Come ogni bambino cresciuto con il mito delle spade laser e seguendo gli insegnamenti di Yoda, Diego Luna non può non essere elettrizzato dal suo ingresso nell'universo di Star Wars, avvenuto grazie a Rogue One: A Star Wars Story con il ruolo di Cassian Andor, spia dell'Alleanza Ribelle che avvicina Jyn Erso (Felicity Jones) per scoprire dove si trova suo padre, Galen (Mads Mikkelsen), scienziato che ha progettato la Morte Nera. Nel tentativo di recuperare i piani di costruzione dell'arma letale voluta dall'Impero, Cassian conosce meglio la ragazza e si unisce a un manipolo di uomini coraggiosi pronti a tutto pur di combattere per la libertà.
Coraggio, ribellione, solidarietà, i temi in ballo sono tanti e importanti, ma per prima cosa all'attore abbiamo chiesto se, da fan, è felice e orgoglioso di essere vestito quasi come Han Solo (Harrison Ford): "Devo dire che il blaster ci si avvicina molto, quasi da film western. Era fichissimo!" ha detto sorridendo, continuando: "Sì, decisamente. Ma il mio personaggio è diverso per molti aspetti: è una spia, è un personaggio più cupo. È un uomo pieno di contraddizioni, Han Solo invece sa esattamente cosa vuole: va dritto al punto e non si ferma. Il mio personaggio è sempre tormentato: è diverso. E sono contento che lo sia, perché nessuno dovrebbe provare a fare di nuovo Han Solo!".
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Oltre a essere un interprete, Diego Luna è anche un regista: nel 2014 ha presentato al Festival di Berlino il film Cesar Chavez, in cui, raccontando la storia del movimento politico messicano, parlava proprio di ribelli. Quanto è diverso mettere in scena una storia del genere, reale, dall'interpretare un ribelle dell'universo di Star Wars? Luna: "Credo di voler parlare di temi che ritengo necessari, sia come regista, grazie a film con cui posso farlo in modo più personale, con la mia voce, sia come attore. Da interprete cerco registi che vogliano dire qualcosa che mi sta a cuore: e Gareth (Edwards) fin dall'inizio ha parlato dell'importanza di raccontare la storia di persone che combattono insieme per la libertà, persone che scoprono che la soluzione è il lavoro di squadra, che bisogna abbandonare le divergenze in modo da poter compiere grandi cose. Credo sia un messaggio importante. E sì, tutti questi personaggi, se non fossero in una galassia molto lontana, ma nella California degli anni '70, avrebbero sicuramente fatto parte del movimento di Chavez".
Senza fare spoiler, abbiamo chiesto all'attore e regista, così, senza entrare nello specifico, se secondo lui l'amore tragico è quello più romantico: "Mmh, domanda interessante: perché me lo chiede? Non si riferisce certo a questo film vero?" ci ha detto sornione, continuando: "Tutte le storie che mi stanno a cuore parlano d'amore. A differenza del mondo in cui vivo in questa galassia lo chiamano Forza, mentre noi lo chiamiamo amore. L'amore è tutto ciò che ha importanza". E quindi tra Lato Oscuro e Lato Chiaro, quale sceglierebbe? "Il Lato Oscuro è molto accattivante: mi piacerebbe esplorarlo, ma come turista" ha risposto, concludendo: "Ma starò sempre con la Forza".