Secondo il box office, I Fantastici 4: Gli Inizi sta andando bene ma non benissimo, meno di quanto si aspettassero i Marvel Studios nonostante la campagna pubblicitaria intensa - e anche piuttosto originale - e i nomi coinvolti, che includono l'ormai onnipresente idolo delle folle Pedro Pascal. Va detto che i Fantastici Quattro non sono mai andati veramente bene neanche a fumetti: negli anni Marvel ha pubblicato le loro avventure a singhiozzi, rilanciandoli ripetutamente. Forse non sono mai stati supereroi veramente commerciali, pensati da Stan Lee e Jack Kirby per un pubblico - quello degli anni 60 - profondamente diverso da quello di oggi.

Superman sta andando meglio ma... beh, è Superman, un eroe che non ha bisogno di presentazioni, forse IL supereroe per eccellenza. E lo ha diretto James Gunn, che dopo i suoi Guardiani della Galassia e (soprattutto) la debacle con Disney, è diventato tipo il nuovo messia dei cinecomics, sebbene li faccia un po' tutti con lo stampino. Ha un registro linguistico tutto suo, Gunn, che fa presa sul pubblico più smaliziato, praticamente agli antipodi rispetto al tono solenne, quasi biblico, di Zack Snyder, reo secondo molti di non aver mai carpito la vera essenza di Superman e aver affondato il vecchio universo cinematografico DC sul nascere.
Dunque I Fantastici 4 e Superman sono i due grandi rivali dell'anno. Ma c'è di più: rappresentano anche i rilanci di due universi in crisi, ripartenze su cui scommettere il futuro e consegnare agli spettatori una nuova era di cinecomic. Gemelli diversi... o più simili di quanto appaiano?
Diversi nel look

Partiamo dall'ovvio: Superman porta sulle spalle un peso enorme. James Gunn è stato incaricato di rilanciare l'universo cinematografico DC cominciato nel 2013 da Zack Snyder con Man of Steel. Senza una visione d'insieme, con una banda di registi praticamente allo sbaraglio, e una sequela di problemi infinita, il DCU precedente è diventato un gigantesco pasticcio nel giro di pochi anni. Si dice che Gunn abbia un piano per i prossimi dieci anni, anche se sembra procedere a piccoli passi, un film alla volta, e ogni nuova uscita potrebbe essere una scommessa. I Fantastici 4: Gli inizi sta nel mezzo. Il Marvel Cinematic Universe è già avviato da tempo, e anche se il film di Matt Shakman è autonomo - essendo ambientato in un universo parallelo - presto le dimensioni si incroceranno in Avengers: Doomsday, chiudendo nella stessa stanza decine e decine di attori appartenenti a film diversi. Il film di Shakman non ha grandi responsabilità, la rotta è già tracciata.

Per assurdo, il cast riflette questa condizione al contrario. Gunn ha assunto attori talentuosi che sono, però, poco famosi, e che se la sono dovuta vedere con colleghi che, nel bene e nel male, si sono imposti per anni in questo immaginario. Per esempio, David Corenswet - praticamente sconosciuto - si è dovuto confrontare con Henry Cavill e con gli altri attori che l'hanno preceduto nei panni di Supes, come Brandon Routh o l'indimenticabile Christopher Reeves. Lo stesso Nicholas Hoult, che sta facendo parlare di sé già da qualche anno, ha dovuto rivaleggiare coi Lex Luthor di Kevin Spacey e Gene Hackman. I Fantastici 4 hanno avuto vita più facile, in questo senso: già famosissimi prima di indossare le tutine bianche e azzurre, contano Pedro Pascal e Vanessa Kirby in prima linea nei panni di Reed Richards e Susan Storm.
I Fantastici 4 vs. Superman

In un certo senso, la differenza principale tra i due film sta proprio in questo dettaglio: mentre Superman è stato preceduto da iterazioni importanti e molto apprezzate, le vecchie pellicole ispirate agli eroi Marvel non sono esattamente memorabili e la pressione è stata sicuramente minore da parte del pubblico. Da questo punto di vista, Superman e I Fantastici 4 offrono esperienze abbastanza diverse.

