Takeshi Kitano: la sorpresa di Venezia

Takeshi Kitano approda al Lido col suo film sorpresa tra gli applausi degli addetti ai lavori e l'accoglienza entusiasta di Marco Muller.

Takeshi Kitano approda al Lido col suo film sorpresa e un entusiasta Marco Muller lo accoglie con un saluto giapponese e un prezioso vaso realizzato da due maestri vetrai della Scuola del vetro di Murano; il vaso richiama il tema del doppio, motivo conduttore di Takeshis', opera metafilmica che riunisce rimandi costanti a tutte le opere precedenti del regista giapponese, a partire da Brother e Zatoichi.

Cosa ne pensa del fatto di essere in concorso alla mostra del cinema di Venezia come film sorpresa? Takeshi Kitano: In realtà io non sapevo esattamente cosa volesse dire "film sorpresa". Una sorpresa è qualcosa che stupisce chi vi assiste. Sarebbe una sorpresa se al mio posto oggi si presentasse il signor Misumi (il regista Misumi Kenji, n.d.r.). Durante il festival di Cannes stavamo ancora girando e non riuscivamo a rispettare neanche le scadenze per la Biennale, allora l'organizzazione ha deciso di inserire il mio film in concorso con questa formula.

Il suo film presenta un senso dell'humor molto spiccato, anche se è denso di simbolismi. Quale è il significato del soldato americano che appare all'inizio e alla fine del film? E' un richiamo alla situazione politica attuale? Takeshi Kitano: Sicuramente ci sono riferimenti inconsci all'attualità, ma le scene di guerra che ho inserito nel film si riferiscono all'influenza che il cinema americano ha avuto su di me in prima persona, e sul cinema giapponese a partire dal dopoguerra. Penso a registi come Yasujiro Ozu e a tutta la sua generazione.

Takeshis' prende ripetutamente in giro la yakuza, ma poi fa ampio uso di pistole in quasi tutte le scene. Quale è il significato di una presenza così ampia? Takeshi Kitano: La yakuza è una cosa molto paurosa, proprio per questo prendersi gioco di questa realtà risulta particolarmente divertente, come stuzzicare un leone con un bastone. Si ottiene un notevole effetto comico proprio per contrasto. Per quanto riguarda l'uso delle pistole le uso per concludere rapidamente una scena e creare movimento nel film. A differenza delle spade, che causano una morte lenta e dolorosa, le pistole risolvono immediatamente una situazione.

In Takeshis's, nonostante la comicità, si legge tra le righe un'amarezza di fondo. Come mai? Takeshi Kitano: Mi dispiace che il pubblico percepisca amarezza, effettivamente nel mio film sono presenti sentimenti alterni, ho voluto dare una scossa mentale a chi vede il film, ma non voglio che cerchiate di trovare un significato profondo per ogni cosa. In fondo è solo un film.

In Giappone ha trovato qualcuno che le somiglia molto, come accade nel corso del film al protagonista? E ha mai incontrato fan folli che la inseguono sempre? Takeshi Kitano: Fate attenzione, Beat Takeshi non sono realmente io, non interpreto me stesso, è solo un personaggio, perciò non ci sono eccessi di autobiografismo. Per quanto riguarda i miei fan, ne ho molti, ma nessuno mi ha mai perseguitato. In fin dei conti sono un uomo sposato, ho dei figli. L'unica a controllare dove sono è mia moglie.

C'è qualche rapporto tra il suo film e il cinema di Fellini? Takeshi Kitano: Federico Fellini è uno dei miei registi preferiti, però non ho mai capito bene i suoi film fino in fondo. Insieme a Jean-Luc Godard e Misumi, Fellini è uno dei registi che ami, ma che non comprendi. Ne percepisco soprattutto la bellezza, ma forse il mio cervello si limita a questo.

Quale sarà il suo prossimo film? Takeshi Kitano: Non so ancora. Ogni film è una sfida diversa. Sicuramente so che sarà una commedia e che cambierò tema. Forse parlerò della pace, o forse della bellezza delle donne, anche se non sono bravo a scrivere film sulle donne.