Il cinema civile torna a Venezia. La sinergia tra Lucky Red e Netflix porterà Sulla mia pelle, cronaca degli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, nei cinema italiani e in streaming in 190 paesi dal 12 settembre. Nel frattempo il film con Alessandro Borghi ha inaugurato la sezione Orizzonti. Una storia tutta italiana di cronaca nera sarà disponibile per la visione da un pubblico talmente ampio da porsi la domanda: gli spettatori stranieri saranno in grado di cogliere il valore della vicenda narrata? Per il produttore Andrea Occhipinti il problema non sussiste: "La storia è universale, il tema attorno a cui ruota il film è il fatto che un tossicodipendente possa perdere i propri diritti, essere considerato un cittadino di serie B di fronte alla legge, e questo accade in tanti posti del mondo".
A interpretare Stefano Cucchi è un appassionato Alessandro Borghi, chiamato all'ennesima trasformazione fisica. La vicenda di Cucchi, morto nel 2009 mentre si trovava in custodia cautelare a Regina Coeli, ha toccato Borghi tanto da spingerlo a calarsi in un ruolo particolarmente delicato. L'attore ammette di aver sentito "una grande responsabilità per raccontare una storia che andava a toccare una ferita ancora aperta del nostro paese. Seguo questa vicenda da prima di sapere che avrei fatto il film. Ho capito che era un'occasione inestimabile di usare il cinema per raccontare una storia necessaria. A conquistarmi è stata la sceneggiatura seria e corretta, che non strumentalizzava, ma raccontava gli eventi con precisione. La squadra era interessante, il mio amore per Jasmine Trinca è noto da tempo, ciò che è venuto dopo è stato un valore aggiunto. L'altezza di Max Tortora è essenziale, ripropone la proporzione tra Stefano e le persone che lo arrestano , quando ho visto che la mia testa arriva al petto di Max ho pensato 'Perfetto'".
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Misura ed equilibrio nel racconto della cronaca nera
A dirigere Sulla mia pelle è Alessio Cremonini, alla seconda regia dopo Border. Per un film basato su un fatto di cronaca tanto discusso la fedeltà al vero è essenziale. "Abbiano studiato 10.000 pagine di verbali" ammette il regista "Lo abbiamo fatto con grande umilità per capire senza pregiudizi cosa fosse successo a Stefano. In un lavoro come questo sei un cercatore, devi capire lo stato d'animo di una persona in un freddo verbale. Alessandro Borghi è stato magistrale nel far diventare della carta carne". Jasmine Trinca interpreta Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano che ancora oggi lotta per conoscere la realtà dei fatti. L'attrice commenta: "Ilaria Cucchi ha reso pubblico il suo dolore privato, atto di generosità, questo, che doveva ricevere rispetto. Questa è l'unica traccia che ho avuto. Noi conosciamo la tragedia pubblica, ma non conosciamo l'amore nei confronti di un fratello che sbaglia, che inciampa, verso cui la sorella è stata molto dura, severa. Volevamo mostrare quanto amore ci fosse dietro la durezza".
Affrontare un fatto di cronaca così delicato, che mette sotto accusa le forze dell'ordine, ma gli autori non si sono preoccupati delle possibili polemiche suscitate dal film. Garante dell'opera è l'approccio equilibrato caldeggiato dallo stesso Alessio Cremonini: "I film non sono un'aula di giustizia, non giudichiamo, ma raccontiamo. E' giusto che siano i magistrati a dirci cosa sia successo lì dentro, io ho un'opinione, ma il focus del film sono i sette giorni infernali passati da un ragazzo. Più che prudenza direi che abbiamo applicato il rispetto". Alessandro Borghi rincara la dose: "Abbiamo fatto il film senza curaci dell'esterno, vogliamo che aiuti a riflettere, a farsi un'opinione propria. Fare un film cattivo sarebbe servito a poco, avrebbe dato materiale agli haters e non avrebbe trovato distribuzione". Più cauto Andrea Occhipinti: "Qualche preoccupazione c'era perché il caso è ancora aperto, abbiamo trovato una dimensione meravigliosa per raccontare una storia vera, rigorosa, che renda possibile l'uscita. Il punto di vista adottato ci garantisce neutralità".
La trasformazione fisica di Alessandro Borghi
La proiezione ufficiale di Sulla mia pelle è teatro di un emozionante abbraccio tra Alessandro Borghi e Ilaria Cucchi. L'attore racconta la full immersion che gli ha permesso di trasformarsi fisicamente in Cucchi, perito a casa delle percosse ricevute durante la detenzione. Perdere così tanto peso in poco tempo non è stata certo una passeggiata, spiega Borghi e scherza: "Dopo vi lascio il numero della nutrizionista. In realtà mi ha aiutato tantissimo, mi ha fatto da psicologa perché ero intrattabile. Per fortuna ho sfruttato un altro film che stavo girando, diretto da Matteo Rovere. Abbiamo trascorso due mesi in mezzo al bosco, è un film dinamico, stai a dieta e ti alleni, questo mi aiutato a scavalcare la prima fase. Avevo perso 8-9 chili e dovevo perderne altri 5. A quel punto ho cominciato a mangiare davvero poco, questo mi ha costretto ad avere a che fare con me stesso. Non hai più vita sociale, non ci sono cene. Compleanni. Stai a casa, mangi 40 gr di lenticchie rosse decorticate, poi vai a letto di corsa prima che ti venga fame. Questa diventa la normalità, così sono arrivato a pesare 62,5 chili. In tutto ne ho persi 18. Per sopportarti in quelle fasi ci vuole una persona intelligente e paziente, ma nella vita non potrei mai mettermi a dieta. Lo faccio solo per i film".