Rocketman, la recensione: la vita di Elton John diventa un film a tratti irresistibile

Rocketman, la recensione: il biopic musicale su Elton John entusiasma grazie ad un perfetto uso delle canzoni e alla performance di Taron Egerton.

Partiamo dalle cose importanti: la difficoltà maggiore di scrivere questa recensione di Rocketman è la quasi incontenibile necessità di cantare a squarciagola le tante meravigliose canzoni di Elton John mentre siamo nella sala stampa del Festival di Cannes 2019. È vero che siamo in pubblico, circondati da gente che scrive e lavora, ed è solo per questo che (probabilmente) eviteremo di dare spettacolo, ma vi assicuriamo che in questo momento la voglia di mettere su un album qualsiasi della rockstar britannica è davvero tanta.

Già questo dovrebbe dare un'idea, quantomeno vaga, di quanto questo Rocketman possa essere davvero coinvolgente e, almeno sotto certi aspetti, evidentemente riuscito. Perché il più grande merito del film di Dexter Fletcher risiede proprio nell'utilizzo che fa di alcune canzoni, trasformando quello che poteva essere l'ennesimo biopic musicale uguale a tanti altri in un vero e proprio musical, con un tripudio di coreografie eccentriche e visionarie che riescono a rendere al meglio non solo la musica ma anche la vita esagerata e sopra le righe di Elton John.

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Rocketman: Taron Egerton è Elton John in una scena del film

Una trama che segue gli esordi esplosivi della rockstar

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Rocketman: Taron Egerton con il bellissimo costume creato da Julian Day

La trama di Rocketman prende il via proprio dal celebre ricovero in rehab della rockstar all'inizio degli anni '90, quando si presentò in clinica con uno sgargiante costume da volatile. Attraverso questa intelligente trovata narrativa, basata su un evento reale e fondamentale per la sua carriera e la sua vita, il film racconta gli esordi del cantante, dalla prima volta che si è avvicinato ad un pianoforte fino al periodo in cui ha rischiato di autodistruggersi a causa dei suoi eccessi. Di alcool, droghe, sesso, lusso sfrenato: perché, come ribadisce la sua controparte filmica in una delle scene chiave, Elton John ha esagerato in tutto e si è goduto ogni momento di quel suo incredibile successo, ma al tempo stesso ha rischiato di pagarlo a caro prezzo.

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La sceneggiatura di Rocketman omaggia il lato più trasgressivo del rock senza mai forzare la mano, ma mostrando questi aspetti in modo naturale e coeso, vivendo spesso anche di contrasti geniali come perfettamente dimostrato dalla scena in ospedale raccontata attraverso la title song. Le canzoni di Elton John, poi, non hanno fatto solo la storia della musica, ma spesso anche del cinema: Tiny Dancer o Your Song sono indissolubilmente legati, soprattutto per un pubblico più giovane, a film come Almost Famous o Moulin Rouge, la scelta quindi di rendere entrambi i numeri musicali più intimisti e personali, con performance live da parte del protagonista, sono assolutamente vincenti e di gran lunga tra le più emozionanti dell'intera pellicola.

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Il cast: Taron Egerton cattura l'essenza di Elton John

E veniamo così all'ottimo Taron Egerton che nel film recita, canta e balla in modo eccellente e senza mai tirarsi indietro. Il suo Elton John non è mera imitazione e nemmeno una ricerca disperata della somiglianza fisica a tutti i costi, eppure riesce a cogliere in modo perfetto lo spirito e l'eccezionale energia che la rockstar metteva nelle sue esibizioni e che l'ha reso poi celebre in tutto il mondo. Tutte le performance più note del cantante - dal primo concerto americano al Troubadour di Los Angeles al celeberrimo video duetto con Kiki Dee per Don't Go Breaking My Heart - sono presenti nel film, ma perfettamente integrate e contestualizzate all'interno della storia che Fletcher ha scelto di raccontare, aiutando così Egerton a rendere nel migliore dei modi l'essenza di Elton John e il suo percorso artistico e personale.

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Rocketman: Taron Egerton è Elton John nella prima foto
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Rocketman: una scena con Bryce Dallas Howard

Altra menzione d'onore va a Jamie Bell, l'ex bambino prodigio di Billy Elliot, che qui interpreta il paroliere Bernie Taupin, partner (lavorativo) storico di Elton John e suo amico più fidato. È proprio il rapporto e il sodalizio tra i due l'altro degli aspetti più riusciti del film e, soprattutto nella prima parte, tra gli elementi più emozionanti. Un po' meno convincente, a causa soprattutto di alcune scelte di sceneggiatura, il ruolo comunque centrale della pur brava Bryce Dallas Howard che interpreta la madre di Elton John o quello del bel Richard Madden, qui chiamato ad interpretare un vero e proprio stereotipo, quello del manager affascinante e senza scrupoli che si approfitta del talento e del successo altrui.

Non un nuovo Bohemian Rhapsody, ma un progetto che punta altissimo come un razzo

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Rocketman: Taron Egerton durante una scena

Per quanto possa essere sbagliato, è inevitabile il confronto con il biopic dei Queen che solo pochi mesi fa ha imperversato nelle sale di tutto il mondo: la verità è che ci troviamo di fronte a due film diversissimi, con quello dedicato a Freddie Mercury che puntava tutto sulla somiglianza fisica del suo interprete e sulla capacità di riuscire a riproporre in modo assolutamente identico alcuni concerti come quello del Live Aid; qui non si cerca mai quel tipo di risultato (anche se i fan di Elton John potranno certamente dirsi soddisfatti), puntando invece molto più in alto da un punto di vista cinematografico, con alcune sequenze davvero memorabili ed entusiasmanti.

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Questo non vuol dire che Rocketman sia un film perfetto, tutt'altro: al di là delle più ispirate parti musical, anche questo film continua a offrire e soffrire una narrazione piuttosto banale e piatta quando si tratta di raccontare dei rapporti familiari e personali del cantante, indugiando su alcuni momenti chiave della sua riabilitazione in modo fin troppo didascalico. La sensazione finale è quindi quella di un film un po' squilibrato, con vette molto alte, forse anche più coraggiose di quel che si poteva immaginare, ma anche degli evidenti cali in termini di scrittura. Non esattamente un razzo che parte velocissimo e vola sempre più in alto senza fermarsi mai, ma comunque un grande passo in avanti per un genere quale il biopic musical che potrebbe avere un ruolo importante nel cinema dei prossimi anni.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di Rocketman, c'è molto di Elton John in questo film e tanto per cui entusiasmarsi, a partire dalla performance stellare di Taron Egerton e l'originale e ispirata messa in scena di alcune delle canzoni più belle e note del cantante. Trattandosi di un film ben più ambizioso e coraggioso, è davvero difficile immaginare un successo pari a quello del precedente Bohemian Rhapsody, ma di certo quest'opera di Dexter Fletcher rappresenta un esempio positivo da seguire (e magari ulteriormente perfezionare) per tutte le altre biopic rock che seguiranno.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Lo spirito esuberante di Elton John emerge in tutta la sua grandezza, grazie alla splendida e complessa performance di Taron Egerton.
  • I numeri musical sono ambiziosi, dai colori sgargianti e ottimamente coreografati: il modo migliore per omaggiare canzoni che hanno fatto la storia della musica pop.
  • Alcune sequenze sono emozionanti e sentite...

Cosa non va

  • ... anche se non sempre prive di retorica o di un didascalismo tipico del genere.