Servant 3, la recensione del finale: non è più tempo di servire

La recensione del finale di Servant 3 (3x10), un episodio ricco di avvenimenti e di svolte, nello spirito di una quarta stagione già ordinata e che sarà anche il capitolo finale della storia, il 25 marzo su Apple Tv+.

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Servant 3: un'immagine del finale

Dopo una meravigliosa premiere e una stagione davvero interessante, siamo arrivati alla recensione del finale di Servant 3 (episodio 3x10), un episodio ricco di avvenimenti e di svolte, nello spirito di una quarta stagione già ordinata e che sarà anche il capitolo finale della storia, il 25 marzo su Apple Tv+. Lo "scontro" fra Dorothy e Leanne è arrivato all'estremo e questo porterà conseguenze catastrofiche e inaspettate per tutti i personaggi.

Mamma

Dorothy (Lauren Ambrose) è sempre più fuori controllo, e dopo il plot twist psicologico messo in atto dallo stesso padre, passa le giornate intere con Jericho, tenendolo in braccio, rinuncia a tutti i servizi giornalistici pur di non lasciarlo solo con Leanne (Nell Tiger Free) senza la propria supervisione. Dopo quanto successo, Julian (Rupert Grint) è sempre più preoccupato mentre Sean (Toby Kebbell) vorrebbe solamente passare del tempo utile e sereno con la propria famiglia. Il suo avvicinarsi alla religione fa tornare la tematica nello show, questa volta non necessariamente associato a una sorta di "culto", di setta, ma più a una tranquillità spirituale, a una serenità di cui si va alla disperata ricerca dopo la perdita di un figlio. In fondo Servant è sempre una storia di elaborazione del lutto - perché vanno così per la maggiore in tv? Forse perché vogliono esorcizzare una delle domande più antiche e uno dei dubbi amletici più incessanti per l'umanità? Ovvero cosa c'è dopo la morte, non lo sapremo finché non moriamo, quasi paradossale come situazione. E soprattutto cosa succede a chi resta.

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Servant 3: un'immagine del finale

Dopo la parola "papà" ora Jericho dice la parola "mamma" ed ecco quindi che il punto di vista paterno della seconda stagione possiamo dire essere tornato a quello materno, con una Dorothy in preda al delirio improvvisamente - finora in fondo aveva bene o male creduto a Leanne, le aveva detto che era parte della famiglia e ora si rimangia tutto, in un climax ascendente che porterà a un epilogo davvero inaspettato e che getta delle basi molto interessanti per l'ultimo ciclo di episodi. Per l'occasione torna alla regia della serie Ishana Night Shyamalan, la figlia di M. Night Shyamalan che già aveva dimostrato di seguire le orme del padre ma avere anche una propria identità registica, confermando il proprio occhio vigile nello sviscerare i sentimenti dei personaggi attraverso la macchina da presa, il subbuglio emotivo ma anche spirituale a cui vanno continuamente incontro. Abbiamo tutti bisogno di credere alla fine, tutto sta a capire in cosa o in chi.

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Una favola nera

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Servant 3: una foto di scena

È interessante notare come il personaggio di Dorothy ricordi la protagonista de Il Mago di Oz, ma ci sia anche qualcosa di Pinocchio in questo Servant col fatto che Jericho diventa un "bambino vero" solo in casa, o meglio solo quando Leanne non viene cacciata di casa. E nonostante un test del DNA non abbia necessariamente provato se sia o meno un figlio dei Turner, e sembri non succedere mai niente in questa serie, è accaduto davvero di tutto in questa stagione. Passi avanti nel passato di Leanne sono stati fatti, rivelazioni sono state sbugiardate, il simbolismo che lega la vita all'aldilà è entrato prepotentemente - e letteralmente - nelle mura di Casa Turner, il maniero dell'horror psicologico per eccellenza. In questa stagione usciamo dalla casa ma è come se non lo facessimo mai davvero, arriviamo al parco, con dei ragazzi senzatetto che vengono "accolti" da Leanne e Sean, perché scopriamo che lui stesso lo è stato prima di vivere nell'agio. Un parco che sta sorprendentemente dietro casa Turner ma che non avevamo mai visto, dietro un cancello, che appare nella nuova sigla di apertura e in cui Leanne ha formato una nuova comunità, di cui però stavolta è la leader indiscussa e non la fedele servitrice, come da titolo. Leanne ha preso sempre più spirito di indipendenza in questa stagione: metaforico, sessuale, carnale con Julian, accudente con Jericho, sotto gli occhi sempre più strabuzzati di Dorothy che continua a non ricordare cosa è accaduto un anno prima ma inizia a capire che c'è un vuoto da colmare da alcuni indizi lasciati qui e là. Bisogna ricomporre il puzzle della memoria familiare e se c'è un aspetto che molti film e serie ci hanno insegnato negli ultimi anni è quanto sia potente e importante il ricordo all'interno di un nucleo, sia esso una famiglia o una comunità. L'aver tergiversato così tanto su questo aspetto della storia, sull'amnesia da trauma di Dorothy, ci farà godere ancora di più il momento in cui ricorderà tutto e sarà inevitabilmente messa di fronte alla realtà dei fatti. Ma siamo sicuri che sia sempre la verità la soluzione?

Conclusioni

Concludiamo la nostra recensione del finale di Servant 3 (episodio 3x10) estasiati da come M. Night Shyamalan e gli autori abbiano costruito una stagione con un grande climax narrativo che è culminato nel finale con un evento assolutamente inaspettato. Riportare in vita i morti come successo con Jericho e con Julian nel finale della seconda stagione non porta mai a nulla di buono, e Servant continua a (di)mostrarci un’ulteriore punto di vista e chiave di lettura per l’elaborazione del lutto e per l’importanza del ricordo familiare.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • Un finale che chiude una stagione adrenalinica pur nel suo ritmo lento con un bel colpo di scena.
  • L’interpretazione di Lauren Ambrose, una madre che diventa quasi la regina cattiva di questa favola nera e di Nell Tiger Free, la principessa che sboccia come una farfalla (elemento simbolico ricorrente dello show).
  • La regia di Ishana Night Shyamalan che continua a dimostrarsi più intima e che cerca di coccolare lo spettatore nonostante l’orrore che mette in scena.
  • Si esce da Casa Turner ma non se ne esce mai per davvero.

Cosa non va

  • I sostenitori della lentezza e dell’assenza di avvenimenti nella serie potrebbe trovare questa stagione, pur se penultima, poco risolutiva.