Silo 2, la recensione: una stagione transitoria per una serie comunque avvincente

Torna lo show prodotto ed interpretato da Rebecca Ferguson. Con lei un cast di prim'ordine: Tim Robbins, Common, Harriet Walter e la new entry Steve Zahn. Dal 15 novembre su Apple TV+.

Il profilo di Rebecca Ferguson

Lost fa ancora proseliti, non ci stanchiamo mai dirlo per sottolineare quanto ancora influenzi la serialità moderna. Qualche settimana dopo aver parlato del ritorno di From su Paramount+, ci spostiamo su Apple TV+ per addentrarci nel mondo di Silo, la cui seconda stagione arriverà con appuntamento settimanale dal 15 novembre, dopo il sorprendente ciclo inaugurale del 2023.

Stessa spiaggia, diverso Silo

Silo Rebecca Ferguson
Rebecca Ferguson, assoluta protagonista di una serie corale

Dopo la scalata a livelli della macchinista - poi sceriffo- Juliette Nichols che ricorda quella di Snowpiercer, la verità rischia di venire a galla, o almeno è stata scalfita alla superficie. I poteri forti hanno sempre mentito agli abitanti del silo, la struttura sotterranea dove gli esseri umani si sono rifugiati tempo addietro dopo un terribile ed irreversibile inquinamento atmosferico. Una straordinaria Rebecca Ferguson, anche produttrice, è ancora una volta Juliette, che nella première dimostra tutta la bravura nel mantenere un intero episodio solo sulle proprie spalle (come la serie).

Silo Tim Robbins
La perfidia di Bernard fa da padrona nella stagione 2

La protagonista, dopo essere riemersa, incontra altri silo come il suo. Tra questi il silo numero 17 che contiene, oltre una porta blindata, la new entry principale della stagione, Solo (interpretato da uno Steve Zahn in formissima), un uomo che sembra aver subito a propria volta dei traumi che l'hanno portato quasi alla follia. Tanto che si chiede se la donna sia davvero reale.

Una serie distopica pronta per l'uso

Tratta dalla trilogia di romanzi di Hugh Howey e adattata per il piccolo schermo da Graham Yost, la serie Apple TV+ affronta da una parte ciò che succede a Juliette e Solo, scoprendo nuove risposte alle domande che da sempre attanagliano la popolazione sotterranea, con un inizio di stagione che ricorda ancora una volta la serie ABC. Il personaggio di Zahn sembra chiaramente Desmond, intento a premere ciclicamente un bottone in quella dannata botola fino quasi a perdere la sanità mentale.

Silo 2 Steve Zahn
Una scena di Silo 2 che richiama fortemente Lost

Dall'altra parte, questo secondo ciclo di episodi affronta le conseguenze della scomparsa di Juliette sul Silo 18. Sono tutti convinti sia morta ma rimane un simbolo di speranza per i livelli inferiori e quindi un pericolo per i piani alti. Nascono inevitabilmente gli albori di una rivoluzione in cui si mostra quasi uno specchio della nostra società: chi ha il potere vuole mantenerlo a qualsiasi costo ed è pronto a farsi la guerra anche internamente, mentre chi non l'ha mai posseduto cerca di capire come gestirlo e come diventare un leader. Non manca quindi la cospirazione di fondo che mantiene tutti (anche il pubblico) all'erta.

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L'inizio della ribellione

Silo Common
Common interpreta l'ombra di Bernard

La seconda stagione di Silo continua la regia claustrofobica della prima, ma allo stesso tempo si apre a nuovi ambienti, mentre il colore ambrato della terra ancora una volta la fa da padrone. Le nuove puntante sono di passaggio, con alcune sequenze ridondanti, soprattutto in alcune situazioni ripetute per accrescere il bisogno di ribellione da parte dei bassifondi. Inoltre tutte le storyline sembrano svilupparsi a coppie di due, a partire da Juliette e Solo, confermando la bravura di Yost nel gestire più intrecci contemporaneamente.

Questo schema narrativo si prolunga anche sugli altri protagonisti: Bernard e Sims (due spietati Tim Robbins e Common), il neo-sceriffo Paul (Chinaza Uche) e il suo nuovo vice Hank (Billy Postlethwaite); infine i quattro rappresentanti della rivolta, Knox e Shirley (Shane McRae e Remmie Milner) e Martha e Carla (Harriet Walker e Clare Perkins).

Silo Shane Mcrae
L'anima della rivoluzione

Juliette aveva davvero scelto di uscire? E soprattutto che verità si nasconde là fuori al punto che tutti vogliono tenerla altamente nascosta? Solo il tempo ce lo dirà, ma intanto accomodatevi sul divano e godetevi una serie che si prende tutto il proprio tempo per raccontarvi la sua storia. Anche se bisogna ammettere che la durata dei primi due episodi è più funzionale al ritmo del racconto, rispetto ai successivi. Ma intanto, premete play.

Conclusioni

La seconda stagione di Silo è indubbiamente di passaggio però conferma le caratteristiche che avevano fatto la fortuna del ciclo inaugurale: una tensione narrativa crescente, molte domande in attesa di risposta, il bisogno innato degli spettatori di una buona cospirazione e del volerla svelare a tutti i costi, fomentando una certa voglia di rivoluzione. Un riflesso della società raccontato per livelli, e a coppie di due, permettendo di suddividere la narrazione senza spezzettarla ulteriormente. Un ottimo ensemble di interpreti capitanato dall’incredibile Rebecca Ferguson e dall’apprezzato nuovo volto Steve Zahn, che racconta un silo tutto nuovo con la propria storia parallela. Sono presenti qualche passaggio già visto nella prima stagione e qualche allungamento di troppo, ma nel complesso ci possiamo davvero ritenere soddisfatti, aspettando con ansia l’annuncio di un terzo capitolo.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Rebecca Ferguson riesce a mantenere sulle proprie spalle l’intero primo episodio (e la serie).
  • Steve Zahn, un’ottima new entry (con relativo silo) che strizza l’occhio al Desmond di Lost.
  • La suddivisione delle storyline a coppie.
  • La spietatezza dei personaggi di Robbins e Common.

Cosa non va

  • Qualche ridondanza e ripetizione nello schema narrativo rispetto alla prima stagione.
  • Meno rivelazioni eclatanti.
  • La durata degli episodi dal terzo in poi, eccessiva senza un vero motivo.