Sconnessi: Ricky Memphis e Fabrizio Bentivoglio, “I social sono pericolosi”

Arriva in sala una commedia tutta italiana sulla dipendenza dalla rete. Ecco cosa ha raccontato il cast del film durante la presentazione del film alla stampa.

Iperconnessi, nomofobi, alla ricerca ossessiva del selfie perfetto, persi sugli schermi dei propri smartphone, così vicini eppure così lontani. Nel nuovo film di Christian Marazziti, Sconnessi, gli italiani ne escono fuori così: "Ci si fidanza prima su Instagram e poi nella vita reale", scherza alla presentazione del film alla stampa uno dei più giovani protagonisti del cast, Lorenzo Zurzolo.

Sconnessi: Ricky Memphis in una scena del film
Sconnessi: Ricky Memphis in una scena del film

Sullo schermo è Giulio Ranieri, uno dei componenti della variegata famiglia protagonista che, riunita in uno chalet di montagna per il compleanno di papà Ettore (Fabrizio Bentivoglio), si ritroverà a fare i conti con l'assenza di connessione a causa di una tormenta di neve. Nel cast anche Ricky Memphis, Carolina Crescentini, Stefano Fresi, Antonia Liskova, Eugenio Franceschini, Giulia Elettra Gorietti e Benedetta Porcaroli.

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Dipendenza da smartphone

Sconnessi affronta in chiave ironica la dipendenza dalla rete. Vi siete ma scoperti dipendenti dai vostri smartphone?

Sconnessi: Ricky Memphis e Carolina Crescentini in una scena del film
Sconnessi: Ricky Memphis e Carolina Crescentini in una scena del film

Fabrizio Bentivoglio: No, non ho profili social e non soffro di nomofobia, anzi sconsiglio di aprire profili social perché mi sembrano pericolosi per sé e per gli altri, non capisco la mania di pubblicare qualsiasi battito di ciglia si faccia.

Christian Marazziti: Io sì, il giorno del mio compleanno ho ricevuto centinaia di auguri, quando stavo per rispondere il telefonino si è spento e ho subito pensato: "Oddio, adesso crederanno che non voglio rispondere agli auguri!". Ho attraversato un momento di panico totale: ansia, paura, tremori, mi sono sentito totalmente sconnesso e ho capito cosa vuol dire nomofobia. Da qui è venuto fuori il titolo del mio film; sono un po' Mr. Bean, me ne succedono di tutti i colori e ogni tanto ne approfitto e lo porto sullo schermo.

Stefano Fresi: No, non sono mai stato nomofobo e l'ho scoperto nel migliore dei modi, dimenticando cioè il cellulare e realizzando che dopo i primo quaranta secondi di smarrimento non si sta poi così male, anzi resisto giorni senza connessioni. Senza Wikipedia si vive!

Ricky Memphis: Neanche io mi considero dipendente dal telefonino, ho tante dipendenze, ma non questa. Non ho account social, ma sono un amante dello smartphone e mi piace essere connesso, uso internet in modo sano e penso sia una cosa meravigliosa e atroce allo stesso tempo se si incappa nell'uso sbagliato. Anche per me i social sono pericolosi, mi danno la sensazione di tenere aperta la finestra di casa.

Antonia Liskova: Bisogna saperli usare con testa ed equilibrio, senza abusi, e riuscire a prenderne il meglio.

Sconnessi: Giulia Elettra Gorietti in una scena del film
Sconnessi: Giulia Elettra Gorietti in una scena del film

Benedetta Porcaroli: Credo di aver sofferto di nomofobia quando ero più piccola, stavo sei o a volte anche sette ore al giorno davanti al Pc, mi piaceva. Poi crescendo mi sono accorta di quanto sia pericoloso, e quanto sia facile ad esempio incappare in sconosciuti; è un mondo utile ma estremamente pericoloso. Oggi per me è solo un momento di svago; anche se quando mi è capitato di perdermi per strada alle tre di notte senza soldi e telefono, un po' di paura mi è venuta!

