Seberg – Nel mirino: la storia vera dietro il film con Kristen Stewart

Le Pantere Nere, la depressione, la paranoia dell'FBI: la storia vera dietro Seberg - Nel mirino, film disponibile su Netflix e interpretato da Kristen Stewart nel ruolo dell'attrice Jean Seberg.

Seberg – Nel mirino: la storia vera dietro il film con Kristen Stewart

Visto alla Mostra del Cinema di Venezia del 2019, e poi ingiustamente dimenticato, quasi accantonato. Il motivo? Forse perché è una storia tanto vera quanto scomoda, di quelle da mettere nell'armadio, chiudendo a doppia mandata. Forse perché alla regia non c'è un grande nome, ma un semi esordiente, ossia l'australiano Benedict Andrews, che prima del cinema si era occupato di teatro. Di grande teatro: Parigi, Londra, Sydney, fino ai templi di New York come l'Apollo Theatre o il Lincoln Center. Così, raccontandovi la vera storia dietro Seberg - Nel mirino, partiamo da un fatto appurato: escono troppi film, e troppi film - di qualità - vengono trascurati. In questo caso ci ha pensato Netflix a risollevarne le sorti, inserendo Seberg nel catalogo streaming (molto curioso, visto che inizialmente era stato distribuito da Prime Video!).

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Seberg: una scena con Kristen Stewart

Un motivo in più per rivederlo, apprezzando tanto la regia di Andrews quanto l'ottima interpretazione di Kristen Stewart che, capello corto e sguardo triste, interpreta la dolente Jean Seberg. Nome leggiadro, armonioso, sguardo francese, eppure nata nel cuore degli Stati Uniti, a Marhsalltown, nell'Ohio. Statunitense, eppure emblema della Nouvelle Vague, striminzita e mascolina nella t-shirt a righe di Patricia, protagonista femminile di un capolavoro chiamato Fino all'ultimo respiro. Tuttavia, oltre Jean-Paul Belmondo, oltre Jan-Luc Godard, e ben oltre il ritorno in America negli Anni Settanta (Airport con Burt Lancaster o La ballata della città senza nome con con Clint Eastwood), Jean Seberg rappresenta anche uno dei nomi più tragici della storia del cinema, come vediamo nel film di Benedict Andrews.

Seberg, la storia vera

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Seberg - Nel Mirino: Kristen Stewart durante una scena

Un dramma, e un lasso di tempo ben specifico ripercorso dalla sceneggiatura firmata da Joe Shrapnel e Anna Waterhouse. Già perché l'attrice, nel 1968, venne messa sotto tiro dalla COINTELPRO, un programma di controspionaggio gestito dall'F.B.I., in quanto ritenuta potenzialmente nemica degli Stati Uniti d'America. Certo, erano gli anni della Guerra Fredda, erano gli anni degli sproloqui di J. Edgar Hoover e della sua proverbiale paranoia. Ed erano gli anni delle Pantere Nere, a cui si avvicinò Jean Seberg. Ma andiamo con ordine: l'attrice era una figura molto complessa, molto sfumata, poco avvezza alle regole dello show biz, e purtroppo avvolta da un'altalenante depressione. Una vita complicata, e segnata da quattro matrimoni, tutti falliti (più numerose e fugaci relazioni).

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Seberg - Nel Mirino: una scena con Anthony Mackie

Come nel caso della relazione con lo scrittore Romain Gary, da cui ebbe un figlio, Diego, tenuto però segreto allo stesso Romain in quanto sposato. Era il 1962, un anno prima del celebre discorso I Have a Dream di Martin Luther King. Un momento focale per Jean Seberg. In Europa aveva respirato un'aria profondamente liberale, mentre gli Stati Uniti erano chiusi in un razzismo dirompente, nonché impegnati nell'assurda Guerra del Vietnam, aspramente criticata dalla Seberg. Dopo essere divenuta icona della Nouvelle Vague, l'attrice pretendeva di più dalla sua coscienza politica, manifestando in modo marcato le sue critiche verso la politica statunitense. Cosa che, appunto, non piacque all'FBI.

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Ecco chi era Jean Seberg

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Seberg - Nel Mirino: Anthony Mackie in una scena

Tutto qui? Macché: come vediamo in Seberg - Nel mirino, ci fu una vera e propria persecuzione da parte della COINTELPRO, che aveva già schedato Malcolm X. L'idea di Jean Seberg, poi, si fece ancora più pericolosa quando intraprese una relazione con l'attivista afroamericano Hakim Jamal (nel film interpretato da Anthony Mackie), cugino dello stesso Malcolm X, e referente assoluto delle Pantere Nere. Per l'FBI, la relazione era una sorta di affronto intollerabile. Per di più, Jamal, era già sposato (il New York Times rivelò nel 1981 che la moglie, Dorothy, telefonò al padre dell'attrice cercando di convincerlo a dissuadere la figlia). L'opinione pubblica catalizzò l'attenzione sulla questione, intanto che la stampa non rinunciava a mettere in cattiva luce la Seberg. Come se non bastasse, venne messa sotto sorveglianza, con le indagini seguite da Jack Solomon (Jack O'Connell).

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Seberg - Nel Mirino: Kristen Stewart in una sequenza

La vicenda dell'attrice, tra l'altro, dimostra l'assoluta schizofrenia della politica americana esasperata tra gli anni Sessanta e Ottanta, affievolendo ancora di più la struttura psicofisica della donna, intanto rimasta incita dell'attivista Carlos Navarra (nonostante Newsweek, a cui farà causa, insinuava che il padre fosse un altro attivista delle Black Panther, Raymond Hewitt). Sua figlia, Nina, morirà però appena tre giorni dopo il parto, nata asfittica, in quanto la donna stressata ebbe un parto prematuro. Un colpo molto duro, che riaprì la strada alla depressione. Farmaci, pasticche, barbiturici. Abusi e consumi, portando Jean Seberg alla morte: dopo dieci giorni, venne trovata morta nella sua automobile. Qualche dubbio, ma tutto faceva pensare ad un suicidio. O meglio, forse era meglio etichettare la morte come suicidio, senza indagare più di tanto. La dolce e cara Jean Seberg, oggi, riposa nello sconfinato cimitero di Montparnasse, al centro di Parigi.