Star Trek: Discovery 3x04, recensione: alla scoperta dei Trill

La recensione del quarto episodio della terza stagione di Star Trek: Discovery, dove si esplora un aspetto familiare della mitologia del franchise.

Star Trek: Discovery, un'immagine della serie
Star Trek: Discovery, un'immagine della serie

Con la recensione di Star Trek: Discovery 3x04 entriamo di nuovo in territorio familiare sotto una luce abbastanza inedita: dopo il ritorno sulla Terra nell'episodio precedente, questa volta tocca all'esplorazione della cultura Trill, un approfondimento circa una razza che fa parte del franchise da qualche decennio (la prima apparizione di un Trill risale al 1991, quasi trent'anni fa) ma che finora avevamo visto principalmente tramite le esperienze di un singolo rappresentante, Dax, simbionte che fece parte della squadra di Deep Space Nine. Qui c'è l'opportunità di andare oltre il singolo personaggio (anche se definirlo singolo è abbastanza errato a livello concettuale), partendo dalla rivelazione che, a differenza dei suoi simili, questa volta il simbionte ha scelto di legarsi non a un ospite della sua stessa razza, bensì a un essere umano: Adira, membro dell'unità di difesa della Terra che ha scelto di rimanere a bordo della Discovery per capire meglio come funziona la relazione simbiotica, dato che a differenza dei Trill classici non riesce ad accedere pienamente ai ricordi degli ospiti precedenti del simbionte, noto come Tal.

Alla ricerca della memoria perduta

Star Trek Discovery Stagione 2 New Eden 7
Star Trek Discovery: Doug Jones nell'episodio New Eden

Il quarto episodio di questa stagione di Star Trek: Discovery si intitola Forget Me Not, il che ovviamente allude allo stato confuso della mente di Adira: lei dovrebbe avere accesso a tutti i ricordi di coloro che hanno avuto un rapporto simbiotico con Tal, ma al momento, in quanto umana, non ci riesce. Un inconveniente per l'equipaggio della Discovery, dato che l'ospite precedente era colui che ha mandato un messaggio dalla Terra che loro vorrebbero decifrare. E così la ragazza è scortata sul pianeta dei Trill, dove lei e Michael devono fare i conti con lo scetticismo della popolazione locale (la natura umana di Adira per loro è un abominio), prima di poter scoprire cosa ci sia veramente dietro il blocco mentale. A bordo dell'astronave, invece, Saru deve trovare il modo di alleviare le tensioni createsi in seguito agli eventi recenti, cercando di far passare all'equipaggio dei momenti positivi. Una cosa non facile, dati i caratteri volatili di alcuni dei membri, a cominciare da Paul Stamets.

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Conflitto esile

Patrick Stewart, Brent Spiner, Jonathan Frakes e il resto del cast di Star Trek: The Next Generation in una foto promozionale
Patrick Stewart, Brent Spiner, Jonathan Frakes e il resto del cast di Star Trek: The Next Generation in una foto promozionale

Dopo tre episodi che hanno portato lo show e il franchise in territori inediti, è un po' spiazzante che a questo giro si faccia qualche passo indietro, in parte a livello di nostalgia (si presume che i Trill siano stati tirati in ballo per non dover ideare di sana pianta un'altra razza con caratteristiche simili, evitando così spiegazioni aggiuntive che al pubblico medio dello show, composto principalmente da appassionati, non servono), in parte e soprattutto per quanto riguarda la costruzione drammaturgica delle situazioni di conflitto. Nella serie classica, così come in Star Trek: The Next Generation, la complicazione di turno si risolveva nell'arco di un singolo episodio, dato che la continuity a base di trame orizzontali non era considerata un elemento importantissimo. Qui siamo sulla medesima lunghezza d'onda, il che di per sé non sarebbe un problema insormontabile (e non lo è, perché nel complesso l'episodio offre un numero sufficiente di spunti intriganti), ma dà un po' fastidio che, dopo la scelta di proiettarci in un futuro lontano, gli autori abbiano fatto ricorso a una delle abitudini meno simpatiche degli albori del franchise, oltretutto nella variante "tarallucci e vino" (anche se l'idea di mettere d'accordo tutti sulla Discovery con la proiezione di un film di Buster Keaton è a dir poco adorabile).

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Star Trek - Deep Space Nine: un'immagine promozionale
Star Trek - Deep Space Nine: un'immagine promozionale

Ne esce un po' sottotono soprattutto la storyline legata ai Trill, che si riduce a un trauma d'amore risolto tramite flashback e una sorta di piano astrale (perché da sempre nel mondo di Star Trek per rappresentare una cultura aliena pacifica occorre una dose di misticismo) ed è interessante più a livello paratestuale: come annunciato nei mesi scorsi, la terza stagione contiene i primi attori apertamente non-binary e transgender nella storia del franchise (anche se nell'episodio stesso sono identificati rispettivamente come femmina e maschio, senza distinguo per quest'ultimo), ed è tematicamente coerente che siano stati scritturati in ruoli Trill, dato che la fluidità gender è sempre stata una componente esplicita nella rappresentazione di quella razza. Ricordiamo, infatti, che in Star Trek - Deep Space Nine il personaggio di Dax aveva avuto simbiosi con uomini e donne, e quando aveva sembianze femminili chi lo aveva conosciuto sotto altre forme lo chiamava comunque con i nomignoli d'epoca. Una svolta importante dietro le quinte, che meritava qualcosa di più davanti alla macchina da presa anziché un canovaccio che sembra uscito direttamente dal 1966. Maggiori sviluppi nei prossimi episodi? Lo speriamo, perché liquidare il tutto in questa maniera sarebbe sintomatico di ciò che, sulla carta, la serie si era lasciata alle spalle.

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Conclusioni

È con un po' di amaro in bocca che chiudiamo la nostra recensione di Star Trek: Discovery 3x04, un passo indietro dopo l'inizio molto promettente della nuova stagione, e una parziale occasione sprecata.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • La componente visiva è notevole.
  • La gag su Buster Keaton è esilarante.
  • Gli attori sono affiatati e strepitosi.

Cosa non va

  • La scrittura è abbastanza esile in più punti.
  • La storyline sui Trill non aggiunge molto alla mitologia del franchise.