Rocco Schiavone 5, la recensione: il viaggio continua per il vicequestore più anticonformista della tv

La recensione di Rocco Schiavone 5, ogni mercoledì su Rai2 e on demand su RaiPlay, con protagonista il vicequestore interpretato da Marco Giallini.

Rocco Schiavone 5, la recensione: il viaggio continua per il vicequestore più anticonformista della tv

Come potremmo mai iniziare la recensione di Rocco Schiavone 5, una fiction Rai arrivata alla quinta stagione che punta bene o male sempre sugli stessi elementi per raccontare la propria storia? Provando a capire le nuove sfide che nelle nuove quattro puntate, in onda ogni mercoledì in prima serata su Rai2 e on demand su RaiPlay, dovrà affrontare il protagonista interpretato da Marco Giallini. Nato dalla penna di Antonio Manzini e trasportato sullo schermo da Maurizio Careddu alla scrittura e Simone Spada alla regia (dalla terza stagione), Rocco deve affrontare una nuova fase della propria vita e carriera, in cui tutto sembra immutato come le montagne che circondano Aosta eppure sotto la coltre di neve qualcosa si sta smuovendo.

Il viaggio continua

Giallini
Rocco Schiavone 5: MArco Giallini in una scena

La quinta stagione di Rocco Schiavone, co-prodotta da Rai Fiction-Cross Productions e Beta Film Gmbh, riprende dagli ultimi avvicendamenti e ritroviamo uno Schiavone ancora più stanco e disilluso del solito, forse anche colpa della relazione in una fase di stasi con Sandra (Valeria Solarino), a causa della perdita di un rene dopo l'incidente con l'agente Domenico D'Intino (Christian Ginepro). Un sentimento che lo riporta, ancora una volta, a parlare con il "fantasma" della moglie defunta. Tornato in servizio, Schiavone si trova ad affrontare quasi simbolicamente un caso al confine tra Italia e Francia in cui nessuna delle due parti vuole prendersi la responsabilità dell'accaduto e la vuole scaricare all'altra. Proprio come la vita del vicequestore più amato della tv, costantemente divisa tra il voler provare ad andare avanti e rifarsi una vita e il non riuscire a dimenticare il passato con Marina, l'amore che gli è stato portato via troppo presto.

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Spiraglio di novità

Dalmazio Giallini
Rocco Schiavone 5: un momento della serie

Qui la prima novità tra le righe (ma neanche troppo) della stagione: non c'è più Isabella Ragonese (evidentemente impegnata in altri progetti come Il Re) ad interpretare lo spirito di Marina, e al suo posto arriva Miriam Dalmazio, continuando la stessa dolcezza con cui il personaggio si rivolge al marito e i loro dialoghi che sono anche riflessioni esistenziali. Non è l'unica donna "nuova" nella vita di Rocco dato che nella premiere facciamo la conoscenza di un'agente della polizia francese (Diane Fleri), dura, risoluta e schietta, con cui Schiavone dovrà imparare a collaborare per riuscire a risolvere il caso al confine. Si strizza così l'occhio alla rivalità secolare tra italiani e cugini d'oltralpe e si rimette al centro l'essere una città di confine del capoluogo valdostano. Tante sono le donne oramai nella vita di Rocco, compresa la collega e amica medico legale interpretata da Lorenza Indovina, che lo aiuta a "truccare" una partita di calcio di beneficienza tra magistratura e questura. Ma l'unica donna a cui torna a pensare è sempre Marina, quasi in un loop temporale in cui è rimasto fermo.

Elaborazione del lutto, alla quinta

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Rocco Schiavone 5: un'immagine della serie

L'elaborazione del lutto del resto è diversa e difficile per tutti, soprattutto se la persona che ami ti è stata portata via in un attentato diretto a te. Rocco però ha provato ad andare avanti, anche se nei nuovi episodi il passato - sottoforma di Enzo Baiocchi (Adamo Dionisi), il fratello dell'assassino della moglie - tornerà a bussare alla sua porta. Questo è il Rocco Schiavone della quinta stagione: un uomo che tende a ricadere nelle stesse trappole e negli stessi errori della propria anima lacerata e annerita, mentre cerca una strada che lo porti a rivedere un po' di luce. Le oramai proverbiali canne che lo caratterizzano insieme all'atteggiamento cazzone e un po' scostante, soprattutto coi suoi sottoposti, rendono Marco Giallini l'immagine speculare del suo personaggio, e viceversa, ma allo stesso tempo oscurano tutti gli altri personaggi, o quasi. Allo stesso tempo il suo essere sempre anticonformista e al limite della legalità lo rendono una boccata d'aria fresca tra le fiction Rai.

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Quant'è bella la Valle d'Aosta

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Rocco Schiavone 5: una foto di scena

Senza rischiare di incorrere nell'effetto cartolina, Aosta e il paesino oltre il confine francese che si vede nel primo episodio di Rocco Schiavone 5, permettono a Simone Spada e al resto della troupe di distinguersi dal resto della fiction italiana (come ha fatto anche Il Cacciatore) per una regia da noir cinematografico e per una fotografia scura, proprio come i luoghi angusti che racconta ricolmi di neve, in un perfetto contrasto di colori. Location remote, immerse nella natura ancora incontaminata e nella neve, per una regione vista pochissimo in tv e che qui trova la sua massima espressione e dignità. Proprio come il suo protagonista, eternamente irrequieto e allo stesso tempo rassegnato, che guarda dentro quei paesaggi che sembrano infiniti proprio come se guardasse dentro la propria anima. Sperando che riesca a trovare un po' di pace.

Conclusioni

A chiusura della recensione di Rocco Schiavone 5 testimoniamo come i vecchi vizi e virtù del protagonista tornino anche nei nuovi episodi, mentre prova a costruirsi una nuova vita non riuscendo però ad abbandonare la vecchia. La messa in scena rimane il fiore all’occhiello di questa fiction insieme al suo carismatico protagonista, che però oscura quasi tutti gli altri personaggi.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Marco Giallini è Rocco Schiavone e viceversa, oramai non ci sono confini.
  • La regia noir e la fotografia scura che ci fanno conoscere la Valle d’Aosta e i suoi paesaggi mozzafiato, per contrasto pieni di bianco.
  • Il caso che dà il via alla stagione, al confine tra Italia e Francia, simbolico e attuale.

Cosa non va

  • C’è più attenzione per i personaggi femminili che per i personaggi maschili, quasi tutti "succubi" del carisma di Schiavone.
  • Anche le storyline secondarie risultano deboli.