Nel box office mondiale ha superato la soglia del miliardo di dollari di incasso, i fan della saga sono rimasti entusiasti, pubblica e critica lo hanno promosso. Alla fine si può proprio dirlo: Rogue One: A Star Wars Story, il primo tanto atteso (e anche temuto) spin-off di Star Wars, è stato un'operazione pienamente riuscita, tanto che il film ha conquistato un posto nell'universo della saga e nel cuore degli spettatori. Come noto, Rogue One: A Star Wars Story è il primo di una nuova serie di film, indipendenti dalla saga di Star Wars, con riferimenti all'universo conosciuto dai fan ma con nuovi personaggi e una nuova trama. Il film diretto da Gareth Edwards racconta la storia di un gruppo di improbabili ribelli che combattono insieme per rubare i piani della Morte Nera, l'arma di distruzione di massa a disposizione dell'Impero, ed evitarne così la definitiva affermazione.
Personaggi nuovi e, quindi, attori nuovi. Un posto di riguardo lo meritano la nuova eroina Jin Erso interpretata da Felicity Jones e il Capitano Cassian Andor, nei cui panni di cala Diego Luna. Nel cast anche Mads Mikkelsen e Forest Whitaker ma non manca la comparsa a sorpresa di vecchie conoscenze e qualche resurrezione digitale. Naturale che dopo il successo ottenuto nelle sale, Rogue One: A Star Wars Story fosse molto atteso anche in homevideo. La Walt Disney Studios Home Entertainment, praticamente in contemporanea con l'uscita del trailer di Star Wars: Gli Ultimi Jedi che uscirà a dicembre, ha distribuito Rogue One: A Star Wars Story in DVD, Blu-ray, Blu-ray 3D e in confezione steelbook. Andiamo ad analizzare nei dettagli l'edizione più completa, quella con le versioni 3D e 2D, cercando di carpirne segreti, pregi ed eventuali difetti.
1. La confezione slipcase a tre dischi
Per fortuna con Walt Disney Studios Home Entertainment accade quasi sempre che le cose siano fatte per bene. La riprova che anche per l'approdo di un blockbuster come Rogue One: A Star Wars Story in homevideo ci sia stata grande cura, lo si vede già dalla confezione. Come detto, abbiamo potuto esaminare l'edizione contenente sia la versione 3D che 2D del film, e non possiamo che riconoscere subito come sia stata molto opportuna la scelta di separare in un disco i contenuti speciali, per non andare a intaccare la qualità dei dischi riservati al film. All'interno dell'elegante confezione slipcase, con un cartonato a racchiudere l'amaray, troviamo quindi tre dischi blu-ray, due BD50 per le due versioni del film (3D e 2D) e un BD25 riservato ai contenuti speciali. Dischi che, in questa maniera, sono così tutti sfruttati per bene in quasi tutta la loro capienza, cosa che assicura una compressione praticamente invisibile. Ricordiamo in questa sede che oltre a questa edizione, sono in commercio anche il DVD, il blu-ray e un'altra simile a a questa a tre dischi però in confezione steelbook.
2. Quel croma che ricorda i vecchi war movie
Per una volta, nell'analizzare il video, partiamo dall'aspetto cromatico: perché proprio da questo tema affiora forse ancora più nettamente la scelta di spingere il look e lo stile del film verso atmosfere da vecchio war movie, rifacendosi anche alla trilogia classica. Immagini insomma un po' sporche, vissute, mai nette e prive di quella sensazione digitale che troppo spesso sfocia in artificiosità del quadro. Ecco perché anche dal punto di vista cromatico (il resto lo analizziamo tra poco) vengono privilegiate tinte non certo squillanti, ma piuttosto smorzate, tendenti a colori giallastri o marroni sempre tenui,. Decisamente fredde poi le tonalità nelle scene spaziali o comunque in quelle con scarsa luminosità, che non fanno altro che esaltare alcuni particolari lasciati volutamente con maggior evidenza cromatica, quasi a sottolinearne l'importanza.
