Da New York a Boston, questo il percorso di ritorno a casa della madre Carol per Samantha Fink, la protagonista di Single Drunk Female, licenziata dall'azienda in cui lavorava a causa del suo alcolismo. Inutile dire che non c'era un ottimo rapporto tra Samantha e la madre, ma è l'unica possibilità che ha la donna di disintossicarsi e rimettersi in carreggiata, insieme al lavoro socialmente utile che le è stato assegnato per evitare la prigione e trovarsi un nuovo impiego. Lavoro che trova nel supermercato locale, partendo dal basso con umiltà in una città in cui ad accoglierla ci sono tutti i fantasmi del suo passato e i rapporti interpersonali che si è lasciata, volontariamente, alle spalle.
Come nasce Single Drunk Female?
"Ho iniziato a scriverla nel 2012 quando sono diventata sobria" ha raccontato la showrunner Simone Finch, "e ho capito che parlava di una ragazza che affrontava quel problema e quindi era una specie di storia di vita vissuta, che è evoluta ulteriormente man mano che la mia sobrietà andava avanti." Un problema nato per affrontare la morte del padre, avvenuta quando l'autrice aveva vent'anni, ma è una consapevolezza arrivata a posteriori: "finché non sono diventata sobria, non ho capito cosa stava succedendo. Tutti intorno a me andavano avanti e io continuavo a vivere nel mio appartamentino infestato di scarafaggi." Una storia dal carattere personale, quindi, rimodulata sul personaggio di Sam, Samantha Fink, la protagonista di Single Drunk Female interpretata da Sofia Black-D'Elia, che prende sul serio l'aspetto relativo all'alcolismo, pur cercando di dar spazio alla vena comica della serie.
"Sam è il tipo di persona che fa molta fatica a prendere tutto seriamente," ha raccontato l'attrice, "ma quello degli Alcolisti Anonimi è un momento di grande crescita personale per lei. Va detto che anche in quel mondo c'è molto spazio per la commedia, grazie al nostro cast, che è molto divertente." Si è cercati, però, di essere molto attenti all'argomento, anche con l'ausilio di consulenti in fase di scrittura della serie, che hanno fornito diversi input importanti sul cammino da far affrontare a Sam. Si tratta in parte di regole non scritte, come l'evitare di avere appuntamenti e relazioni nel corso del primo anno. La Finch ha però accennato ad alcuni titoli che secondo lei parlano in modo ottimale dell'argomento, tra cui Rachel sta per sposarsi, che è "uno dei miei film preferiti di sempre. Anne Hathaway fa un lavoro eccezionale nel ritrarre una persona che affronta quel cammino."
Single Drunk Female, la recensione: ricomincio da me, sobria
Tra madre e figlia
"È il cuore della serie" ha detto Sofia Black-D'Elia nel parlare del rapporto tra Sam e sua madre Carol, "è complicata e divertente e strana e raccontata in un modo con cui ogni ragazza può relazionarsi. Ed è stato fantastico metterla in scena insieme ad Ally." L'attrice parla ovviamente di Ally Sheedy, interprete di tanti cult anni '80 e qui nei panni di Carol Fink, che ricambia il favore: "Adoro Sofia, andare al lavoro ogni giorno era una gioia. Del loro rapporto mi piace che è incasinato, è fluido. A Carol non fa piacere che la figlia torni a casa e la costringe a cambiare le sue abitudini, che per esempio non può avere bottiglie di vino in giro e non può bere un bicchiere." Quello di madre è un ruolo in cui Ally Sheedy si è sentita a suo agio, in ogni caso, per il quale ha attinto alla realtà. "Sono una madre" ha raccontato, "e il mio essere madre ha influito su Carol, così come lo ha fatto la mia di madre. La scrittura del personaggio mi ha offerto molte sfumature diverse, ma ho anche attinto molto alla vita reale."
I modelli di Single Drunk Female
Si è parlato anche di ispirazioni, in particolare per la protagonista, chiedendosi come mai le figure femminili che affrontano questo tipo di cammino di recupero siano protagonisti di commedie, mentre non è ciò che capita agli uomini, citando titoli come Mom o Nurse Jackie o la Kaitlin Olson di The Mick. "Non sono la persona più intelligente del mondo" ha risposto Sofia Black-D'Elia, "ma c'è solo una Kailin Olson e provare a fare quello che fa lei è una battaglia persa in partenza. Non ho mai visto una serie come Nurse Jackie come una commedia, mi è sempre sembrata seria, ma dal mio punto di vista non ho inseguito l'aspetto comico a ogni costo, mi sono limitata a dar vita a ogni situazione in modo onesto e vero. A volte è stato triste e cupo, altre divertente, strano e bizzarro. Perché Simone ha dato una base solida e reale a queste storie."