Nel gennaio 1969, quando i Beatles stavano vivendo il crepuscolo della loro esistenza come band, decisero di immortalare le sessioni di registrazione del loro dodicesimo album, Let It Be, con l'aiuto del regista Michael Lindsay-Hogg. Il risultato sono 54 ore di girato che abbracciano un arco di 21 giorni e oltre 100 ore di audio rimaste inedite per anni visto che lo speciale televisivo a cui erano destinate venne cancellato. Cinquant'anni dopo il regista Peter Jackson ha messo le mani su questo incredibile tesoro per farne un film. Ma il materiale era talmente ricco da spingere il regista a optare per una miniserie di oltre otto ore in tre episodi, The Beatles: Get Back, che debutterà in esclusiva su Disney+ il 25, 26 e 27 novembre.
La Apple Corps, compagnia che gestisce il marchio The Beatles, ha avvicinato Peter Jackson nel 2017 proponendogli di creare qualcosa con i materiali inediti di proprietà dello studio. Di fronte a un'offerta per cui molti farebbero carte false, il regista de Il signore degli anelli e Lo Hobbit ha inizialmente tentennato. Ma perché Apple credeva che lui fosse l'uomo giusto per il progetto? "Perché sono un fan dei Beatles. Sono nato nel 1961, quindi c'ero già quando hanno pubblicato i loro album, il primo disco che ho comprato coi miei risparmi è stata una loro compilation" spiega Peter Jackson, in collegamento su Zoom dalla Nuova Zelanda. "Apple voleva affidare questo lavoro a un fan perché la mole di materiali era immensa e per velocizzare il processo avevano bisogno di qualcuno che cogliesse tutti i riferimenti".
I Beatles tra dimensione pubblica e scaramucce private
Con The Beatles: Get Back, Peter Jackson è consapevole di aver portato a termine un'impresa monumentale che farà impazzire i fan della band più celebre di tutti i tempi. "Ci sono così tante storie contenute in questo materiale" spiega. "C'è il lavoro di composizione della band, ci sono i loro percorsi individuali. Una delle storie principali riguarda il tentativo di Michael Lindsay-Hogg di realizzare uno speciale tv poi cancellato. 50 anni dopo ho reso Michael uno dei personaggi della mia docuserie, e poi ci sono le canzoni, l'esecuzione dei brani di Abbey Road e quelli che confluiranno in Let It Be. A un certo punto vediamo John Lennon suonare una versione embrionale di Gimme Some Truth".
The Beatles: Get Back, la recensione: chiedi chi erano i Beatles. Peter Jackson ti risponderà
Come rivelato nella nostra recensione di The Beatles: Get Back, Peter Jackson si è trovato a dover giudicare non solo le riprese di Michael Lindsay-Hogg, ma anche l'operato dei suoi beniamini durante le registrazioni. Il regista mette le mani avanti: "Criticare i Beatles non è nel mio DNA, ma guardando il materiale si nota la scarsa organizzazione. Parte della storia di Get Back era la realizzazione di questo live tv show. L'ultima volta che era accaduto era ancora vivo Brian Epstein che aveva organizzato tutto in dettaglio. Stavolta il compito era toccato a George Martin, ma guardando le riprese sembra tutto piuttosto disorganizzato". Un altro elemento che emerge con chiarezza è il dualismo tra la volontà dei Beatles di essere ripresi e il braccio di ferro con Michael Lindsay-Hogg, che aveva tappezzato lo studio di telecamere e faceva uso perfino di camere e microfoni nascosti: "Michael puntava a registrare materiale puro. Montava la telecamera sul cavalletto e poi usciva, nascondeva microfoni dappertutto per registrare le conversazioni spontanee. John e George erano consapevoli di questa cosa, ci sono momenti in cui li vedi parlottare, ma coprono le voci con la chitarra per non farsi sentire. Con la tecnologia siamo riusciti a rimuovere il suono dello strumento per udire le loro parole. Ma loro volevano essere ripresi, pagavano per fare il film. C'è un solo momento in tutto il girato in cui Paul McCartney chiede che la ripresa a venga interrotta".
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Sorprese e conferme nei materiali inediti
Oltre a essere la più celebre, i Beatles sono anche la band più chiacchierata del pianeta per le vicissitudini sentimentali dei membri, il consumo di droghe e l'influenza di Yoko Ono su John Lennon e sullo scioglimento del gruppo. Storie note ai più, ma c'è qualcosa nel materiale di The Beatles: Get Back che ha sorpreso Peter Jackson? "Nel corso degli anni '60 abbiamo visto i Beatles esibirsi sul palco, li abbiamo visti nelle interviste o alle prese con le conferenze stampa" spiega lui. "Stavolta li vediamo in una dimensione più privata, assistiamo alle loro discussioni, sono alle prese con i loro problemi. Il girato mostra il modo in cui rispondono a una crisi. Da fan ero preparato a essere deluso, ma non è capitato. Oggi penso ai Beatles in modo diverso. Li vedo come persone, credo che sia grandioso poterli conoscere dal punto di vista umano, in fondo erano dei bravi ragazzi".
Vista la presenza di Ringo Starr, Paul McCartney, Olivia Harrison e Yoko Ono in veste di produttori esecutivi di The Beatles: Get Back, viene spontaneo chiedersi se non abbiano influenzato in qualche modo Peter Jackson chiedendogli di mostrare o omettere alcune parti del girato per motivi di opportunità. Ma lui nega e chiarisce: "Quando Michael Lindsay-Hogg ha realizzato un documentario dal materiale girato, i Beatles hanno pubblicamente espresso il loro giudizio negativo. 50 anni dopo non sapevo cosa aspettarmi. Tagliando e rimontando il materiale in un certo modo puoi portare il film nella direzione che vuoi, ma io volevo rivelare al mondo la dimensione più giocosa e intima della band. Ormai si tratta di materiale storico e sapevo che c'è un rigoroso controllo da parte di Apple Corps., ma non ho ricevuto neppure un appunto. Anzi, Paul McCartney ha ammesso che si tratta di un ritratto accurato di com'erano all'epoca". Interpellato sul girato che è stato costretto a lasciare sul pavimento della sala di montaggio, il regista confessa: "Da buon fan, mi piace pensare di non avere tagliato niente di importante, ma tutto ciò che non è incluso nella serie potrebbe tornare a essere riposto in un caveau per altri 50 anni".