Dopo Il primo re, Matteo Rovere ha continuato a immergersi nel mondo dell'VIII secolo a.C., lavorando come showrunner e regista a Romulus, serie in dieci episodi, in onda ogni venerdì su Sky Atlantic (canale 110 e 111 di Sky) e in streaming su NOW TV. Questa volta i protagonisti non sono Romolo e Remo, ma altri due gemelli: Enitos e Yemos (Andrea Arcangeli), nipoti del re Numitor, il cui trono è usurpato dal fratello Amulius. Il destino di Yemos si intreccia con quello di Wiros (Francesco Di Napoli), schiavo che sta partecipando ai Lupercalia, e Ilia (Marianna Fontana), sua cugina, vestale la cui vita cambia all'improvviso.
Su Sky e NOW TV dal 6 novembre, Romulus è una produzione molto ambiziosa (frutto della collaborazione tra Sky Studios, Cattleya e Groelandia): ricostruzione storica, costumi, scenografie sono curati nel minimo dettaglio. Così come la sigla: immagini della serie si alternano tra loro accompagnate dalla voce di Elisa, che canta una nuova versione di Shout dei Tears for Fears. Abbiamo chiesto a Matteo Rovere, in collegamento virtuale insieme a Enrico Maria Artale, regista degli episodi numero 5 e 6, come è stata la genesi di questi titoli di testa così suggestivi.
"La sigla, realizzata da Raoul Marchetti, nella mia idea doveva avere questi elementi ferini, materici, terreni. Era affascinante che fosse un racconto essa stessa" ci ha detto lo showrunner di Romulus, proseguendo "doveva contenere tutti quei segni che poi ci porteranno, espandendosi, al nostro racconto complessivo. Ci sono voluti diversi mesi: è stato utilizzato footage realizzato da noi e footage realizzato ad hoc. Mi piaceva molto l'idea di mettere un brano come _Shout, la canzone dei Tears for Fears, che rappresenta il nostro sguardo sul passato vicino. È una hit di un po' di anni fa e rappresenta, dal mio punto di vista, come noi, da vicino, vediamo il passato. L'idea che questa modernità pop entrasse in modo così dirompente a far battere il cuore, anche metallico, delle nostre armi, della nostra terra che si muove, mi ha stimolato a fare questa scelta particolare. Elisa ha avuto la voglia di farci la gentilezza di interpretarla: per me è una grandissima artista e con la sua voce ha dato veramente corpo a questa hit un po' vintage restituendole modernità, rendendola rock e dandole il vestito adatto per la sigla_".
La video intervista a Matteo Rovere ed Enrico Maria Artale
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La grande battaglia dell'episodio 6 e gli animali di Romulus
Nell'episodio numero 6 c'è un'incredibile scena di battaglia: abbiamo chiesto a Enrico Maria Artale se ha scatenato tutto il Mel Gibson che ha dentro di sé per girarla. Il regista: "Era una scena su cui c'era grande aspettativa, da parte nostra in primis. E anche grande preoccupazione. Il primo problema fondamentale è che stata spostata avanti nel calendario, in una stagione in cui cominciava a fare freddo: quel ruscello che si vede era gelato. È una scena che abbiamo girato per cinque giorni di seguito: abbiamo cercato di ragionare come gli americani, uscendo dalla pianificazione standard per dedicare molto tempo a una scena particolarmente complessa. Gli attori hanno sofferto moltissimo il freddo, però beneficiavano di una grande preparazione, che è avvenuta nel corso di mesi, con gli stessi stunt, e anche di una motivazione che gli davo io. Sul set gli dicevo che dovevano odiare gli stunt come se fossero veramente persone che potevano rubargli il lavoro. Anche nelle sequenze di azione abbiamo sempre cercato, sia io che Matteo che Michele (Michele Alhaique regista degli episodi 3 e 4 n.d.r.), di tenere la barra sull'emotività dei protagonisti. Creare spettacolo, coinvolgere lo spettatore con un impatto visivo importante, ma senza mai fare qualcosa di gratuito, senza mai perdere il focus sul vissuto personale dei protagonisti. In quella scena Wiros e Yemos vivono questo scontro in due modi completamente diversi".
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Nell'episodio introduttivo di Romulus Enitos e Yemos vedono per la prima volta un gatto, che viene dal'Egitto: anche in Il primo re Matteo Rovere ha avuto grande attenzione per gli animali (facendosi arrivare addirittura un cervo dalla Romania per una scena). Come mai questa cura per la fauna? Il regista: "Amo far vedere allo spettatore un mondo diverso dal nostro: quindi un modo in cui la fiera, l'animale - e ne vedremo diversi, lupi, cinghiali - si trova in un ambiente non controllato. Quello di Romulus è un mondo che permea il contesto: fa quasi paura. Inizia a essere dominato e compreso. L'idea di mettere un gatto, che per noi è l'animale più domestico e familiare del mondo, restituendogli una dimensione di qualcosa che è altro, con i protagonisti che lo vedono e non sanno cos'è, perché è stato portato da una terra lontana, è uno scherzo, un divertimento che ci dà la misura di quell'epoca. È vero tra l'altro: gli archeologi hanno confermato che il gatto viene introdotto come animale domestico solo successivamente".
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Sulla direzione degli animali Enrico Maria Artale invece: "Ho avuto qualche problema con i cavalli, invece i lupi erano bravissimi: capivano tutto quello che dicevo, non avevano mai nulla da ridire. Non ho avuto nessuna discussione con un lupo durante le riprese".