Reacher 2, la recensione: una squadra da salvare per Jack Reacher

La recensione di Reacher 2, la seconda stagione della serie action spy tratta dai romanzi di Lee Child con protagonista Alan Ritchson, dal 15 dicembre su Prime Video.

Reacher 2, la recensione: una squadra da salvare per Jack Reacher

Non si scherza con l'Unità Speciale di Investigazione.

È sempre complesso e delicato realizzare la seconda stagione di una serie di successo. Per le aspettative che il pubblico si è inevitabilmente fatto dopo il ciclo inaugurale e per la direzione creativa da prendere, se continuare sulla medesima via oppure percorrere strade meno battute. Ha fatto una scelta vincente Reacher, la serie Prime Video Original che va a rimpolpare il catalogo thriller della piattaforma che ha visto di recente l'addio di un altro eroe letterario che ha avuto più fortuna in tv che al cinema, ovvero Tom Clancy's Jack Ryan. Reacher, che torna dal 15 dicembre sul servizio streaming con la stagione 2 in appuntamento settimanale, è stata una delle cinque stagioni originali più viste a livello globale su Prime Video al debutto e, come spiegheremo nella nostra recensione, riesce a trovare un modo per rimanere familiare pur scegliendo un nuovo caso e una nuova location.

Nuova missione, vecchio team

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Reacher 2: Alan Ritchson in una sequenza action

Tratta dall'undicesimo romanzo della saga letteraria di Jack Reacher Vendetta a freddo (Bad Luck and Trouble), la seconda stagione di Reacher ci fa ritrovare l'eroe action nomade per antonomasia, che non ha nemmeno un telefono a cui poterlo raggiungere, lontano dall'entroterra americano che aveva caratterizzato il ciclo inaugurale. L'uomo riceve un messaggio in codice che lo informa che uno dei membri della sua ex unità dell'Esercito, l'Unità Speciale di Investigazione del 110° MP, è morto in circostanze misteriose. Il suo viaggio lo porta questa volta tra Atlantic City, la città del peccato dopo Las Vegas, e New York, la Grande Mela che qui diventa più che altro un fulcro di pericoli ad ogni vicolo per i protagonisti. Alan Ritchson risulta più a proprio agio nei panni del personaggio titolare, malamente portato sul grande schermo da Tom Cruise, indossando meglio le sue scarpe e i suoi vestiti usati. Se nella prima stagione era avvicinabile ad uno Sherlock Holmes action, perché attento ai dettagli e a ciò che ne poteva dedurre, che doveva svelare la verità sulla morte del fratello e una cospirazione a livello governativo, in questa seconda diviene ancora una volta leader e ancora più investigatore, trovandosi di fronte ad una sorta di Dieci piccoli indiani action.

Reacher, Alan Ritchson: "Ho memorizzato le battute degli altri per essere un passo avanti come Jack"

New entry vincenti

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Reacher: la squadra protagonista della stagione 2

Una delle difficoltà maggiori di questi nuovi otto episodi era presentarci una squadra mai vista prima ma che da subito avesse il sapore di cameratismo e di persone che avevano già lavorato e (con)vissuto insieme. I nuovi volti scelti ci sono riusciti: Frances Neagley (Maria Sten), ora investigatrice privata sempre piena di risorse e contatti anche più del protagonista, Karla Dixon (Serinda Swan, già vista in Breakout Kings, Graceland e Marvel's Inhumans), contabile forense esperta di numeri e forse più vicina a Jack di quanto si pensi, David O'Donnell (Shaun Sipos, già visto sulla piattaforma in Outer Range), ora padre di famiglia ma sempre abile con il coltello a serramanico.

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Reacher 2: Maria Stein è Frances Neagle

Accanto a loro anche Calvin Franz (Luke Bilyk, cresciuto da Degrassi: The Next Generation), il tatuato Manuel Orozco (Edsson Morales) e l'altro ispanico del gruppo Jorge Sanchez (Andrés Collantes, già visto in A Million Little Things) e infine Tony Swan (Shannon Kook, ex membro dei The 100). Funziona la loro chimica di gruppo e l'aver creato una seconda famiglia meta-televisiva sul set. Completano il cast - forse dall'altra parte della barricata, ma in una serie piena di cospirazioni chi può dirlo - Ferdinand Kingsley nei panni del cosiddetto A.M. ("fantasma") com'è chiamato in codice dalla Sicurezza Interna questo mercenario senza scrupoli, e Robert Patrick in quelli di Shane Langston, il capo della sicurezza di un appaltatore privato della difesa che non la racconta giusta fin dal suo ingresso in scena.

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Caso ad alta tensione

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Reacher: Domenick Lombardozzi e Alan Ritchson in un confronto

Reacher 2 è caratterizzata da scene d'azione ad alta tensione, stunt sempre più folli, morti sempre più sanguinolente, un puzzle narrativo ricco di colpi di scena e personaggi femminili forti da affiancare al protagonista, eterno lupo solitario patriottico eppure oramai anti-governativo - non ha remore a procurarsi armi in modo illegale, forse denunciando tra le righe quanto sia facile ottenerle negli Stati Uniti con i cavilli giusti.

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Alan Ritchson è ancora Jack Reacher in una scena della seconda stagione

Scritta ancora una volta da Nick Santora, già dietro Prison Break - da cui si è portato l'attore Domenick Lombardozzi nei panni del duro detective della polizia di New York Guy Russo - e Scorpion, la serie apre un futuro roseo per il franchise (è già stata rinnovata per una terza stagione) e potrebbe avere lunga vita, complice l'escamotage narrativo del protagonista nomade che in ogni libro - e quindi missione e stagione - conosce personaggi nuovi, che permettono di rinverdire continuamente il cast intorno al fulcro principale e fisso che è Reacher. D'altronde a dimostrare l'efficacia della sceneggiatura, alcune frasi ricorrenti delle nuove puntate rimangono subito impresse, come il motto della squadra "Non si scherza con l'Unità Speciale di Investigazione", oppure "I numeri raccontano una storia" e "I dettagli contano". Una cospirazione che ancora una volta arriverà fino a dove non ci si aspetta con un protagonista che non è né tutto muscoli né tutto cervello ma un letale mix dei due.

Conclusioni

Alla fine della recensione di Reacher 2 siamo felici di ritrovare Alan Ritchson più a proprio agio nei panni del personaggio titolare, mentre intorno gli gravita un folto gruppo di new entry che riescono a creare una squadra affiatata per la quale è quindi facile preoccuparsi, ora che sta succedendo qualcosa di strano e uno di loro muore in circostanze misteriose. Il giusto mix di azione, battute e sentimenti fa il resto puntando molto sull’aspetto action in modo che picchi sempre più duro. Proprio come Jack Reacher.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Alan Ritchson più in parte.
  • La nuova/vecchia squadra funziona.
  • La detective story alla base.
  • Gli stunt sempre più folli.

Cosa non va

  • Rimane un thriller spionistico, se non siete appassionati state alla larga.
  • C’è approfondimento sui personaggi fino ad un certo punto.