The Afterparty, la recensione: la rimpatriata letale su Apple TV+

La recensione dei primi episodi di The Afterparty, serie comica dalle tinte mystery creata da Christopher Miller per Apple TV+.

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The Afterparty: Sam Richardson e Ben Schwartz in una scena del primo episodio

Con la recensione dei primi episodi di The Afterparty, nuova serie comica di Apple TV+ che debutta con tre capitoli insieme per poi passare alla formula settimanale, torniamo nel mondo di Phil Lord e Christopher Miller, cineasti noti per il loro approccio autoironico e metacinematografico, come visto soprattutto nel primo Lego Movie e nei due film tratti da 21 Jump Street (epocale, nel secondo, la scena mid-credits con teaser e poster di vari sequel, uno più assurdo e surreale dell'altro). In questo caso, pur potendo contare sull'amico e sodale in sede di produzione e come sceneggiatore di un episodio, è il solo Miller a firmare lo show come creatore e regista, applicando la sua cifra stilistica alla struttura del giallo a enigma, promettendo diverse variazioni sul tema per le settimane a venire e dando così alla piattaforma di Apple un titolo che ne sfrutta alla perfezione la strategia di distribuzione, perché arrivati alla fine del terzo episodio scatta subito l'ansia del dover aspettare sette giorni per quello successivo.

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The Afterparty: Dave Franco in una scena del primo episodio

The Afterparty è la storia di una rimpatriata fra ex-compagni di liceo (con tanto di risposta americana al Fabris di verdoniana memoria: Walt, che nessuno ricorda perché a scuola non faceva mai nulla di veramente notevole). Dopo l'evento formale c'è un after a casa di Xavier (Dave Franco), cantante di successo, ma la serata prende una brutta piega quando viene rinvenuto il cadavere del divo. Ignorando gli ordini dei suoi superiori, la poliziotta Danner (Tiffany Haddish) finge di essere a capo dell'indagine e fa sì che nessuno lasci la casa. Il suo metodo si basa più sui fattori sociali che sulla raccolta di indizi: le piace parlare separatamente con ciascun indiziato, per ottenere la loro versione dei fatti o, come dice lei, il loro film mentale. Lei è pronta ad ascoltare tutto, armata di popcorn, e ogni episodio cambia genere a seconda dell'interrogato di turno: se il primo è più una commedia romantica, il secondo vira in zona action, e così via fino alla conclusione dello show...

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The Afterparty: Zoë Chao in una scena del secondo episodio

Lo scorso anno Disney+ ha fatto breccia nel cuore del pubblico con Only Murders in the Building, la cui efficacia stava nell'essere al contempo un'ottima messa alla berlina del giallo e un buon esempio dello stesso, e l'approccio di Miller è sostanzialmente lo stesso, almeno sulla base degli episodi visti finora: la risata ha la precedenza in termini tonali, ma il mistero è coinvolgente e trattato con il giusto rispetto, senza scivolare nello sfottò puro. Anche la scelta delle diverse tipologie cinematografiche da scimmiottare di puntata in puntata è pertinente nel contesto del genere poliziesco, con una rilettura più apertamente ironica della figura del narratore inaffidabile. Ognuno è protagonista del proprio racconto, e allo stesso tempo parte integrante di un meccanismo corale che non ha nulla da invidiare ai classici di Agatha Christie, seppure declinato in chiave più apertamente umoristica.

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The Afterparty: una scena della serie

Sono tutto sommato - e sulla carta, non avendo visto i cinque episodi rimanenti - otto piccoli film con un'identità visiva distinta; eppure, anche perfettamente integrati nella struttura unitaria della serie, con il valore aggiunto di un cast capace di funzionare collettivamente e poi, a seconda delle esigenze del singolo episodio, dominare una storyline specifica. Particolarmente esilarante è Ike Barinholtz, protagonista del secondo capitolo e in grado di unire alla perfezione un'aura minacciosa e un contesto più scatologico (da antologia il suo "duello" con Franco nel bagno), incarnando le due anime dello show, sincero e folle insieme, all'insegna dell'amore per il mistero e della volontà di smontarlo ironicamente ma con criterio. Criterio che fa sì che questo nuovo appuntamento settimanale a base di intrighi e grasse risate sia l'ennesimo valido motivo per seguire il percorso della Apple nell'ambito dello streaming.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione dei primi episodi di The Afterparty, sottolineando come la nuova strepitosa creazione di Christopher Miller arrivi ad arricchire il catalogo di Apple TV+ con un mistero ad alto tasso umoristico e cinefilo.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • I protagonisti funzionano perfettamente in gruppo e da soli.
  • L'equilibrio fra mistero serio e commedia è gestito alla perfezione.
  • Ogni episodio ha una sua identità distinta.

Cosa non va

  • Metterà a dura prova chi vuole avere tutti gli episodi subito.