Anno 2006, Natale a Miami. L'ultima commedia con protagonista la storica coppia composta da Massimo Boldi e Christian De Sica e la prima che vede Paolo Ruffini entrare nell'universo dei cinepanettoni per diventarne un volto ricorrente. Un film che segna, a suo modo, la fine di un'epoca ed apre alla stagione cinematografica natalizia composta da più titoli, in concorrenza tra di loro, con interpreti gli stessi attori impegnati però in progetti differenti. L'inizio di un mercato sempre più spezzettato e concentrato nell'arco di un mese nel quale doversi ritagliare, a fatica, uno spazio in sala.
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Va da sé che il pubblico, bombardato sì di offerte ma spesso simili tra di loro, scelga un solo titolo da vedere al cinema. Il risultato si traduce in un relativo crollo degli incassi. Così, consci dei costi non più sostenibili e dei ricavi modesti, Aurelio De Laurentiis e Luigi De Laurentiis Jr. hanno deciso di prendersi una pausa dalla classica produzione natalizia, in concomitanza con l'anniversario per i trentacinque anni del primo Vacanze di Natale, distribuendo un film di montaggio che omaggia il genere. Per farlo hanno chiamato Ruffini, l'attore e regista toscano da sempre fan appassionato dei cinepanettoni firmati Filmauro.
"Alboreto is nothing!"
Un progetto accompagnato da polemiche che coinvolgono sia chi quei film li ha girati, affermando di non essere stati avvertiti dai produttori, sia una fetta di pubblico interrogatosi sulla validità di un film composto da sequenze reperibili on line. Ovviamente Ruffini ed il montatore Pietro Morana non si solo limitati ad incollare in successione le sequenze più celebri pescate tra le trentatré pellicole a disposizione. L'antologia, infatti, si muove per blocchi tematici introdotti da citazioni colte prese in prestito da personaggi storici della letteratura, filosofia o scienza mondiali come Sigmund Freud, Aristotele, Immanuel Kant, Albert Einstein o Fëdor Dostoevskji.
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Una scelta supponiamo considerata simpaticamente dissonante dal regista e necessaria, inoltre, per indicare allo spettatore l'inizio di una nuova parentesi narrativa.
Si passa quindi dalle sequenze più fisiche contraddistinte da schiaffi, testate, cadute rovinose a quelle legate all'atteggiamento volgare dei cosiddetti burini arricchiti, passando per i riferimenti alla politica e alla società italiana fino all'immancabile, sebbene contenuta, successione di spezzoni con protagoniste donne bellissime poco vestite.
"Delicatissimo!"
Consapevole di dover abbracciare un pubblico trasversale, Ruffini strizza l'occhio ai social giocando con la grafica di Instagram per passare in sequela le innumerevoli locations che hanno fatto da sfondo ai vari film di Natale, da New York al Sudafrica, per "parlare" alle nuove generazioni. Sebbene Super Vacenze di Natale sia un omaggio alla storia del cinepanettone e non manchino sequenze estrapolate da Un natale stupefacente, Natale col boss, Natale in crociera o Colpi di fulmine, i veri protagonisti restano i film con protagonisti Boldi e De Sica. Questo rende l'omaggio leggermente sbilanciato, anche se sono innumerevoli i volti noti che appaiono sullo schermo.
Su tutti Alberto Sordi, Mario Brega e Riccardo Garrone. Simboli di un cinema altro la cui presenza rappresentava un passaggio di testimone nel racconto del Paese. Già perché i vari Mario Monicelli, Sergio Citti, Ettore Scola, Dino Risi e Luigi Comencini ci hanno fatto ridere e commuovere mentre raccontavano di noi, con pregi e difetti, con spirito critico e spietatamente ironico. Un aspetto che le commedie natalizie hanno inizialmente ereditato, trasfigurandolo ovviamente in uno stile che può divertire/piacere o meno, per poi andando sempre più abbandonandolo anno dopo anno, Natale dopo Natale, fino alla parziale svolta narrativa data dall'arrivo di Volfango De Biasi. La lotta di classe, Craxi, Berlusconi, i coatti con i soldi, la droga, gli yuppies o l'ostentazione del benessere. Gli anni '80 e '90 dell'Italia.
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Spesso si rimprovera ai critici di stroncare questo filone di film a prescindere, per un innato snobismo, senza capirne i rimandi al reale. Un'incomprensione probabilmente destinata a rimanere tale. Il mix assemblato da Ruffini se, da un lato, mostra i punti cardine delle commedie natalizie e farà la gioia degli appassionati del genere, dall'altro, sembra volerci dire che il cinepanettone come l'abbiamo conosciuto non esiste(rà) più. Chissà come reagirà il pubblico in un Natale che vede Massimo Boldi e Christian De Sica separati, rispettivamente in Natale da chef e Poveri ma ricchissimi, riuniti idealmente in Super Vacanze di Natale. Nota piacevole la scelta di brani come Amore disperato di Nada Malanima, Shine on me di Dan Auerbach, Spirit in the sky nella versione dei Doctor and the Medics fino o Moonlight Shadow di Mike Oldfield, sigla iniziale del primo Vacanze di Natale omaggiata in apertura.
Movieplayer.it
2.0/5