3. Il video 2D e una morbidezza che è garanzia di fedeltà
C'è una premessa da fare prima di passare alle tante tematiche riguardanti il video. La fotografia di Rogue One: A Star Wars Story firmata da Greig Fraser è infatti piuttosto scura e caratterizzata da una morbidezza probabilmente funzionale al fatto di dover incastrare per bene tanti effetti CGI e addirittura rievocazioni digitali di personaggi del passato, come il governatore Tarkin e la Principessa Leila. Non c'è dunque da spaventarsi se soprattutto nella prima parte l'impressione è quella di non trovarsi davanti a un quadro tagliente, perché in realtà il quadro, peraltro sempre compatto e senza sbavature, risulta fedele al girato. La sensazione di un dettaglio non proprio incisivo, soprattutto negli elementi in secondo piano, quindi c'è, è reale, ma questo non dipende certo da qualche problema nel riversamento. Anzi, la sensazione nelle sale era pressochè identica e in realtà la definizione del blu-ray è eccellente e l'effetto pastosità è insito nell'immagine volutamente un po' sporca. Anche questo aspetto di morbidezza, comunque, tende ad affievolirsi con il passare dei minuti e con l'entrata di ambientazioni anche più favorevoli a far emergere la purezza del dettaglio e dei particolari, per un quadro che nel complesso è pienamente convincente.
4. Battaglie, buio e nebbia: ma il quadro resta compatto
In ogni caso, che la qualità del riversamento sia alta, lo rivelano proprio quelle scene che presentano condizioni estreme. Spesso all'oscurità si abbinano pioggia, nebbia ed altri elementi che certamente non facilitano il lavoro dell'encoder. Ebbene, oltre alla già citata morbidezza del tutto fisiologica, va detto che in queste scene così critiche il quadro rimane piacevolmente compatto e perfino incisivo, senza che si manifestino sbavature o artefatti, che potrebbero essere sempre in agguato in queste circostanze. Il dettaglio in questi momenti resta comunque alto, i particolari emergono sempre dalle ombre e soprattutto la compressione, grazie alla già citata gestione del materiale, non inficia minimamente la resa delle immagini.
5. Il 3D, tanta profondità ma pop-out assenti
E la visione in 3D? Niente paura, non ce ne siamo dimenticati. Se siete di quelli che in questo campo privilegiano gli effetti pop-out, Rogue One: A Star Wars Story non è certo il film più spettacolare sotto questo aspetto. Anzi, di effetti di questo tipo non ce ne sono quasi, ma a esaltare il 3D resta la spiccata sensazione di profondità costantemente presente, sia nelle scene spaziali che negli interni. Insomma l'impressione di essere immersi in un mondo tridimensionale è sempre presente, anche se non urlata, e alcuni effetti spettacolari e particolarmente suggestivi per l'occhio non mancano di certo, vista la spettacolarità del materiale. Ma è ovvio che le numerose ambientazioni piuttosto strette e i tanti luoghi bui e oscuri nono sono esattamente l'ambiente ideale per esaltare il 3D e rendono inevitabilmente piatto il quadro. Peraltro va sottolineato che alcuni difetti tipici del 3D, come ghosting e abbassamento della luminosità, sono praticamente assenti, va solo segnalato uan percezione minore di nitidezza in alcuni momenti più critici.
6. L'audio inglese e la differenza fra 2D e 3D
E passiamo all'audio per sottolineare subito una curiosa differenza dell'audio originale inglese, che nella versione 2D troviamo in DTS-HD Master Audio 7.1, mentre in quella 2D si ferma a un DTS-HR 7.1. Attenzione dunque che la fascetta presente in confezione, che abbina il DTS-HR anche al 3D, è errata. Va detto comunque che le differenze fra le due tracce, pur presenti, sono davvero sottili. In ogni caso la spettacolarità è assicurata, con un massiccio utilizzo dell'asse posteriore in tutte le numerose scene di battaglia, e un sub che quando è il caso i muscoli li mostra tutti e senza risparmio. Tra astronavi, spari, scontri e sparatorie, i diffusori sono costantemente chiamati a recitare un ruolo di primo piano: per lo spettatore la resa è avvolgente, con un dettaglio fine molto curato e preciso, e una separazione dei canali tagliente. Di conseguenza la spazialità è eccezionale, anche se c'è la sensazione di non aver toccato proprio il top ascoltato in altri prodotti. Detto questo, la battaglia di Scarif è assolutamente tutta da gustare, mentre dialoghi e resa della colonna sonora sono impeccabili.
7. Audio italiano ottimo e coinvolgente, ma manca la grinta del lossless
La traccia italiana, invece, si ferma a un DTS 5.1 che comunque è full rate e risulta di ottima qualità, pur con le naturali pecche rispetto alle tracce originali. In generale a perderci è il microdettaglio (del resto ci sono due canali in meno), la pressione sonora generale in termini di aggressività, e soprattutto la dinamica, che risulta in qualche modo frenata rispetto alla potenzialità della scena, non sfruttandone tutto il range sonoro. Detto questo, lo spasso è comunque assicurato: il sub fa un egregio lavoro a livello di bassi (anche se non arriva la botta allo stomaco come nelle tracce inglesi) e l'irruenza dell'asse posteriore, pur non devastante, permette di vivere la sensazione di essere costantemente al centro delle vicende e perfino nello spazio, durante lo sfrecciare delle astronavi. Semmai i momenti più frenetici denotano talmente tanti effetti da penalizzare un po' la separazione dei canali. I dialoghi scontano la minor naturalezza rispetto all'originale, e a parte qualche momento in cui sono un po' chiusi, risultano sempre chiari e hanno un timbro deciso, mentre la colonna sonora avvolge con calore e armonia.
