Il suo papa Pio IX è quasi un vampiro, una figura mostruosa uscita da un film dell'orrore. Paolo Pierobon torna a lavorare con Marco Bellocchio dopo Esterno Notte e, sempre insieme, sono ancora a Cannes, per presentare Rapito, storia vera di Edgardo Mortara, bambino ebreo di Bologna letteralmente sequestrato dalla Chiesa e portato a Roma per diventare un "guerriero di Cristo" perché battezzato in segreto da una domestica.
Lo incontriamo proprio al festival francese, dove ringrazia il regista: "Da cappellano delle carceri mi ha fatto diventare papa! Da Esterno notte a Rapito. Ha un'energia pazzesca. È un uomo diversamente giovane con i pugni ancora in tasca. Ben stretti".
D'accordo Leonardo Maltese, che interpreta Edgardo Mortara da adulto: "Stiamo parlando di un supereroe. Non riesco a spiegare bene il livello di energia umana, fisica, mentale, psicologica che lui porta. Appena entra in una stanza sposta i mobili. Ha un'aura potentissima. Quando inizia a parlare potrebbe interrogarsi su qualunque cosa e trovare un che di interessante. È molto curioso. Una persona fuori dal normale". Rapito è nelle sale italiane dal 25 maggio.
Rapito: intervista a Paolo Pierobon
Per entrare negli abiti corali di papa Pio IX Pierobon non ha pensato di interpretare un personaggio "cattivo": "Bisogna stare sempre in una zona grigia quando si tratta di scelte manichee. Bisogna vedere anche quali comportamenti sono in buona fede. Il papa credeva veramente di far bene? Credeva di servire la Chiesa cattolica? Con questa operazione credeva di risollevare le sorti di uno Stato Pontificio che ormai stava sgretolandosi".
Secondo l'attore Paolo Pierobon, il film Rapito di Marco Bellocchio è anche molto attuale, nonostante racconti una storia di fine Ottocento: "Apre domande eterne, esistenziali, filosofiche. Bisogna essere assertivi? Non bisogna essere assertivi? Sposare il relativismo? Non sposare il relativismo? La Chiesa, anche con lo stesso Ratzinger, è stata contraria a tutto quello che poteva essere il relativismo. La cosa bella di quest'opera è che ha una struttura aperta. Apre molte domande e non dà risposte. Racconta un fatto realmente accaduto, indubbiamente negativo".
Rapito, recensione: il film di un regista completamente libero
Uno dei temi del film è come l'educazione sia più forte di qualsiasi cosa. Un fatto che ha dato da pensare all'attore: "Tante volte si muore senza uscire da questa cosa. Tante volte ti accorgi che certi gesti sono i gesti tuo padre. A volte ti ritrovi a dire: ma questo lo pensa mia madre, non lo penso io. A una certa età ti chiedi: quando arriva il mio vero pensiero? Quando riuscirò a ritagliare la mia vera dimensione, a prescindere dalla formazione che ho avuto? C'è chi non ci riesce mai, chi sta in questa crisi per tantissimo tempo senza quasi mai uscirne e c'è chi invece risolve e trova un qualcos'altro. Ma, come diceva un filosofo tedesco, tolta una maschera ce n'è un'altra. E tolta quella ce n'è un'altra ancora".
Rapito: intervista a Leonardo Maltese
Leonardo Maltese è Edgardo Mortara da adulto e forse più di tutti i suoi colleghi presenti nel cast di Rapito si è interrogato sui condizionamenti che l'ambiente in cui cresciamo impne a ognuno di noi: "Siamo totalmente influenzati. Siamo totalmente vittime, o certe volte ne guadagniamo anche, del contesto nel quale nasciamo e cresciamo. Chiaramente una persona che riesce a vivere un'infanzia con una bellissima casa, con tantissimi stimoli, potrà poi essere un adulto sereno. Questa è psicologia dell'infanzia veramente spicciola, ma credo che sia normale. Purtroppo è sempre così: chi ha situazioni familiari più complicate, o disagi, appena arriva a essere un giovane adulto avrà dei grossi problemi. In questo caso Edgardo Mortara non è stato dei più fortunati"