I primi due episodi de L'amica geniale versione serie TV, prodotta dal gigante della cable TV HBO e diretta da Saverio Costanzo, sono stati trasmessi la scorsa settimana da Rai1 facendo registrare un incredibile successo di pubblico, che dimostra da una parte la crescente popolarità dei libri di Elena Ferrante da cui è tratto lo show e, dall'altra, l'intelligenza e la buona comunicazione che hanno accompagnato l'impresa. È notizia di poche ore fa, inoltre, che L'amica Geniale è stato rinnovato per la seconda stagione da Rai e HBO. Con gli episodi 3 e 4 - Le Metamorfosi e La Smarginatura - non possiamo dire che la storia della sofferta e inaffondabile amicizia tra Elena Greco e Raffaella Cerullo, l'una figlia dell'usciere del tribunale di Napoli e l'altra figlia dello scarparo del rione, iniziata sui banchi di scuola alla metà degli anni '50, entri nel vivo: non possiamo dirlo ma solo perché questa storia è già viva e pulsante dalle prime righe e dai primi momenti dell'episodio inaugurale, grazie, tra le altre cose, alla bravura delle giovanissime Elisa del Genio e Ludovica Nasti, e grazie alla forza della scrittura di Ferrante, della natura problematica e poco accomodante dei suoi temi, degli impulsi turbolenti e brutali della sua narrativa.
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L'amica geniale 1X3, Le Metamorfosi
Comincia con una sequenza quasi surreale il terzo episodio de L'amica geniale, Le Metamorfosi, un titolo che allude ai cambiamenti che vanno in scena durante l'episodio ma forse anche alla letteratura greca che appare negli orizzonti culturali di due ragazze curiose e avide di conoscenza. Un funerale, quello di Don Achille Carracci, per il cui assassinio viene condannato il falegname Alfredo Peluso, anche se Lila ha i suoi sospetti sui Solara.
Una ellissi temporale di circa tre anni che ci fa ritrovare le protagoniste alle soglie dell'adolescenza; la risata beffarda di Lila che accoglie i cambiamenti nel rione libero dall'usuraio-orco, ma destinata a spezzarsi nell'amarezza: è soltanto cominciata la tirannia violenta dei fratelli Solara, che avrà un effetto particolarmente nefasto proprio su quelle ragazze che sperano di allontanarsi dall'ambiente gretto e patriarcale in cui sono nate, che diventano donne in un rione che cambia, toccato dai primi segnali del boom economico, ma che per loro resta una prigione.
Alle incantevoli Nasti e Del Genio succedono Gaia Girace e Margherita Mazzucco, chiamate a incarnare non più la meraviglia nascente dell'ingegno di Lila e l'insicurezza piena di speranza della piccola Lenù, ma due fanciulle che affrontano i traumi di un periodo di passaggio in cui cambia il loro corpo e cambiano le aspettative degli altri verso di loro. La paura di Elena di fronte al suo menarca è quella, non ancora eradicata del tutto oggi, delle bambine di fronte a un evento inaudito che le coglie completamente impreparate; l'orrore di Raffaella di fronte a quel fatto che le fa assomigliare alle loro madri, claudicanti e sconfitte o magari folli come Melina Cappuccio, è il rifiuto irrazionale e rabbioso di una bambina che troppo vede e troppo sa per i suoi anni.
Intanto la frequentazione tra le due si fa molto meno assidua, perché Lila, a cui è stato negato di proseguire gli studi, rifiuta di interessarsi a quelli di Lenù; ma quando Elena ha bisogno di aiuto la sua amica è capace di superare ostilità e invidie e di mostrare ancora una volta, da quella bottega che tanto le sta stretta, la strada verso la libertà all'amica: Lenù andrà al ginnasio e imparerà a gestire il mistero della sua sessualità, ma Lila non resterà certo indietro.
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L'amica geniale 1X4, La smarginatura
Un'altra immagine potente, in questo caso nel quarto episodio La smarginatura, è quella che precede l'ingresso di Elena Greco alle scuole superiori: il mare, quel mare promesso e negato da Lila anni prima forse con l'unico scopo di rovinare, con quella fuga, le prospettive dell'amica. Lo sfolgorante golfo di Napoli riempie di luce il volto di Lenù, la fotografia di Fabio Cianchetti che distanzia la Napoli di Chiaia dallo squallore del rione e sembra riempire di un fermento quasi rivoluzionario gli animi dei suoi abitanti, a cominciare da Pasquale Peluso, che fa la corte a Elena ma è chiaramente innamorato di Raffaella.
Perché mentre Elena sbircia da lontano il suo sogno d'amore Nino Sarratore, il figlio del ferroviere-poeta che fece impazzire la povera Melina, e accetta solo per vanità le attenzioni di Gino, il figlio del farmacista, Lila è sbocciata in una bellezza ancora acerba ma già conturbante, ed è diventata oggetto dei desideri, delle ossessioni, in qualche caso, dei giovani del rione. Tra questi ci sono i facoltosi Stefano Carracci e Marcello Solara, pronti a inasprire la loro rivalità per le attenzioni di una Lila presto cosciente del proprio fascino e per nulla timorosa a sfruttarlo, anche solo per convincere Pasquale a educarla sulla storia dei conflitti di classe.
Stefano però, pure in nome del suo ardore per la figlia dello scarparo, si mostra incline a sanare un'altra ferita: quella tra la sua famiglia e quella dei Peluso. L'episodio culmina in una festa di San Silvestro che dovrebbe sancire la pace fatta tra i figli di Don Achille e il loro coetaneo comunista Pasquale, ma anche un'alleanza di giovani votata alla lotta contro la prepotenza dei Solara, e si chiude con un'altra scena memorabile, in cui Saverio Costanzo lascia che il rigore della narrazione si sciolga come i margini del futuro disegnato e immaginato da Lila.
La smarginatura è, quasi letteralmente, quella della figura del fratello Rino, con cui Lila aveva condiviso il sogno del calzaturificio Cerullo, della libertà, dei soldi, del potere, avvolta dal fumo dei fuochi d'artificio: stravolto dall'odio e dalla rabbia, e troppo inferiore a lei nell'ingegno, Rino non ha alcuna possibilità contro la violenza di Marcello e Michele Solara. E Lila dovrà cercarsi altri alleati.
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Movieplayer.it
3.5/5