroppo diretto in modo anonimo
La curiosa vita del "vero Rocky", che dal film non ricavò mai nulla, facendosi anche sfuggire la possibilità di apparire nel secondo capitolo della saga, è forse ancora più stravagante di quella dell'eroe creato da Stallone, che ha contribuito alla stesura della sceneggiatura in qualità di consulente e nel film è interpretato da Morgan Spector. Schreiber è convincente nel ruolo del pugile avventato desideroso di attenzioni e fama, così come il resto del cast - che comprende anche Elisabeth Moss, la Peggy Olson di Mad Men, nel ruolo di Phyliss, prima moglie di Wepner, e Ron Perlman, l'allenatore del protagonista -, ma The Bleeder è ben lontano dalla potenza di Rocky. Non perché la vera storia di Wepner sia meno efficace di quella romanzata del film di Stall, ma semplicemente perché Falardeau sembra non credere fino in fondo nei suoi personaggi, valorizzandoli poco con scelte registiche ben lontane dalla passione vista in Rocky. In questo modo, nonostante l'alto potenziale della storia e il cast perfetto, The Bleeder finisce per fare la stessa fine del suo protagonista, steso per ko tecnico.
Movieplayer.it
3.0/5