8. Gli extra parte 1: le idee, il look, la storia e gli effetti speciali
Come si diceva, ai contenuti speciali è dedicato un disco bonus apposito. Sul piano della quantità, non siamo di fronte a un materiale travolgente, circa 75 minuti, ma la qualità e l'interesse dei contributi sono alti e permettono di approfondire varie tematiche del film. Abbiamo individuato in sostanza due filoni: la realizzazione del film e i focus dei personaggi. Il primo filone non può che aprire con L'idea per Rogue (9 minuti), con John Knoll della ILM che spiega la nascita del progetto, l'idea di farne il primo spin-off di Star Wars, la scelta di affidare la regia a Gareth Edwards e la costruzione dei personaggi. Si prosegue con Visioni di speranza: Il look di Rogue One (8' e mezzo), featurette nella quale i realizzatori spiegano la sfida affrontata nel progettare un mondo che ben si adattasse all'universo Star Wars, pur conservando una sua unicità, con tutte le modifiche anche piccole apportate in corso d'opera su tutti gli aspetti dei personaggi e delle ambientazioni. La principessa e il governatore (6') è invece un approfondimento sulle metodologie utilizzate per ricreare digitalmente sullo schermo due dei personaggi fondamentali, fra i più iconici della trilogia classica. Si chiude poi con Epilogo: La storia continua (4'), rapido sguardo alla premiere del film, con spazio anche per i commenti dei fan e dei realizzatori, e con Connessioni Rogue (4' e mezzo) un contributo che illustra curiosità e segreti riguardanti incroci e riferimenti del film con la saga classica.
9. Gli extra parte 2: alla scoperta di tutti i personaggi
L'altro filone permette come detto di approfondire i vari personaggi, grazie anche ai loro interpreti. Jyn: la ribelle (6') offre un approfondimento sul personaggio di Jyn Erso interpretato da Felicity Jones, la sua personalità, la preparazione e la storia che la rendono unica nell'universo Star Wars. Si passa poi a Cassian: la spia (4'), che invece è ovviamente un focus su Cassian Andor e il suo interprete Diego Luna, con l'analisi e la storia del personaggio. È quindi la volta di K-2SO: Il droide (8'), curiosa featurette dedicata al sarcastico droide, al suo design, al suo carattere, al lavoro di motion capture con Alan Tudyk e soprattutto all'umorismo portato dall'attore al personaggio. Baze e Chirrut: i Guardiani dei Whill (6'), è invece uno speciale sul rapporto tra Baze e Chirrut, raccontato dai loro interpreti Jiang Wen e Donnie Yen. Gli attori discutono sui loro ruoli e sul legame tra i loro personaggi, nonché sulle loro esperienze durante le riprese. Bodhi e Saw: il pilota e il rivoluzionario (9') è parallelamente una featurette sui personaggi interpretati da Forest Whitaker e Riz Ahmed con audizioni, carattere dei protagonisti e il lavoro svolto dagli attori per prepararsi a questi ruoli. L'Impero (8'), come dice il titolo, è invece un contributo dedicato a Dart Vader e ai protagonisti principali dell'Impero, tra Galen Erso, Orson Krennic e il governatore Tarkin, con una carrellata sui cattivi e gli attori che ne vestono i panni.
10. Una bella edizione per un grande spin-off
Ne abbiamo sviscerato tutti i dettagli e la conclusione è che quella di Rogue One: A Star Wars Story è un'edizione homevideo che, pur con qualche piccolo neo, è di quelle da non perdere. Ma il valore aggiunto è che a un homevideo di qualità stavolta si abbina anche un gran bel film. Perché diciamolo chiaramente, quando si tratta di spin-off, non sempre il gioco vale la candela, anzi. Qui invece siamo di fronte a un signor spin-off, che alla spettacolarità degli effetti quasi scontata per questo tipo di prodotti, ha abbinato una storia potente ed emozionante, capace di rifarsi all'universo di Star Wars ma al contempo di avere una sua unicità. Applausi.