Giulia Elettra Gorietti: Fino a qualche anno fa somigliavo un po' al mio personaggio, ero assolutamente contraria all'uso degli smartphoe, poi mi hanno regalato un maledetto iPhone... il rischio è di perdersi, quindi è sempre necessario e sano cercare di rimanere in contatto con se stessi.

Eugenio Franceschini: Non ho uno smartphone, ho dei profili social per necessità professionali e sto provando a usarli anche se con molta fatica.

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Il web e i social

Avete mai sofferto di altri tipi di dipendenza? C'è qualcosa di cui non potreste mai fare a meno?

Sconnessi: Carolina Crescentini in una scena del film
Sconnessi: Carolina Crescentini in una scena del film

Fabrizio Bentivoglio: L'unica mia dipendenza è quella da caffè e sigaretta!

Christian Marazziti: Sono un cinefilo e sto sempre al cinema, almeno tre volte a settimana, è una malattia cronica, ho sempre voglia di viaggiare, spaziare, a volte ci vado anche da solo.

Come giudichi il tuo personaggio?

Fabrizio Bentivoglio: Ettore cerca di sconnettere i suoi familiari per poter tornare a guardarli in faccia e riallacciare dei rapporti che evidentemente si sono sfilacciati e usurati; nella sua ingenuità riesce nell'obiettivo.

Come genitori quanto vi preoccupa la rete?

Sconnessi: Fabrizio Bentivoglio in una scena del film
Sconnessi: Fabrizio Bentivoglio in una scena del film

Ricky Memphis: Tantissimo, anche se cerco di controllare i miei figli e di spiegargli come usare certi strumenti dandogli dei limiti e degli esempi. È un mondo così infinito che da genitore spaventa, spero di riuscire a trasmettere il senso del pericolo senza traumatizzarli.

Stefano Fresi: Fa parte del processo educativo di qualsiasi genitore spiegare ai propri figli che al mondo c'è altro rispetto ai telefonini e ai social. Trincerarsi dietro al "togliamo il tablet per un giorno" è un palliativo che non risolve il problema, leviamo invece ai genitori la possibilità di usare tablet e cellulari come via di fuga al dialogo con i propri figli o per tenerli a bada al ristorante. Serve solo un po' di sana educazione.

Come vivete l'intrusione dei social nella nostra vita?

Sconnessi: Eugenio Franceschini in una scena del film
Sconnessi: Eugenio Franceschini in una scena del film

Christian Marazziti: Ogni giorno siamo bombardati da post, selfie, ormai l'immagine è stata superata dall'ossessione nella ricerca della perfezione assoluta, siamo alla deriva. C'è una corresponsabilità tra genitori e educatori nei confronti dei figli, la dipendenza da internet sta prendendo il sopravvento. E questo film invita a ritrovare un equilibrio, a tornare a parlare e a relazionarsi.

Stefano Fresi: Credo sia una questione di tempo di decantazione. Forse ci vorranno cinquant' anni prima di imparare a usare bene i social e nel frattempo tutto peggiorerà, ho paura che una soluzione non sia così immediata perché la possibilità di comunicare con tutto il mondo in modo così veloce è un problema filosofico- sociale enorme, grande quanto le glaciazioni.

Sconnessi: Benedetta Porcaroli e Lorenzo Zurzolo in una scena del film
Sconnessi: Benedetta Porcaroli e Lorenzo Zurzolo in una scena del film

Ricky Memphis: Il problema sono le persone, i governi, il tessuto sociale e non la tecnologia. Diamo la possibilità ai giovani di distrarsi dagli schermi!

Giulia Elettra Gorietti: I politici hanno iniziato a postare meglio delle fashion blogger!

Maurizio Mattioli: Ho una sola dipendenza, quella dai farinacei, non so usare il telefono né i social, ho una persona che ha il compito di curare i miei profili, so leggere messaggi ma non so mandarli. Tutto questo non mi pesa, si riesce a vivere anche senza connessione.