Dal 2019 al 2025 è successo un quantitativo tale di cose a questo mondo che, normalmente, avviene nell'arco di qualche decennio. Eventi tragici che, in un modo o nell'altro, sono finiti per avere delle ripercussioni anche sull'industria dell'intrattenimento. Fra guerre, cataclismi climatici e pandemia, sicuramente è stata quest'ultima ad avere gli effetti più deleteri sul cinema. Certo, l'invasione russa dell'Ucraina ha sostanzialmente cancellato dalla lista dei mercati internazionali la Russia con cui Hollywood aveva flirtato con molta decisione negli ultimi anni, questo è vero. Ma le ferite che Hollywood si sta ancora leccando, compresa la sostanziale fine di un'altra storia d'amore, quella coi cinema cinesi, sono state inferte principalmente dal Covid.

E per chi, da un punto di vista professionale o di semplice interesse per l'argomento, segue il cinema, ripensare al 2019 fa scendere più di una lacrimuccia. Quello è stato l'anno in cui ben 9 dei 10 film presenti nella top ten dei maggiori incassi globali, hanno superato il miliardo di dollari d'incasso, con Avengers: Endgame addirittura a quota 2,79 miliardi. Solo che, in tutto quel florilegio di blockbuster e sequel basati su questo o quel franchise, anche film come C'era una volta a Hollywood, Cena con delitto, 1917, Parasite, Le Mans 66 e Noi che ottenevano un successo senza pari. In un momento storico in cui tutti sembravano interessati solo ed esclusivamente a pellicole su licenza e di budget strepitosi, le idee originali riuscivano a tenere testa e a trovare il proprio spazio nelle sale e nelle classifiche. Poi però qualcosa si è rotto, a quanto pare.
Lamentele sterili?
Il 2019, a livello di analisi e commenti sui social, non era troppo dissimile da oggi. Tutti a lamentarsi dei film del Marvel Cinematic Universe, del fatto che erano stati prodotti cinque Fast & Furious di troppo, di Hollywood che era in crisi d'idee, pigra, senza voglia di rischiare su progetti che non fossero, appunto, dei blockbuster. Solo che i film originali c'erano e venivano anche visti. Oggi la situazione pare la stessa dal punto di vista delle lamentele. Sono gli esiti a essere cambiati.

E a farcelo capire sono proprio le performance commerciali ottenute da alcune pellicole arrivate nelle sale in questi primi quattro mesi del 2025. Film che con i fumetti, i videogame o i giocattoli non hanno nulla a che vedere che sono stati completamente ignorati dal pubblico.Mickey 17. Novocaine. The Alto Knights.
Un panorama che diventa anche più desolante se andiamo a osservare anche il 2024 e i flop di film come Megalopolis, Horizon - An American Saga parte 1, Here, Fly me to the moon (che, però, vive una situazione "ibrida": è arrivato nei cinema, ma è stato prodotto da Apple per la sua piattaforma streaming). Ora dovrebbe essere più chiaro il perché di questa nostra affermazione: tutti chiedono a gran voce delle "storie originali" per il cinema solo che poi nessuno va a vederle in sala. Nessuno si prende la briga di destinare a queste produzioni i propri soldi e, soprattutto, il proprio tempo preferendo semmai recuperarle in streaming. Che è più comodo. Non è un caso che Christopher Landon, nell'introdurre la sua ultima fatica, Drop, al Chinese Theater, abbia lanciato un vero e proprio appello ai presenti: "realizzare film basati su idee originali sta diventando sempre più difficile, quindi se il film vi piacerà, gridatelo ad alta voce su tutti i social".
A fargli eco, anche il produttore Jason Blum secondo cui l'interesse delle persone verso proprietà intellettuali già note, rende difficile la vita alle produzioni che non appartengono a quel genere anche se è proprio dentro quei confini che "vivono alcuni dei racconti cinematografici più interessanti e audaci".
Come "vendere un film"?
L'abbiamo detto e ripetuto più volte: la pandemia ha accelerato drasticamente alcuni cambiamenti già in atto nel panorama dell'intrattenimento e di come le persone vivano il rapporto con il cinema. Un medium che non deve solo fare i conti con la concorrenza della TV come nei "tempi antichi", ma con uno scenario dove esistono innumerevoli mezzi di comunicazione che lottano fra loro per attirare l'attenzione di un pubblico che è sia enorme che frammentato. Ci sono i social che sono a loro volta suddivisi in piattaforme che vengono frequentate a seconda della fascia d'età a cui si appartiene (per lo meno in linea di massima). C'è YouTube. C'è - o meglio c'è stato - Twitch, che nel post-pandemia ha drasticamente perso rilevanza.

