School Of Mafia, Paola Minaccioni: “La mia Carmela è un personaggio rivoluzionario”

L'attrice è una delle sorprese di School Of Mafia, il film al cinema dal 24 giugno: l'abbiamo incontrata insieme al cast - Nino Frassica, Gianfranco Gallo e Maurizio Lombardi - e al regista del film.

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School of Mafia: un'immagine della commedia

It's a men's world, canterebbe James Brown se dovesse dare una sigla a School Of Mafia, film comico di Alessandro Pondi in uscita al cinema il 24 giugno. Sì, quello mafioso è un mondo di uomini. Personaggi crudeli come Don Turi 'u Appicciaturi (Nino Frassica), Salvo Svizzero (Maurizio Lombardi), Don Masino Mazzarò (Gianfranco Gallo). Sono i boss che i tre protagonisti, tre ragazzi che hanno preso una strada da quella dei propri padri, tre boss mafiosi di New York, incontrano in Sicilia, e dovranno dare a loro lezioni di Mafia. Ma poi accade che, in questo mondo di uomini, appaia una donna che non ti aspetti. La Carmela disegnata da Paola Minaccioni, vera sorpresa del film, è una donna di Mafia completamente diversa da quella che abbiamo visto nei film. Non è remissiva, non è discreta. È esplosiva, una vera comandante, e indossa una fluente e selvaggia chioma bianca. Iniziamo da lei le nostre interviste al cast di School Of Mafia.

La video intervista al regista e al cast di School Of Mafia

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Nino Frassica: "Ho cercato di ridicolizzare i boss"

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School of Mafia: una foto della commedia

Come è nato allora il personaggio di Paola Minaccioni? "L'idea era che fosse un po' una selvaggia, con questi capelli sciolti, mai acconciati" ci spiega l'attrice. "Che fosse una che vive in campagna, che va molto verso l'essenza delle cose. È una donna spietata, feroce che farebbe qualsiasi cosa per salvare i suoi, ma contemporaneamente chiede ai padri se hanno mai prestato attenzione ai loro figli. È un personaggio un po' rivoluzionario da questo punto di vista". Chi invece rientra nei cliché del boss mafioso nella sua esteriorità, per poi smontarli dall'interno con la sua verve comica, è Nino Frassica. Che qui appare senza baffi, con una cicatrice sulla guancia, ed è subito in un nuovo mondo. "È stato facile", ci risponde. "È un personaggio che conosco. I boss li conosciamo, sappiamo che è sono tipi abbastanza prevedibili e ho cercato di ridicolizzarli al massimo".

Maurizio Lombardi: "Avevo mio personaggio in valigia"

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School of Mafia: un momento del film

Anche Maurizio Lombardi riesce a dare un nuovo ritratto di un mafioso, facendo del suo personaggio un dandy, perfetto per il suo fisico e il suo aplomb, che avevamo tanto apprezzato nella serie 1994. "Avevo in embrione un personaggio simile a Salvo Svizzero" ci spiega. "Hai nella valigia un po' di caratteri che tiri fuori e cerchi di sistemare in base alle direttive del regista. Alessandro mi ha chiamato e mi ha detto: pensa a questo nome, Salvo U'Svizzero. E allora mi si sono aperti mondi di bianco, di anelli, di gilet, di storie particolari. E il personaggio è diventato un dandy. È tutto tranne che un mafioso. Quello che vuole fare è il mafioso, come il padre, ma è il meno mafioso di tutti". Gianfranco Gallo, che siamo abituati a vedere in ruoli drammatici, qui riesce a divertire, ma anche a fare un personaggio minaccioso, che servisse a far girare intorno a lui i caratteri comici e a valorizzarli. "Al cinema faccio ruoli drammatici, a teatro faccio commedie, addirittura farse" ci racconta. "Il mio è un mafioso da commedia. Serviva la sua forza, la sua veemenza per poi far scaturire le situazioni divertenti degli altri personaggi".

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School of Mafia: una scena

Nel segno di Scorsese, Coppola, Leone e Soderbergh

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School of Mafia: una scena del film

A confezionare tutto c'è Alessandro Pondi, al suo primo film di genere, che gli ha permesso di tirare fuori tutta la sua passione cinefila. "I film di Mafia che amo sono tantissimi" ci racconta. "Da Scorsese, e Quei bravi ragazzi, a Il padrino. Ma qui c'è anche anche molto Leone. Io ho iniziato a scrivere con Luciano Vincenzoni, che è stato lo sceneggiatore di Sergio Leone. E quindi l'amore per lo Spaghetti Western mi ha contagiato. Qui c'è qualcosa di Carpenter. E poi c'è questo discorso fotografico, che va sui toni gialli nella parte siciliana e mostra una New York più azzurrata, per cui mi sono ispirato a Steven Soderbergh e al suo Traffic".