Succession 2, la recensione: il cinico ritratto di una famiglia in lotta per il potere

La recensione di Succession 2: la serie creata da Jesse Armstrong, premiata con l'Emmy, continua a sorprendere tra lotte di potere e ironia tagliente.

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Succession: un'immagine della serie

Non è possibile iniziare una recensione di Succession 2 - in arrivo sugli schermi italiani dal 9 ottobre alle 21.15, tutti i mercoledì su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV - senza avvisare i fan della serie TV ideata da Jesse Armstrong che i nuovi episodi vi porteranno, quasi inevitabilmente, a odiare ancora di più i membri della famiglia Roy che, tuttavia, proprio per questo riescono a far amare il progetto che trasporta in un mondo all'insegna del potere, dei soldi e degli inganni.

La vittoria agli Emmy nella categoria Miglior Sceneggiatura in una serie drammatica, conquistata dal creatore grazie al season finale del primo ciclo di episodi dimostra il valore del lavoro compiuto nell'ideazione dell'intreccio e nell'approfondimento dei personaggi e il team che ha portato al successo Succession è ritornato in azione per proseguire il racconto della lotta per il controllo della Waystar Royco, riuscendo ancora una volta a offrire al cast di grande talento del materiale utile a dimostrare le proprie capacità.

Una famiglia in lotta per il potere

Succession Season 2 Episode 3 Hbo
Succession: una foto della seconda stagione

Dopo aver mostrato i tentativi di Kendall (Jeremy Strong) di assumere il controllo dell'azienda di famiglia e vendicarsi del padre Logan Roy (Brian Cox), terminato con la morte accidentale di un giovane, Succession riprende la narrazione 48 ore dopo il matrimonio di Siobhan (Sarah Snook) con l'ambizioso, ma fragile, Tom (Matthew MacFayden). Kendall sta cercando di riprendersi in una spa in Islanda, pur dovendo affrontare i sensi di colpa per quanto accaduto e la sua dipendenza dalla droga.

L'impero dei Roy deve affrontare nuove sfide a causa dei rapidi cambiamenti in corso nel mondo dell'informazione e della tecnologia, valutando un futuro in cui il fondatore dovrà individuare il proprio erede a capo dell'azienda, alimentando così le rivalità e l'odio esistenti tra i suoi figli, ma non solo. L'ambito incarico sembra destinato alle mani di Shiv, che ha cancellato la sua luna di miele, anche se Roman (Kieran Culkin) si presenta comunque per proporre, a suo modo e davvero con "originalità", le idee per il futuro della Waystar. Il personaggio interpretato da Sarah Snook deve inoltre occuparsi della campagna elettorale di Gil, oltre a commentare le ambizioni politiche e poi imprenditoriali di Connor (Alan Ruck) e prendere delle decisioni importanti riguardanti il proprio futuro, venendo tuttavia sorpresa da un potenziale accordo, mentre Tom fatica a comprendere il mondo in cui deve lavorare.

Nuovi personaggi... e ritorni in scena

A complicare ulteriormente la già intricata rete di affari c'è la possibile acquisizione della PGM che riporta in scena anche Ewan Roy (James Cromwell) che avrà, verso la fine della stagione, un ruolo chiave nelle decisioni di suo nipote Greg (Nicholas Braun), sempre più coinvolto nelle vicende della Waystar e della famiglia Roy.

Tra i nuovi personaggi nel mondo di Succession 2 c'è poi Rhea Jarrell, parte al limite del diabolico affidata a Holly Hunter, mentre la stagione prosegue portando in scena uno scandalo sessuale legato al defunto "Mo" Lester, eventi ambientati in location lussuose immerse nella natura, ritorni sulla "scena del crimine", celebrazioni a sorpresa, indagini e persino un processo.

Una serie che sorprende con il suo umorismo

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Succession: un'immagine tratta dalla serie

L'humour squisitamente britannico di Jesse Armstrong permette di fondere in Succession un'ironia tagliente con elementi a tratti molto drammatici, affrontati con un approccio quasi shakespeariano nel portare in scena la storia di una famiglia disfunzionale e spietata.
Le battute pronunciate dai protagonisti, guidati da un mefistofelico Brian Cox, fanno emergere le debolezze e i difetti di ognuno dei personaggi principali e, al tempo stesso, divertono con un sarcasmo cinico che raggiunge il proprio obiettivo con poche parole, l'interpretazione giusta e un contesto volutamente sopra le righe, pur avendo più di un legame con la realtà. A metà tra Donald Trump e Rupert Murdoch, il temibile Logan Roy diventa una figura dalle mille sfumature che meriterebbe un saggio dedicato al modo in cui ha totalmente distrutto la vita dei propri figli e tormentato quella dei suoi dipendenti, divisi tra ammirazione e terrore. Nella nuova stagione il miliardario interpretato con la giusta dose di pathos da Brian Cox non esita a illudere, umiliare e ingannare i membri della propria famiglia nei confronti dei quali dovrebbe provare amore, non disappunto costante e incapacità di perdonare.