Non è un caso che gli esercenti americani, alla CinemaCon di quest'anno, abbiano fatto presente che nessuno ha problemi a proporre film originali nelle proprie sale, a patto che si tratti di opere che ricevono un'adeguata spinta promozionale. Solo che proprio per via della frammentazione di cui sopra, anche la pianificazione pubblicitaria diventa una camminata su un campo minato. Come capire dove investire con più convinzione per un dato titolo? Purtroppo, non abbiamo a che fare con una scienza esatta. Tanto più che anche la ricetta del successo assicurato che abbiamo citato in più di un passaggio in questa analisi, oggi come oggi si dimostra vera per Un film Minecraft, ma non per i cinecomic dei Marvel Studios o i live action Disney basati sui Classici d'animazione.

Sempre per tornare al 2019: quello era l'anno in cui il remake de Il Re Leone incassava 1,6 miliardi di dollari. Il 2025 è quello del pesantissimo tonfo di Biancaneve. E pure i Marvel Studios, dopo la tiepidissima accoglienza commerciale riservata al quarto Captain America, dovranno capire con Thunderbolts* se la loro ricetta sarà in grado d'incontrare nuovamente i gusti del pubblico.
Un barlume di speranza
Paradossalmente, realtà come Apple e Amazon, che hanno sì delle piattaforme streaming, ma sono solite portare le pellicole da loro prodotte nei cinema, sono due delle principali produttrici di progetti originali. Il perché ve lo avevamo spiegato in un articolo dedicato a Uno Rosso e al perché il suo non era definibile come un vero e proprio flop. Il modello di business di colossi tech come quelli citati, è drasticamente differente da quello di una major cinematografica classica come può essere la Disney.
E non a caso Apple si permette di spendere cifre folli, dai 200 ai 300 milioni, per la realizzazione di lungometraggi fuori scala come Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese o il film sulla Formula 1 con Brad Pitt in arrivo a giugno nelle sale con la regia di Joseph "Top Gun: Maverick" Kosinski. Però appunto: lo fa perché anche se poi al box-office le performance non sono stellari, c'è modo di recuperare con l'home video, il digital e il passaggio su Apple TV+ in streaming. È come se il cinema venisse usato come "promo" per la piattaforma.
Per questo, nonostante due dei più pesanti buchi nell'acqua di questo 2025 siano stati prodotti dalla Warner, Mickey 17 e The Alto Knights, è confortante vedere che lo studio abbia in canna il nuovo film di Paul Thomas Anderson e The Bride di Maggie Gyllenhaal.

Ma a illuminare di speranza è il duo Ryan Coogler & Michael B. Jordan. I due, dopo l'esordio con Prossima fermata Fruitvale Station, hanno brillato riportando in auge il franchise di Rocky con lo spin-off Creed, hanno macinato milioni con Black Panther e ora si stanno godendo le solidissime performance commerciali del loro nuovo film. I Peccatori. Che contrariamente ai precedenti non è collegato a nessuna IP, ma è, anzi, un horror gotico sudista ambientato nel delta del fiume Mississippi nel 1932. Quanto di più lontano possibile dalle confortanti sicurezze dei film tratti da questa o quella saga. 63 milioni di dollari in tutto il mondo nel corso del primo fine settimana. C'è speranza.