I trailer lo hanno presentato come un film di super cattivi, ma David Ayer, regista di Suicide Squad, assicura che i suoi protagonisti, nonostante siano colpevoli di crimini orribili, nascondono tutti un grande cuore: "Suicide Squad è un film folle con un grande cuore" ci ha detto a Londra, in occasione dell'anteprima europea del film. Teso per le critiche negative ricevute dalla stampa americana, il regista ha scelto le sue parole con cura, anche quando, per rompere il ghiaccio, gli abbiamo chiesto di dirci qualcosa di folle, proprio come ha fatto con i suoi attori sul set (a Will Smith ha detto di guardare le lettere destinate a Deadshot come se sul tavolo ci fosse un feto), in modo da stabilire il tono dell'intervista: "Immaginami come se andassi a fuoco" ci ha risposto stando al gioco, prendendo spunto da El Diablo (Jay Hernandez), uno dei meta umani che compongono la squadra del film.
Deciso il tono "focoso" dell'intervista, siamo partiti subito con uno degli elementi più criticati del film, il Joker di Jared Leto, usato in modo interessante, simbolo dell'oscurità che tutti i protagonisti hanno dentro, una sorta di passato che torna sempre: "È così: il film parla di persone perseguitate dalle cose che hanno fatto. I protagonisti sono bad guys, hanno compiuto azioni malvagie, ma hanno buon cuore. Si parla di perdono e redenzione, di riuscire a perdonarsi per andare avanti". Sempre a proposito del Joker, fondamentale una sua frase, quando dice ad Harley Quinn (Margot Robbie) "non dirò muori per me ma vivi per me": abbiamo chiesto ad Ayer un commento al riguardo: "È un tipo di messaggio che non ti aspetteresti dal Joker. È un momento molto interessante, in cui introduce Harley Quinn nel suo mondo: è la nascita di Harley come personaggio. È come dice lui: è difficile vivere con onestà, passione e verità".
Piena di passione è proprio l'Harley Quinn interpretata da Margot Robbie, che, pur colpendo i nemici con una mazza da baseball, non rinuncia a tacchi, vestiti sgargianti e rossetto, un'eroina tosta ma che non si comporta come un uomo, una rivoluzione per i film d'azione: "È importante rappresentare una donna con potere" ci ha detto il regista, continuando: "Ho delle figlie e vedo che per loro, che stanno crescendo, è difficile far sentire la propria voce e far valere le proprie idee: soprattutto per loro è importante mostrare donne forti sul grande schermo".
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Altra caratteristica del film è la musica incessante, una serie di successi rock immortali che scandiscono Suicide Squad come se fosse una "comic opera": l'intenzione di Ayer era proprio questa: "Il film è molto teatrale: la musica fa parte del viaggio. Una canzone può scatenare ricordi e nostalgia e allo stesso tempo accompagnare le immagini del film: è un'alchimia davvero speciale".