Solo un padre per Luca Lucini

Presentato a Roma il nuovo film del regista di Tre metri sopra il cielo, una storia delicata a cavallo tra commedia e dramma ben interpretata da Luca Argentero e Diane Fleri. E alla fine Nicola Maccanico della Warner ci svela che...

Il cast al gran completo accompagna la presentazione di Solo un padre, nuovo film di Luca Lucini, lanciato da Tre metri sopra il cielo e arrivato ad un certo grado di evidente maturità con quest'ultima opera, toccante e rasserenante, ma anche problematica e difficile - non vi fate ingannare dal poster da commediola commerciale - cohe vede duettare sullo schermo l'affiatata coppia composta da Luca Argentero e Diane Fleri.
Alla conclusione interviene anche Maccanico, di Warner Italia, che ci svela una sorpresa...

Il vostro è un film commovente e allo stesso tempo divertente: come avete raggiunto il punto di equilibrio?

Luca Lucini: L'equilibrio tra le due componenti era la sfida che mi ero posto quando ho letto il romanzo da cui abbiamo tratto la storia, che aveva già in sè questa doppia atmosfera, dove quella più leggera nascondeva un dramma. E' quella la sfida da cui siamo partiti. Una volta scelto il protagonista, gli altri ci dovevano permettere di danzare su questo equilibrio. Ero preoccupato dal risultato finale ma alla fine la sensazione è quella di star assistendo ad una vita vera. La maternità è più istintiva e anche più raccontata, in generale, e più conosciuta. Il padre arriva al senso di paternità più gradualmente, non è così immediato, per cui restituire un'atmosfera reale era particolarmente difficile.
Argentero: La prima volta che ho letto la sceneggiatura non sapevo da chi era stata scritta, perchè il frontespizio non aveva l'autore. L'unica cosa che ho pensato è che doveva esser stata scritta da una donna, come poi è effettivamente, e questo è indicativo dell'ottica che ha il film nel descrivere un padre. La pellicola tenta di ricalcare l'onda della vita, gli alti e i bassi che accadono nella vita di tutti. Ho guardato il film da spettatore e ho riconosciuto una vita normale, ed è questa la sua forza.

E' stato complicato lavorare con i bambini?

Luca Argentero: Fare il padre ha problematiche particolari, se provi a chiedere cose significa a chi lo è nella realtà per ognuno è una cosa soggettiva, personale. Per fortuna Lucini è un giovane padre, e tante cose me le ha indicate lui. Maneggiare un esserino di 7 mesi con naturalezza è importante, perchè all'inizio sei tutto timoroso di fargli male, per cui hai paura di tenerlo in braccio. Dopo un pò per fortuna ho preso confidenza con le due gemelline che fanno Sofia nel film, ed è stato fantastico.

Questa esperienza lo avvicina o lo allontana dalla paternità?

Luca Argentero: Ci sto lavorando su, credo che a trent'anni sia normale pensare a costruire una famiglia, non è servito il film a farmi perendere in considerazione l'ipotesi l'idea di diventare padre.

Solo un padre è una commedia corale. Come hanno lavorato gli attori sui propri personaggi?

Fabio Troiano: La sceneggiatura era forte, il personaggio scritto benissimo, con l'aiuto di Lucini è stato semplice dare la direzione giusta al personaggio.

Diane Fleri: Il mio lato francese non è una cosa di sceneggiatura, l'abbiamo deciso con Luca prima di iniziare a girare. Io sono metà francese e metà italiana ma sono anche molto romana: per questo sono andata a Torino per un periodo per liberarmi da questa romanità. Sono testimonial di AiB, associazione che si occupa di tutti i bambini abbandonati. E' un modo di aiutare gli altri, il prossimo, cosa che cercavo di fare da tempo, ed è fantastico che coincida con l'uscita di questo film che racconta in modo così bello i bambini.

Luca Lucini: I coprotagonisti dicono molto sul personaggio principale, costruiscono un'atmosfera un pò opprimente attorno a Luca che lo aiuta a venire fuori alla fine. In un ambiente così familiare, raccolto, quello di una borghesia abbastanza chiusa, hanno reso molto credibile la rinascita del protagonista. Tutti i momenti in cui Luca era a contatto con il suo mondo, con gli amici, l'importanza era data all'ambiente, ho scelto così inquadrature ampie. Quando Luca ha un rapporto con Diane la macchina stringe sui personaggi, perchè lei è l'unica che riesce ad avvicinarsi a Luca, a farlo emergere per quello che è.

Sara D'Amario: La mia è la parte più saggia del film, più con i piedi per terra. Eleonora, il mio personaggio, oltre a cercare di salvare le apparenze vuole bene a Luca, rispetto alla giovinezza più spensierata dei suoi amici è più seria, è madre, lo vuole aiutare a ricostituire un quadro strutturato nella sua vita.

Anna Foglietta: Il mio timore era quello di esagerare, perchè il personaggio mi ha coinvolto molto. Attraverso le sue manie e le sue schizofrenie riesce a far capire a Luca quello che effettivamente vuole dalla vita. Riuscire a inserire questi momenti di commedia nel film è stato complesso, ma alla fine è riuscito.

Il lavoro e l'ambiente hanno una loro importanza nella storia...

Luca Lucini: Il protagonista ha questo lavoro un pò metaforico, di medico estetista che cerca di nascondere i difetti delle persone, rifargli una vita nuova artificialmente, e riveste un'importanza fondamentale nel film. Abbiamo ragionato molto su dove ambientarlo, volevo una città invernale e Torino era perfetta.

Come avete lavorato all'aspetto di seduzione tramite senso dell'umorismo, lato che emerge prepotente nella pellicola?

Luca Lucini: Il rapporto fra Luca e Diane è forte nella sua complementarietà. Diane è l'opposto di Luca, è una che prende le sue decisioni e fa le sue scelte, cosa che Luca non è in grado di fare, ha bisogno di una vita programmata, di certezze. Avevo bisogno di un'entrata esplosiva nella sua vita. In realtà non è una storia d'amore fra loro due, ma un ritorno per lui alla possibilità di poter amare.

Questo è uno dei film più interessanti dell'anno. Che impegno avrete in futuro come Warner Italia?

Nicola Maccanico: Siamo contenti di dove siamo arrivati. Abbiamo costruito un nostro buon curriculum per la sezione italiana della Warner. La Warner ha una strategia, e che nasce dall'autorevolezza e dal lavoro di Paolo Ferrari, che ha convinto gli americani della bontà dei progetti su cui si investiva. Siamo orgogliosi di Si può fare e lo siamo già di Solo un padre. Vogliamo essere coerenti con il nostro line-up della casa madre. Faremo un film con Carlo Verdone, che lo sta scrivendo, e che prevediamo che esca per la fine del 2009.