Kara Zor-El viene mandata sulla Terra in seguito alla distruzione di Krypton, allo scopo di proteggere il cugino Kal-El. Rimasta bloccata nella Zona Fantasma per 24 anni, arriva sul nostro pianeta ancora adolescente e al cospetto di un Kal-El già adulto, divenuto Superman. Una decina d'anni dopo, Kara decide di seguire il suo esempio, usando i propri poteri per fare del bene. Scopre così che la sua sorellastra lavora per un'entità governativa che indaga sui fenomeni alieni, e che moltissimi detenuti extraterrestri, imprigionati dalla madre di Kara, vivono tra noi...
Degna del cugino
Non è facile portare un personaggio come Supergirl sullo schermo, piccolo o grande che sia. Innanzitutto vi è l'ostacolo maggiore costituito dal luogo comune che vuole che qualsiasi prodotto audiovisivo supereroistico avente per protagonista una donna sia per forza di qualità discutibile, e qui - va ammesso - la "colpa" è anche della cugina di Superman, visto l'esito disastroso del film Supergirl - La ragazza d'acciaio uscito nel 1984. L'altro inconveniente, per la povera Kara Zor-El, è il suo essere percepita da alcuni come una versione "inferiore" del cugino. Insomma, una bella sfida per quello che, insieme a Gotham, segna il passaggio dei supereroi DC ai network più "prestigiosi", almeno rispetto alla tanto bistrattata CW dove vanno in onda Arrow e The Flash.
Una sfida, dicevamo, che questo nuovo Supergirl riesce ad affrontare e vincere con risultati abbastanza soddisfacenti. Tra i creatori di questa versione televisiva ci sono proprio gli artefici di Arrow e The Flash, ossia Andrew Kreisberg e Greg Berlanti, due persone che la materia di base - ed eventuali aspetti da modificare per l'adattamento - la conoscono bene. Nelle loro mani, le avventure di Kara ritrovano quel misto di spettacolarità e gioia che caratterizzavano le gesta cinematografiche di Superman quando questi aveva il volto di Christopher Reeve. Come in The Flash, c'è una certa spensieratezza al servizio della storia di un eroe - o meglio, un'eroina in questo caso - che vuole essere tale, senza i dubbi esistenziali che hanno segnato le incarnazioni più recenti del cugino di Supergirl (in Smallville e L'uomo d'acciaio). Il quale, per inciso, non apparirà nella serie, e ciò non è un problema; Kara è perfettamente capace di cavarsela da sola (o quasi, poiché un legame con Kal-El si manifesta sotto forma di James Olsen).
Un mondo al femminile
A garantire maggiormente la riuscita di questo primo episodio, oltre alla scrittura e al tocco visivo equilibrato ma spettacolare del regista Glen Winter, è l'interpretazione di Melissa Benoist (Glee, Whiplash), emblema dell'entusiasmo e dell'ottimismo che caratterizzano Supergirl e gli altri membri della sua famiglia. A darle manforte c'è Chyler Leigh (Lexie Grey in Grey's Anatomy) nei panni della sorellastra Alex Danvers, mentre il lato più umoristico della serie è dominato da Calista Flockhart nel ruolo di Cat Grant, l'equivalente giornalistico del personaggio di Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada. Fa abbastanza sorridere - in senso più che positivo - trovare in una parte simile la protagonista di Ally McBeal, la serie che diciotto anni fa raffigurava i problemi professionali delle donne in una realtà lavorativa ancora - all'epoca - piuttosto fallocentrica. Con Benoist e Leigh forma una trinità femminile molto forte, senza però trasformare Supergirl in una serie "solo per donne": divertimento, emozione e spettacolo sono garantiti per tutti.
Dove li ho già visti?
Come da prassi, anche Supergirl contiene dei riferimenti extratestuali per i fan dei fumetti e di trasposizioni precedenti. In questo caso, la familiarità è legata agli interpreti dei genitori adottivi di Kara: Helen Slater fu proprio Supergirl nello sfortunato film del 1984 (e Lara, madre di Kal-El, in Smallville), mentre Dean Cain è stato Superman nella serie Lois & Clark. Fanno invece presagire sviluppi futuri i nomi di due personaggi: Hank Henshaw (David Harewood), capo della DEO (Department of Extra-Normal Operations), nei fumetti divenne Cyborg Superman, uno dei quattro sostituti dell'Uomo d'acciaio dopo la sua morte nel 1993, mentre Winslow Schott Jr. (Jeremy Jordan) è il figlio del temibile Toyman, che apparirà prossimamente con le fattezze di Henry Czerny.
Post-credits
Anche in questa serie, per lo meno nel pilot, abbiamo diritto ad una scena aggiuntiva dopo la conclusione ufficiale dell'episodio. Trattasi dello svelamento dell'identità di colei che possiamo definire il Big Bad della prima stagione: Astra, la zia di Kara, assetata di vendetta e determinata a conquistare la Terra. Se ne farà dunque una questione di famiglia, restando coerenti con una delle tematiche fondamentali del progetto.
Movieplayer.it
3.5/5