Smile 2 sta facendo molto parlare di sé, tanto da essere primo al box office. Un incasso che sottolinea quanto il cinema horror abbia avuto fortuna negli ultimi anni, puntando tanto sulle novità quanto sui grandi ritorni.
Proprio il finale della pellicola con Naomi Scott dà una lettura e un significato non necessariamente univoco alla storia raccontata e, per quanto sia proprio la parte più controversa, merita un discorso più approfondito. Ovviamente, neanche a dirlo, da qui in poi l'articolo è ricco di spoiler.
Cella frigorifera: soluzione o problema?
La trama alla base di Smile e del sequel è semplice: una maledizione a catena sembra non avere fine. Un demone prende possesso di una persona e la costringe ad uccidere o uccidersi davanti ad un altro individuo affinché quest'ultimo diventi il nuovo ospite del parassita soprannaturale. Un'entità che fa perdere il controllo e la lucidità mentale, costringendo all'omicidio-suicidio pur di liberarsene. Se nel primo capitolo la vittima designata era la terapeuta Rose Cotter (Sosie Bacon), alla fine il nuovo ospite suo malgrado era il suo ex Joel (Kyle Gallner), che ci conduce a questo secondo capitolo.
Finendo per passarlo alla nuova protagonista, la popstar in rovina e riabilitazione Skye Riley (Naomi Scott). Dalla psicologia criminale passiamo agli effetti del successo sulla gente. Di quanto la fama possa essere pericolosa e auto-sabotante, in qualsiasi branca dello spettacolo e ancora di più in quella musicale, sotto pressione costante (pensiamo alla recentissima vicenda legata all'ex One Direction Liam Payne).
A quel punto il sequel horror sembra aggiungere qualcosa di nuovo a questo circolo vizioso sovrannaturale. Morris (Peter Jacobson), parente di una delle vittime, ha capito il meccanismo e forse anche come fermarlo una volta per tutte: far credere all'entità che la persona maledetta sia morta, all'interno di una cella frigorifera, per riuscire ad ucciderla e poi riportare in vita l'ospite. Almeno questo il piano d'azione che propone a Skye di mettere in atto. Un interessante sviluppo che però presto diventa parte di una lunga e ripetitiva sequenza onirica vissuta dalla protagonista.
Tra realtà e finzione
Oramai la ragazza non capisce più cosa sia reale e cosa no, a causa della creatura che ha preso definitivamente il sopravvento su di lei (come se fosse un parallelo della fama e del successo). Attraverso una telefonata si rende conto di non essersi mai ricongiunta all'ex migliore amica gemma (Dylan Gelula). Infatti sembrava davvero troppo strano come l'avesse perdonata così facilmente dopo il silenzio di un anno. Skye, dopo che scopriamo che era stata lei stessa a causare l'incidente in cui aveva perso la vita il suo ragazzo, la star del cinema Paul Hudson, finisce per uccidere anche la madre-agente (Rosemarie DeWitt) sempre a causa della creatura misteriosa.
Smile 2: il potere tossico della musica
Ma sarà davvero così? Dopo la sequenza dell'omicidio, la fuga dall'ospedale e il piano non riuscito della cella frigorifera, che sembra dirci che si è in realtà immaginata tutto, ritroviamo la protagonista al suo primo atteso concerto di ritorno alle scene, con la madre ancora viva. A quel punto avviene un combattimento contro se stessa. Una "battaglia finale" che fa uscire dal suo corpo quell'essere, dandogli finalmente un volto, ricordando specularmente quanto accadeva a Rose alla fine del primo film nella casa d'infanzia. Arriviamo così alla conclusione vera e propria di Smile 2 lasciando una porta aperta per il futuro (o forse no).
Il significato (multiplo) del film
Ci sono infatti due interpretazioni possibili per il finale: nella prima, la protagonista finisce al concerto del suo comeback davanti ad una folla gremita, uccidendosi dal vivo e quindi passando la maledizione del sorriso a tutte le persone presenti che stanno guardando attonite e sconvolte la propria beniamina togliersi la vita sul palco. La saga potrebbe concludersi qui con un significato profondamente tossico e malato sul potere curativo della musica, che in questa pellicola compie esattamente il percorso opposto, essendosi immaginata quanto le accade per gran parte del tempo a causa dell'esaurimento nervoso che sta vivendo.
Oppure, l'alternativa potrebbe aprire semplicemente le porte ad un terzo film, così come aveva fatto il primo film, quando l'entità passava da Rose a Joel. Un ulteriore nuovo capitolo in cui ad essere infettato sia, paradossalmente, il mondo intero. Voi a quale verità horror scegliete di credere?