Solo Dio perdona: il ritorno di Nicolas Winding Refn a Cannes

Dopo il trionfo di Cannes il regista danese racconta la genesi del violentissimo action thriller tailandese interpretato da ryan Gosling e Kristin Scott Thomas.

Dopo il premio per la miglior regia ottenuto con il bellissimo Drive, Nicolas Winding Refn torna al Festival di Cannes con un nuovo action ad alto tasso di violenza. Il marchio visivo del regista danese è inconfondibile e a giudicare dalle prime immagini di Solo Dio perdona circolate sul web, anche stavolta Refn non smentisce il suo gusto per il sangue, per la violenza, ma anche l'innata eleganza nel coreografare le scene d'azione. L'assenza della star Ryan Gosling, attore feticcio di Refn che sta preparando il suo debutto da regista, fa scomodare Thierry Fremaux in persona che interviene per leggere il comunicato in cui Gosling saluta con affetto l'amico e il pubblico del festival. Ad accompagnare Refn vi sono Kristin Scott Thomas, che stavolta si è calata nei panni di una vedicativa dark lady e il tailandese Vithaya Pansringarm. Con loro il compositore delle musiche Cliff Martinez.

Nicolas, è vero che volevi girare Solo Dio perdona molto prima di Drive?
Nicolas Winding Refn: Sì, l'idea per questo film nasce molto tempo fa, e poi si è concretizzato Drive, ma ho sempre avuto il desiderio di fare un film su un uomo che crede in Dio e cerca la fede. Ho passato un periodo difficile quando mia moglie era incinta della nostra seconda figlia. A causa dei loro problemi di salute stavo male, ero arrabbiato col mondo e con Dio e poi ho deciso di concentrare tutti questi sentimenti in una storia. Gran parte del merito è anche di Ryan Gosling che ha accettato subito la mia proposta così siamo andati in Thailandia per fare un film su realtà e misticismo.

Perché hai deciso di girare il film in Thailandia?
Nicolas Winding Refn: Ho vistato il paese molte volte e mi piaceva l'idea di immergere una storia così violenta in un contesto mistico. Mia figlia minore ha il potere di vedere cose che non esistono e nel mio film ho cercato di riprodurre questa strana sensazione di vivere in un universo parallelo.

Quindi Dio è tailandese e non occidentale?
Nicolas Winding Refn: In occidente la religione viene vissuta in modo più dogmatico, mentre in Asia la divinità permea la vita in tutti i suoi aspetti. E' stato decisamente più interessante esplorare l'approccio orientale perché è più magico.

Kristin, stavolta ti è stato affidato il ruolo di femme fatale
Kristin Scott Thomas: Fatale e pericolosa. E' la madre di ogni incubo. Recitare in un'opera così violenta è una sfida psicologica, ma anche fisica, ma per un attore è liberatorio interpretare un cattivo e poi Nicolas ha la capacità di creare un'atmosfera di collaborazione. Riesce a farti tirare fuori il meglio un po' alla volta sul set.

Quando giri un film sei aperto alle proposte degli attori?
Nicolas Winding Refn: Fare film è un po' come fare sesso. Se ci pensi troppo prima non è divertente. Mi alzavo la mattina con la consapevolezza di avere a disposizione Kristin e Ryan sul set e partiva tutto da lì.

Vithaya, il tuo è un ruolo estremamente fisico. Come avete creato le coreografie dei combattimenti?
[Vithaya Pansringarm: Solo Dio perdona è un film spirituale e fisico, così io e Ryan ci siamo preparati a lungo, ci siamo allenati a creare una perfetta armonia tra corpo e mente. Il film di Nicolas ha pochissime battute perciò noi attori abbiamo dovuto veicolare una grande quantità di energia mentale per comunicare con lo spettatore.

Nonostante l'impatto visivo potente dei tuoi film, tu riesci a curare anche la parte attoriale con attenzione. Prima delle riprese vi trovare per provare? Che metodo usi?
Nicolas Winding Refn: Dipende molto da quanto denaro ho a disposizione. Io giro sempre tutto in ordine cronologico. La mattina ci troviamo sul set per curare gli aspetti tecnici e la recitazione, ma cerco di essere sempre elastico per sfruttare al meglio ciò che ho a disposizione. Ogni giorno è un'esperienza nuova. Quando arrivo al montaggio mi ritrovo con un premontato cronologico che spesso modifico perché nel frattempo trovo nuove connessioni nella materia e questa è la parte più interessante del lavoro.

