Recensione Ricchi di fantasia: la famiglia, l'amore e...

La recensione di Ricchi di fantasia con Sergio Castellitto e Sabrina Ferilli, un film che, con uno sguardo alla tradizione, prova a raccontare l'Italia di oggi.

Sono Ricchi di fantasia ma sono soprattutto ricchi d'amore, i personaggi del nuovo film di Francesco Miccichè sviluppato sulla base di un soggetto di Fabio Bonifacci. Sì, è indubbiamente una banalità quella che addita i sentimenti e le connessioni autentiche come unici beni davvero preziosi, una banalità non di rado usata per giustificare ingiustizie, ma guardatevi intorno: la precarietà, la "crisi" irreversibile sta impoverendo le persone soprattutto dal punto di vista umano. Invece di cercare di ritrovare fiducia nella solidarietà, la cerchiamo nell'egoismo, nel sospetto e nell'intolleranza.

Ricchi Di Fantasia Sergio Castellitto Sabrina Ferilli
Ricchi di fantasia: Sergio Castellitto e Sabrina Ferilli in una scena del film
Ricchi Di Fantasia Sergio Castellitto Paolo Calabresi
Ricchi di fantasia: Sergio Castellitto e Paolo Calabresi in una scena del film

Sergio e Sabrina (Sergio Castellitto e Sabrina Ferilli) sono una coppia di amanti appassionati che trovano l'uno nell'altra un sollievo dalla frustrazione e dai sacrifici della vita quotidiana: lui è un geometra finito a ricoprire le umili mansioni di un carpentiere, che porta a casa il salario di mezza settimana e subisce angherie e umiliazioni da parte di un miope e venale datore di lavoro, ma anche da una moglie esausta e disamorata; Sabrina sognava di fare la cantante, ed è finita a vivere assieme ai due figli con un ristoratore dispotico e volgare che la costringe a intonare Faccetta nera per intrattenere i clienti più "nostalgici".

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Dall'euforia all'amara realtà

Tutto cambia in maniera drastica quando, per mettere a segno un tiro un po' troppo livoroso e crudele, un collega e vecchio amico (Paolo Calabresi) illude Sergio di essere diventato all'improvviso ricchissimo grazie a un sei milionario al Superenalotto - sogno proibito, di settimana in settimana, di decine di milioni di italiani (secondo i matematici del CNR è più probabile che un asteroide colpisca il nostro pianeta che azzeccare un 6 al Superenalotto). Il nostro eroe molla tutto, strappa via l'amata e i suoi scettici figlioli alla loro vita non perfetta ma economicamente stabile, e si ritrova per strada con loro tre, la propria figlia, il nipotino e l'anziana madre. Svelata la burla, i due innamorati si accordano per proteggere dalla triste realtà i familiari già sul piede di guerra. Faranno i ricchi sotto copertura per sfuggire al fisco, nell'attesa di trovare una soluzione per sfamare tante teste garrule e sospettose.

Ricchi Di Fantasia Sergio Castellitto Sabrina Ferilli Set
Ricchi di fantasia: Sergio Castellitto e Sabrina Ferilli sul set del film
Ricchi Di Fantasia Matilde Gioli
Ricchi di fantasia: Matilde Gioli in una scena del film

Inizia così l'avventura on the road di questa famiglia allargata e mal assortita dal Mandrione alla Puglia, dove Sergio possiede un fantomatico trullo rifilatogli da un creditore, animata da personaggi fortemente caratterizzati ma anche credibili e dalla tante trovate genuinamente comiche della sceneggiatura di Bonifacci e Miccichè. I due interpreti principali che, in omaggio alla tradizione della grande commedia popolare, danno il proprio nome ai loro personaggi, non potrebbero essere più in parte: Sergio Castellitto estroso e ciarliero, Sabrina Ferilli sboccata e savia, i due danno corpo alle caratteristiche più scoppiettanti dei due personaggi infondendo in essi una convincente, un po' malinconica umanità. La regia di Francesco Miccichè, tuttavia, evita di concentrarsi esclusivamente sulle sue star, dando spazio e lustro all'intero cast, dalle splendide nonna e nipote diversamente hippie Valeria Fabrizi e Matilde Gioli ai giovanissimi e irresistibili Siria Simeoni e Vincenzo Sebastiani.

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Beati i poveri in spirito

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Ricchi di fantasia: Sergio Castellitto e Paolo Calabresi in un momento del film

Prende dunque le mosse, Ricchi di fantasia, da un'Italia perfettamente riconoscibile, quella di chi vive arrangiandosi per sbarcare il lunario, ma vive lo stesso, e si trasforma in un opera buffa e un po' sognante, tra sole, mare, fritture di pesce, espedienti vari e un inevitabile deus ex machina che a lungo andare ci lasciano un legame piacevole con questa neo-famiglia che impara a conoscersi e ad accettarsi, e con un amore che deve affrontare una dura prova per riscoprirsi autentico. Se Miccichè e Castellitto parlano di eroi tipicamente italiani, non buoni né cattivi, furbi e ingenui allo stesso tempo, noi ci vogliamo vedere (perché siamo fatti così) anche un messaggio sull'importanza della solidarietà nella disgrazia. Perché, anche senza voler scomodare il karma, ci sono prestigiosi studi di scienziati evoluzionistici che dimostrano una verità che abbiamo dimenticato: l'altruismo è conveniente.

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3.0/5