Assistere ai dilemmi e ai problemi di Kendall o alla sfacciataggine di Roman, che regala a Kieran Culkin un ruolo davvero indimenticabile nella sua carriera (straordinaria la scena di cui è protagonista mentre deve registrare degli "auguri" di compleanno), mentre viene messo in riga dal padre riesce a divertire e suscitare dispiacere in egual misura se ci si sofferma qualche secondo a riflettere sulla loro situazione che non li prevede in nessun caso vincitori.
Shiv, con la sua freddezza, regala alcuni degli scambi migliori tra i tanti dialoghi memorabili, ed è piacevole vedere il personaggio mostrare, verso la fine della stagione, un lato più aperto all'amore del marito e vulnerabile.
La strana coppia composta da Greg e Tom, un po' gli outsider in questo mondo spietato, è forse l'elemento maggiormente comico dell'intero progetto tra idee strampalate e tentativi imbranati di salvarsi dai guai legali e dalla follia che circonda la famiglia Roy. Gli aspetti politici, tramite lo spazio dedicato a Connor e al lavoro di Shiv sono poi delineati in modo ironico ed efficace ed è interessante scoprire l'approccio della serie agli scandali legati alle molestie sessuali sul posto di lavoro che hanno realmente portato alla luce i problemi di Hollywood e dei colossi dell'informazione.

Donne in crisi, ma sempre determinate

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Succession: una foto della serie

Succession 2 riesce inoltre con bravura a delineare dei personaggi femminili interessanti e in grado di tenere testa, e molto spesso battere, la concorrenza degli uomini. Presenze come quelle di J. Smith-Cameron nella parte dell'astuta Gerri Kellman o di Jeannie Berlin nel ruolo di Cyd Peach, protagonista di un'epico scontro con Tom, permettono di mostrare un altro lato della lotta al potere. La new entry Holly Hunter, inoltre, è davvero ben costruita e nella parte finale della seconda stagione riserva un gran numero di sorprese, suscitando anche la reazione dei giovani Roy guidati dalla vendicativa Shiv, gettando così le basi a un proseguimento della storia che si preannuncia davvero intrigante.

Una freddezza a tratti spiazzante

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Succession: una foto dei protagonisti

Succession si conferma come uno dei progetti più interessanti proposti dalla HBO negli ultimi anni, tuttavia la rappresentazione così priva di filtri e senza compromessi potrebbe allontanare una fetta del potenziale pubblico, tenuto a distanza da una freddezza evidente che rende la visione degli episodi in più momenti quasi una sfida per scoprire se si è in grado di provare empatia e quali siano i nostri limiti umani nel giudicare senza pregiudizi il prossimo. Bisogna infatti ammettere che si prova molta soddisfazione nell'assistere ai tentativi dei protagonisti di distruggersi a vicenda e si rischia quasi di non rendersi conto di quanto questi atteggiamenti siano stati causati da un padre che sembra quasi totalmente incapace di provare compassione, trovando al contrario quasi una fonte di piacere nell'osservare la rovina degli altri.
La serie, inoltre, ruota con efficacia intorno all'idea che ogni decisione presa abbia delle conseguenze, spesso molto negative, e continua a far sorridere quasi involontariamente nel seguire l'evoluzione dei piani dei Roy. In un contesto così cupo e quasi disumano, Armstrong è strato però bravo nell'inserire alcuni elementi all'insegna della positività e della speranza, creando inoltre un contrasto quasi in opposizione tra il saggio, ma non privo di determinazione e cinismo, Ewan e Logan Roy, anche grazie alle ottime performance di James Cromwell e Cox.

Conclusioni

Come abbiamo provato a spiegare nella nostra recensione di Succession 2, è un progetto che si inserisce a metà tra comedy e drama, in grado di raccontare la realtà con un approccio tagliente che regala agli episodi un buon equilibrio tra la serietà e la leggerezza, delineando ogni singolo personaggio con grande attenzione.
Il cast guidato da Brian Cox, grazie agli script firmati da Jesse Armstrong e dal suo team di autori, dà il meglio di sé nel portare in scena una lotta al potere senza esclusioni di colpi che mantiene alta l'attenzione degli spettatori che non amano le risate facili, ma vuote, o i drammi privi di un retrogusto meno amaro. Nonostante una regia a volte fin troppo "dinamica", la serie si conferma di alto livello e sarà interessante scoprire cosa accadrà tra le fila della famiglia Roy nella già annunciata terza stagione.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • La qualità della sceneggiatura, in grado di far amare anche personaggi detestabili.
  • La capacità di proporre una realtà sopra le righe, ma comunque credibile.
  • Le interpretazioni del cast, tutte di ottimo livello.
  • L'umorismo a tinte dark che propone degli scambi davvero memorabili.

Cosa non va

  • L'eccessiva freddezza dei personaggi potrebbe non piacere a molti spettatori.
  • Lo stile scelto per la regia non sempre appare vincente.
  • A lungo andare la lotta per il potere potrebbe muoversi su sentieri già battuti.