Kristin, come avete creato il tuo personaggio?
Kristin Scott Thomas: Io e Nicolas abbiamo parlato a lungo delle connessioni che aveva. E' una sorta di dea del male, una figura mitologica, una Lady Macbeth, ma oltre a ciò aveva una fisicità molto precisa. Ho proposto io a Nicolas il look, compresi i capelli biondi, e lui ha accettato. E' molto piacevole avere un regista che si fida di te e ascolta ciò che hai da dire.
Nicolas Winding Refn: Kristin non ha nessun problema a trasformarsi in una perfida strega.
Kristin Scott Thomas: Abbiamo passato molto tempo a pensare le cose peggiori da dire, le frasi con cui una madre può umiliare il figlio, cose che non riuscivo nemmeno a pronunciare.

Mutare il tuo aspetto fisico è stato divertente?
Kristin Scott Thomas: Divertente e faticoso.

In Drive Ryan Gosling aveva pochissime battute. Stavolta come avete costruito il suo personaggio?
Nicolas Winding Refn: Julian è un uomo in viaggio, ma non sa dove andare. Le sue azioni sono determinate da altri personaggi, dalla madre e dal poliziotto con cui si scontra. Il fatto che parli poco è legato all'idea che il linguaggio del silenzio è più interessante di quello tradizionale.

Come mai il tuo film è dedicato a Alejandro Jodorowsky?
Nicolas Winding Refn: Jodorowsky è un autore mitologico nella cultura cinematografica. Per molti anni è stato impossibile vedere i suoi film perché non erano in circolazione. Negli anni sono diventato suo amico, ho visto le sue opere e sono rimasto colpito dal linguaggio che usa nei suoi film. E' così fuori dalle convenzioni. Incontrarlo a Parigi mi ha permesso di capire tante cose. Lui mi ha dato il coraggio di uscire dagli schemi e provare cose nuove.

Puoi dirci qualcosa sulle musiche del film e sui motivi thai che accompagnano le scene?
Nicolas Winding Refn: Io non sapevo niente di musica thai, ma per fortuna Cliff Martinez la conosceva. Inoltre mentre ero a Bangkok ho capito che per i tailandesi il canto e il karaoke sono qualcosa di sacro così ho voluto dare la giusta importanza alle musiche locali.
Cliff Martinez: Lavorare in opere con dialoghi sperimentali come Drive o Solo Dio perdona è una vera sfida per un compositore perché la musica assume un surplus di significato. Di solito la musica è come un caratterista, mentre qui assume un ruolo chiave. Per questo non posso che ringraziare Nicolas. Per la colonna sonora siamo partiti dalla pop music tailandese, ma le esigenze erano di creare delle musiche che fossero epiche, potenti e che non somigliassero a quelle di Drive. Ho cercato di fare qualcosa di completamente diverso dal passato.

Di fronte ai tuoi film si ha sempre l'impressione di assistere a un samurai movie. Ci sono dei richiami voluti?
Nicolas Winding Refn: Io amo molto il cinema orientale, mi piace la sua ieraticità, i lunghi silenzi. A livello inconscio è qualcosa che cerca di riprodurre nel mio cinema.

Kristin, trovarti in un film di questo tipo è sorprendente.
Kristin Scott Thomas: In effetti questo non è il mio tipo di film. Non mi diverto a guardare la violenza, ma quello che mi ha convinto a partecipare è stata la possibilità di lavorare con Nicolas. Ho letto la sceneggiatura e l'ho trovata incredibile, mi sono sentita immediatamente coinvolta.

Vithaya, chi è il tuo personaggio, un angelo o un demone?
Vithaya Pansringarm: Quando ho ricevuto lo script, nel 2009, l'ho letto e mi sono detto che questo era un ruolo importante. Il mio non è solo un poliziotto in pensione, ma possiede dei poteri spirituali, è una sorta di Dio. Per me accettare questo ruolo significava accettarne i poteri e assumerne l'autorità. E' stata una sfida perché lui ha il potere di decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Nicolas, come ritieni giustificabile l'alto tasso di violenza del film?
Nicolas Winding Refn: Mi sembra di sentire mia madre. L'arte è un atto di violenza, è una penetrazione. Io non penso molto alle cose che faccio, è qualcosa che viene dalla mia interiorità. Non mi considero una persona violenta, ma ho una devozione per un immaginario violento, fetish, e la violenza è qualcosa che comunque è parte dell'istinto umano.