Cappello dei New York Knicks e occhiali dalla montatura bianca. In Italia è ormai sera quando Spike Lee spunta dall'inquadratura della webcam come fosse un piccolo folletto. Si muove, smania, gioca, batte e controbatte alle domande. Ringrazia, stabilisce sempre una connessione. Con noi, una manciata di giornalisti collegati da tutto il mondo, chiamati a raccolta in occasione del press day che anticipata l'uscita di Highest 2 Lowest, su Apple TV+ dal 5 settembre.

Accanto al regista, in una gigantesca camera d'albergo di Los Angeles, siede pure Denzel Washington, protagonista del film. "È tornato il dinamic duo", scherza Lee, che ritrova "il miglior attore del mondo" a quasi vent'anni da Inside Man. Highest 2 Lowest è la reinterpretazione di Anatomia di un rapimento di Akira Kurosawa. Nel cast ci sono anche Jeffrey Wright, Ilfenesh Hadera e il rapper ASAP Rocky. Tra scelte da compiere, denaro e redenzione, ammiccando alla poetica visiva di New York City, Spike Lee racconta il film partendo proprio dalla presenza di ASAP Rocky, che definisce "un attore serio".
Highest 2 Lowest: intervista a Spike Lee

Ha lavorato con molti musicisti in passato, anche con Michael Jackson. Com'è stato lavorare con ASAP Rocky?
"ASAP Rocky ha iniziato in un film prodotto da mia moglie intitolato Monster, in cui recitava anche John D. Washington. Da lì ho capito che sapeva recitare. Storicamente, ci sono stati molti musicisti nei miei film. Ma lui è un attore serio. Non avrebbe mai recitato in un film se non fosse riuscito a stare in piedi in una scena con mio fratello, proprio qui accanto (si riferisce a Denzel Washington ndr). Poi è venuto per una semi-audizione. Non gli ho detto che era un'audizione, gli abbiamo solo chiesto di venire. Ha molti talenti".
Quale aspetto della black culture hai ritenuto più importante per mettere in risalto la sua reinterpretazione di Kurosawa?
"Non sono diventato afroamericano solo per questo film. È quello che sono. Quindi è quello che traspare dai film che faccio. Ed è quasi come un'opera d'arte. Guardate le opere d'arte appese alla parete. C'è Basquiat. Ho inserito diversi elementi, anche la musica. Non devo fare nulla di particolare per esprimere la black culture. Allo stesso tempo, rispetto ciò che ha fatto il grande Akira Kurosawa nel film del 1963, tratto da un romanzo americano di Ed McNeill".

Naturalmente, non è la prima volta che lei si ispira alle pellicole asiatiche. Quello che vorrei sapere è: cosa la affascina di questo cinema?
"Kurosawa è semplicemente un grande regista. Giriamo il mondo e sappiamo che ci sono grandi autori. Ho conosciuto il signor Kurosawa quando frequentavo la scuola di cinema. Ha davvero gettato le basi per il mio primo film. Per me, i grandi non si determinano in base alla loro nazionalità. La grandezza non ha nazionalità, fratello mio. Il grande è grande".
Talento, AI e Denzel Washington
Nel film c'è una frase, "La fama è l'unica moneta". Qual è il significato profondo dietro questo pensiero?
"La domanda è: qual è il valore del talento? Metterete i follower e la fama al di sopra del talento stesso? È una cosa importante, almeno per come funziona oggi il mondo dello spettacolo. Prima dovevi andare a Los Angeles o New York. Ora basta un telefono. Ho trovato tre o quattro persone su Instagram per il mio film, come Ayana Lee che vediamo alla fine".
C'è il tema dell'AI nella musica e nello show-biz. Che ne pensa?
"Non sono contro la tecnologia, ma una macchina non ha un cuore, un'anima. Gli esseri umani creano cose meravigliose. Il mondo degli sceneggiatori americani sta iniziando a impedire agli studi cinematografici di utilizzare sceneggiature scritte dall'intelligenza artificiale. Ma cose succede nelle scuole, nei college? Usano l'intelligenza artificiale per scrivere le loro tesine, i loro saggi o le loro tesi, qualsiasi cosa. Come si fa ad imparare? Sono contrario, ma non alla tecnologia. Mi riferisco solo alla tecnologia applicata all'arte. Per questo traccio una linea di demarcazione".
Com'è stato ritrovare Denzel Washington dopo tutti questi anni?
"Non sapevo nemmeno quanti anni fossero passati! Ci siamo sempre visti. I nostri figli lavorano insieme. Non credo che il nostro rapporto si basi solo sul tempo che passiamo lavorando insieme. Ci vediamo spesso e le nostre famiglie stanno insieme. Quando mi ha mandato il copione gli ho detto che lo avrei fatto comunque. Sai, New York, Kurosawa... Gli ho attaccato il telefono dicendo solo "ci sto!". Siamo un dinamic duo, come Batman e Robin".
A tempo di jazz
La musica è una parte importante di questo film. Se lei potesse ascoltare solo tre canzoni per il resto della sua vita, quali sarebbero?
"Ne dico due. Love Supreme, John Coltrane e Intervisions, Stevie Wonder. C'è una differenza tra "Cosa ascolteresti?" e "Quali sono le tue canzoni preferite?". Perché potresti avere una canzone preferita che potrebbe stancarti".
Cosa dice il film sull'America contemporanea?
"Dovremmo cambiare la domanda con il nome della città, non del paese. Ma per me, my brother from Italy, il fondamento del cinema è la moralità".