Nel 2011, quando diresse Lo studente, Santiago Mitre era un cineasta poco più che trentenne, che fino a quel momento aveva realizzato un cortometraggio, un episodio di un film collettivo e un paio di sceneggiature. Ricompensato con numerosi premi in Argentina ed esportato con successo al Festival di Locarno 2011, Lo studente si è rivelato un ottimo trampolino di lancio per Mitre, che da allora ha firmato altri tre film ed ha partecipato assieme ad illustri colleghi al progetto di 7 giorni all'Havana.
Contraddistinto dall'essenzialità della messa in scena (un'essenzialità che, tuttavia, si rivela perfettamente funzionale alle esigenze della narrazione), Lo studente è costruito interamente attorno al personaggio del titolo: Roque Espinosa, un ragazzo appena sbarcato dalla provincia nella metropoli di Buenos Aires allo scopo di riprendere i corsi universitari, al quale presta il volto con grande spontaneità l'attore Esteban Lamothe.
Catturando la realtà

Il tratto peculiare del film di Santiago Mitre, a partire dalle sue caratteristiche formali (camera digitale, fotografia naturale) e dall'impostazione drammaturgica, risiede nell'istanza di realismo che il regista e sceneggiatore persegue con assoluta coerenza, rinunciando del tutto a colpi di scena e ad eclatanti svolte a livello di intreccio. Al contrario, Lo studente aderisce appieno agli stilemi di un cinéma vérité che si propone come veicolo privilegiato per catturare il reale, restituendoci un microcosmo - l'ambiente universitario - descritto mediante semplici situazioni quotidiane. In tal senso, la pellicola in questione si mantiene lontanissima dai cliché e dagli espedienti, più o meno ruffiani, tipici di un certo "cinema giovanilistico" (anche di casa nostra), andando piuttosto alla ricerca di una naturalezza che costituisce il maggior pregio dell'opera prima di Mitre: un racconto di formazione ancor più acuto e convincente proprio in virtù dell'elevato "grado di verità" dello sguardo del regista, che rinuncia a musiche extradiegetiche e ad altri strumenti di coinvolgimento del pubblico per lasciare invece il massimo spazio al protagonista, alle sue azioni e alle sue scelte, spesso problematiche (l'unica "nota stonata", al riguardo, è rappresentata forse dall'occasionale utilizzo di un voice over alquanto superfluo).
La commedia del potere
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La trama de Lo studente, infatti, è basata sulla parabola di Roque Espinosa, che frequenta corsi di scienze politiche presso l'Università di Buenos Aires e, gradualmente, entra a far parte del sottobosco della politica universitaria. Fin dalle prime sequenze la macchina da presa cattura frammenti della routine della vita studentesca, fra lezioni, dibattiti, riunioni e momenti di svago, per poi soffermarsi sul rapporto fra Roque e Paula (Romina Paula), una giovane docente che non disdegna le attenzioni del ragazzo e, dopo aver intrapreso con lui una relazione sentimentale e sessuale, lo introduce nel mondo della politica dell'ateneo e nel team elettorale guidato dal professor Alberto Acevedo (Ricardo Felix), il quale coltiva ambiziosi progetti per l'immediato futuro. E il film di Santiago Mitre restituisce con formidabile precisione i sottintesi, le complicità, le tensioni e i piccoli giochi di potere: un meccanismo complesso e sfuggente, all'interno del quale Roque riesce ad inserirsi grazie ad un innato carisma e alla sua aria rassicurante e affidabile, in grado di conferirgli un'immensa capacità di persuasione (quasi a rimarcare il parallelismo fra le doti affabulatorie del giovane e il sex appeal sfruttato a fini di seduzione).
Le zone d'ombra della politica
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Nel corso della pellicola, lo spettatore diventa dunque il testimone del percorso professionale di Roque, che dopo aver manipolato i propri compagni di università abbandona definitivamente gli studi per dedicarsi a tempo pieno all'attività di "braccio destro" del professor Acevedo nella sfida per conquistare la carica di rettore, assimilandone nel frattempo l'astuzia e la spregiudicatezza. Ma Lo studente, sapientemente, evita di adagiarsi su un'impostazione di schematico manicheismo, rifuggendo i giudizi morali per lasciare al pubblico la massima libertà di interpretazione. Il film potrebbe apparire dunque come il canonico racconto di una "perdita dell'innocenza"; eppure le innumerevoli sfumature della vicenda, le ambiguità e le zone d'ombra richiedono un'attenzione ed una profondità di lettura che vanno bel al di là di qualunque facile classificazione. Mentre la storia di Roque, nel quale il desiderio di imporsi e di pianificare la strategia vincente fa passare talvolta in secondo piano gli ideali di un sincero progetto politico, finisce per assumere un valore paradigmatico che trascende la mera realtà universitaria.
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Conclusioni
Ricco di finezze psicologiche e di accurate notazioni sugli ambienti della politica universitaria e le sue regole, Lo studente è un film che adopera gli strumenti del cinéma vérité per dipingere un ritratto incredibilmente acuto e realistico del giovane "portaborse" di un candidato alla carica di rettore e del complesso microcosmo che gli gravita attorno. Un'opera prima che si fa ammirare per il suo sguardo sincero e penetrante, del tutto priva di retorica e ben lontana dagli stereotipi del proprio filone d'appartenenza.
Movieplayer.it
3.0/5