Lucca è colori, voci, anima e uno straordinario mondo di follia. Non poteva quasi mancare Ben Bocquelet, autore de Lo straordinario mondo di Gumball: non un semplice cartone animato, ma una lente colorata sull'assurdità della vita. Con umorismo candido e riflessioni sottili, l'autore ha raccontato nel corso della nostra intervista come la serie sia cresciuta insieme al suo pubblico - e insieme a lui.
E quando parla del "suo" episodio più meraviglioso, la risposta non è affatto scontata. Perché la meraviglia, per Bocquelet, è qualcosa che matura e ci sorprende quando non ce lo aspettiamo più.
L'origine di un mondo straordinario: intervista a Ben Bocquelet
*Ben Bocquelet ha riportato al pubblico italiano lo spirito più autentico Lo straordinario mondo di Gumball, spiegando da dove nasce il suo immaginario. "Sono cresciuto in un negozio di videocassette, e lì ho visto di tutto: da Steven Spielberg a film davvero brutti, che però mi hanno introdotto al mondo giapponese". Quel miscuglio, dice, ha acceso una creatività fatta di satira e surrealismo.
L'autore lavorava presso un'agenzia di pubblicità come creativo, prima di approdare all'animazione, ma si sentiva limitato in quel mondo. Voleva qualcosa di più "libero" e adatto a lui. "Guardavo tantissimo I Simpson, è evidente. È una satira che puoi goderti con tutti. E volevo che anche Gumball fosse così, perfetto da guardare con amici, adulti o bambini".
Per lui, l'umorismo dell'opera non nasce mai dal voler colpire un gruppo specifico di persone e neppure veicolare un messaggio che sia davvero astratto: "La vita stessa è assurda e divertente. È già adatta a ciascuno di noi".
La realtà, secondo Bocquelet, è sufficiente a generare parodia. Il cartone non fa che amplificarla, colorarla, lasciarla esplodere.
L'episodio "meraviglioso" di Gumball: un amore incompreso
Alla nostra domanda sull'episodio che ritiene "meraviglioso", Bocquelet risponde senza esitare... ma senza indicare un titolo preciso. Bensì un'intera stagione. _"C'è un episodio che ho odiato quando l'ho finito, che è quello della prima stagione. Mi sembrava la cosa sbagliata da fare, non mi convinceva. Abbiamo lasciato tutti in sospeso, era pieno di flashback, cliffhanger, colpi di scena... Poi è passato del tempo, l'ho riguardato... ed era meglio. Molto meglio per me. E allora ho pensato che forse non era poi così male. Mi ha permesso di realizzare un episodio che mi piace molto nella nuova stagione, che è ricca di vibes alla "Ritorno al futuro". Questa è una cosa che amo".
Così l'autore, rivedendo la sua opera con occhi nuovi, scopre quanto ciò che temeva fosse sgradevole abbia potuto dargli l'occasione di creare invece ciò che meglio rappresenta la sua evoluzione. La meraviglia, per lui, dunque è una qualità che si attiva nel futuro.
Cresciamo, e Gumball cresce con noi
Bocquelet affronta anche il tema del film di Gumball mai completato. "La stagione precedente doveva avere un film. Ma con la guerra degli streaming... nessuno vince mai". Il sorriso è insieme ironico e difficile da interpretare. L'industria cambia le regole mentre si gioca, e a farne le spese sono talvolta storie amate da milioni di spettatori.
Ma non c'è spazio per rimpianti: riflettendo sulla sua vita, Bocquelet ammette che il rapporto con i personaggi è cambiato. "All'inizio Gumball ero io. Ora sono più Richard". È una frase che strappa una risata, ma racconta molto più di ciò che mostra in superficie: crescere significa accettare imperfezioni, fallimenti e affetto sconfinato verso ciò che si è davvero, abbracciando la propria consapevolezza anche quando cambia. Così, la famiglia Watterson non è più soltanto una caricatura delle famiglie normali: è una famiglia vera, con un cuore più grande e una satira più consapevole.
"La mia famiglia è là dentro. Anche i nomi vengono da amici reali". È la vita che diventa cartone, e il cartone che restituisce significato alla vita. Ben apprezza molto del panorama e dell'immaginazione dei creativi di oggi, "Confesso di aver amato K-pop Demon Hunters". E sottolinea un punto fondamentale sul processo creativo: "Mi piace lavorare con gli artisti, preferisco collaborare con loro che con attori o persone più famose. Darò sempre spazio a chi ha l'arte nel cuore e ha il suo stile. Fino a qualche decennio fa, i nerd, i rockettari, tutti coloro che usavano l'immaginazione in modo non convenzionale, erano considerati diversi e strani. Io credo ancora in questo tipo di immaginazione, voglio dargli lo spazio che merita".
Il calore di Lucca, il senso dei cartoni
A Lucca, Bocquelet è stato accolto come un artista che ha segnato un pezzo di immaginazione generazionale. Perché Gumball è una casa dove tornare quando la vita diventa troppo seria. È la prova che si può affrontare il mondo reale - con i suoi crolli, le sue ansie, le sue assurdità - con lo stesso sorriso sghembo di un personaggio animato. E Ben Bocquelet ci ha ricordato che la bellezza non è immediata. È qualcosa che dobbiamo riconoscere, capire, accettare. Il meraviglioso, insomma, è ciò che resiste al tempo. Ciò che muta con noi. Ciò che torna migliore quando credevamo di averlo superato.