Il primo è un titolo tutto azione, dall'inizio alla fine, pieno di scene esaltanti in cui si riflette il peculiare timbro registico di James Gunn, tra canzoni e siparietti umoristici. I Fantastici 4 è un film più introspettivo, incentrato soprattutto sui protagonisti, in cui l'azione finisce in secondo piano: le battaglie sono poche ma significative, anche perché i supereroi di questo mondo sono solo i protagonisti, e i loro nemici - tra cui il Fantasma Rosso, interpretato da John Malkovich in una scena tagliata - sono appena nominati nella carrellata del prologo.
In definitiva, non potrebbero essere cinecomic più diversi anche nell'estetica: Superman è ambientato in un'epoca contemporanea super tecnologica, mentre I Fantastici 4 si svolge in un mondo retrofuturistico ispirato agli anni '60 (grazie anche all'esperienza che Shakman ha maturato nei primi episodi della miniserie televisiva WandaVision). Pellicole agli antipodi, quindi? Forse no.
Gemelli nell'anima

Superman comincia in medias res in un mondo che conosce già i supereroi. Clark Kent indossa la calzamaglia rossa e blu già da tre anni; alcuni super tipi hanno messo insieme la Justice Gang sotto il controllo del magnate Maxwell Lord; Lex Luthor ha super scagnozzi come Engineer e i metaumani sono cosa nota, quindi nessuno si stupisce più se un kaiju attacca Metropolis. Anche I Fantastici 4 comincia allo stesso modo, anzi i protagonisti sono eroi venerati che ispirano cartoni animati e giocattoli. Il mondo conosce il pericolo dei sovrumani ma sa anche che ci sono eroi che vegliano sui più deboli. Superman e I Fantastici 4 sono film sulla speranza ispirata, perduta e ritrovata.

Nei due cinecomic i protagonisti percorrono un sentiero molto simile. Superman, inizialmente amato dalle folle, viene rinnegato quando Lex Luthor pubblica l'intero videomessaggio dei suoi genitori Kryptoniani. Ne I Fantastici 4, è Reed Richards a comunicare al mondo che Galactus lo risparmierà in cambio del piccolo Franklin: all'improvviso gli eroi diventano il bersaglio dell'opinione pubblica, disposta sacrificare un neonato per salvarsi la pelle. Entrambi i film sciolgono il nodo con un monologo accalorato. Nel film di Gunn, è Superman ad ammettere le debolezze che lo rendono umano come i terrestri che cerca di proteggere perché lo hanno accolto sul pianeta che è diventato la sua casa. Ne I Fantastici 4, è Susan a esporsi a una folla inferocita che per anni è stata una grande famiglia allargata, ricordando l'importanza della solidarietà e della collaborazione.
Non sembra, ma entrambi i film sono fortemente politici. Superman è evidente; lui è fondamentalmente un immigrato clandestino che ha dedicato la sua vita a proteggere il mondo, mentre le due nazioni in guerra - e la cospirazione dietro le quinte - ricordano facilmente la nostra realtà attuale. Non a caso, il film di Gunn è stato preso di mira da una frangia politica estremista che è corsa a definirlo "woke", come se la compassione e la gentilezza fossero storture da correggere. I Fantastici 4 è più subdolo, in questo senso: gli eroi cercano di risolvere il problema chiedendo aiuto al mondo intero, che mette da parte ogni divergenza per collaborare, sacrificando persino la corrente elettrica e altre risorse fondamentali. Poco importa che alla fine non serva: il film di Shakman auspica un futuro in cui i popoli si sostengano a vicenda per un bene comune superiore.
Dai fumetti ai film, e ritorno

Sotto questo aspetto, i due cinecomic estivi sono rari esempi di fumetti che prendono vita sullo schermo. Siamo saturi di adattamenti che da anni costruiscono universi, narrazioni e personaggi, ma che sono diventati così autoreferenziali da perdere di vista ciò che i fumetti supereroistici raccontano veramente. Soprattutto nelle loro prime, ingenue incarnazioni - di cui Superman e I Fantastici Quattro rappresentano gli archetipi delle due case editrici concorrenti - i fumetti raccontano la speranza. I supereroi con i loro super problemi sono modelli di virtù cui bisognerebbe ambire. In un mondo cupo e violento com'è quello di oggi, serve più che mai difendere i deboli e combattere i prepotenti.

E scegliere da che parte stare. Superman, nel finale, sceglie la sua famiglia, e sceglie i Kent che lo hanno adottato e cresciuto nonostante le sue origini aliene e misteriose. I Fantastici 4 sono supereroi che camminano in mezzo ai normali come fa la Cosa, nonostante il suo aspetto, e che scorgono il bene nel prossimo, come fa Johnny con Silver Surfer - salvando de facto la situazione nel finale - o come fa Susan, che riesce a ispirare la fiducia e l'affetto dell'ex nemico Uomo Talpa, salvando così tutti gli abitanti del pianeta.

Forse sono state solo parentesi e forse già dai prossimi cinecomic - Supergirl e Spider-Man: Brand New Day nell'estate 2026 - torneremo ai combattimenti all'ultimo sangue e all'intrattenimento fine a se stesso - ma per adesso i due universi cinematografici sono entrati in collisione nello spirito e ci hanno ricordato perché, da bambini, alzavamo lo sguardo su quello che era un uccello... anzi, no, era un aereo... anzi, no! Era...