SAS: L’Ascesa del Cigno Nero, la recensione: un action thriller familiare e psicologico mancato

La recensione di SAS: L'Ascesa del Cigno Nero, l'action thriller di Netflix sulla piattaforma dal 30 agosto che vorrebbe uscire dai canoni di genere ma non ci riesce.

Nel sempre più folto catalogo di film action originali Netflix che sembrano fatti con un algoritmo, arriva il 30 agosto un prodotto che vorrebbe essere diverso ma non ci riesce fino in fondo, come spiegheremo in questa recensione di SAS: L'Ascesa del Cigno Nero. Girato a Budapest prima della pandemia, il thriller britannico negli UK è uscito su Sky Cinema, essendo co-produttore. Una scelta curiosa che si nota appunto nelle premesse della storia, che però vengono disattese allo spettatore, e nella resa visiva.

RARI COME CIGNI NERI

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SAS - L'ascesa del Cigno Nero: Sam Heughan in una scena

SAS: Red Notice (questo il titolo originale della pellicola) come l'omonimo romanzo di Andy McNabb da cui è tratta, racconta dei cosiddetti "cigni neri" ovvero quei rari psicopatici che, sebbene di norma non riescano a provare emozioni per nessuno, si innamorano perché vengono "compresi".
SAS sta per Special Air Service, la forza speciale militare britannica di cui fa parte Tom Buckingham (Sam Heughan, conosciuto ai più per il ruolo di Jamie in Outlander), che dopo una missione particolarmente difficile decide di portare la fidanzata Sophie (Hannah John-Kamen, la The Stranger di Netflix) in un romantico viaggio a Parigi per farle la proposta di matrimonio. Il giovane opta per il treno che viaggia sottoterra attraverso la Manica invece dell'aereo, per rendere la partenza ancora più speciale.

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SAS - L'ascesa del Cigno Nero: Ruby Rose in una sequenza del film

Purtroppo per entrambi il viaggio si rivelerà unico per altri motivi: a mettere i bastoni fra le ruote alla coppia in essere, infatti, arriva un gruppo di mercenari (i Cigni Neri appunto) capitanato da Grace Lewis (l'ex Batwoman Ruby Rose) che assalta il treno prendendo in ostaggio i passeggeri con la minaccia di farlo saltare in aria. Tom dovrà quindi bilanciare il proprio dovere e amore per la madrepatria con quello che prova (apparentemente) per la fidanzata e riuscire a portare tutti a casa sani e salvi. Diciamo apparentemente perché anche lui, come Grace e tutti i Lewis, sembra non provare minimamente rimorso per le uccisioni compiute nelle missioni, dato che si tratta "di lavoro". Questo preoccupa Sophie, che al contrario salva vite umane facendo il medico, e non capisce quindi se Tom sia davvero innamorato di lei e se può fidarsi davvero di lui.

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LA FAMIGLIA OMICIDI

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SAS - L'ascesa del Cigno Nero: Andy Serkis in una scena

È a questo che servirà tutta la vicenda sul treno: a mettere a confronto i protagonisti con i propri demoni e fargli fare un percorso di autoconsapevolezza e accettazione, in modo che Tom e Sophie provino a capire il punto di vista dell'altro. Solo che il percorso rimane appare scalfito, e se questo, insieme insieme alla regia dinamica che utilizza il più possibile gli ambienti e l'effetto claustrofobico del treno e della galleria in cui il treno rimane bloccato, dovevano essere i due elementi che distinguevano SAS: L'ascesa del Cigno Nero dagli altri action thriller, il risultato è scarso. Non solo per la recitazione poco convinta dei protagonisti - nonostante il cast impreziosito da Tom Wilkinson e Andy Serkis, e la partecipazione di Tom Hopper, il Luther di The Umbrella Academy - ma anche per la messa in scena non pienamente riuscita. Si cerca di rimanere nei canoni del genere, pur discostandosene, con colpi di scena abbastanza prevedibili e un epilogo che lascia un po' perplessi. Anche l'altro aspetto che vorrebbe rendere diversa la storia, ovvero quello familiare, lascia il tempo che trova.

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SAS - L'ascesa del Cigno Nero: Ruby Rose in una sequenza

All'inizio infatti ci vengono presentati i Lewis - Grace e il fratello Oliver (Owain Yeoman) e il padre dei due (Wilkinson): nessuno dei tre ci penserebbe due volte ad uccidere l'altro, se fosse per sopravvivere o per il bene di una missione. Non si fanno problemi ad uccidere un intero villaggio del resto.
Allo stesso tempo il nucleo familiare ci viene presentato come detentore di una verità scomoda di corruzione politica, ai piani alti britannici, quasi a voler essere anche un film di denuncia sugli interessi geopolitici spesso in atto. Ma anche qui non si va molto oltre gli intenti iniziali. Si tenta di dare anche maggiore spazio alle protagoniste femminili, come la stessa Grace, villain glaciale apparentemente senza cuore (mentre l'erede maschio, Olly, è considerato un inetto) e Sophie che nel momento del pericolo si improvvisa eroina insieme a Tom e non mera damigella da salvare, senza crederci però fino in fondo.

Conclusioni

Alla fine di questa recensione di SAS: L’ascesa del cigno nero ci sentiamo di bocciare questo nuovo film action thriller che va ad aggiungersi al catalogo Netflix nonostante le premesse volessero renderlo diverso dai precedenti, complice la co-produzione di Sky Cinema. Protagonisti caratterizzati troppo superficialmente e un percorso psicologico promesso ma non attuato, così come l’aspetto familiare e personaggi femminili solo apparentemente forti e sfaccettati, insieme a regia fotografia e struttura narrativa abbastanza nei canoni del genere, con pochi guizzi, rendono la pellicola per la maggior parte dimenticabile.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • Il voler raccontare un action thriller adottando un approccio familiare e psicologico, quindi con due caratteristiche inedite rispetto ai precedenti originali Netflix
  • Un cast impreziosito da nomi come Tom Wilkinson e Andy Serkis…

Cosa non va

  • …ma con dei protagonisti giovani ancora acerbi che propongono delle performance poco sentite
  • L’approfondimento sui personaggi (compresi quelli femminili) e l’epilogo lasciano perplessi e scalfiscono solamente la superficie
  • Pochi guizzi registici e narrativi