Giusto in tempo per Halloween, Netflix ha reso disponibile nella sua library Rapimento alieno a Manhattan, una docuserie in tre episodi dedicata a quello che è passato alla storia come il più incredibile e contestato caso di rapimento alieno della storia recente. Era il 30 novembre del 1989 quando Linda Napolitano, afferma di essere stata prelevata dagli UFO dalla sua camera da letto nell'appartamento in cui viveva a Lower Manhattan. La donna, poco dopo, si è ritrovata a fluttuare fuori dalla finestra. E sarebbero ben 23 i testimoni che confermano la sua dichiarazione. Ma, come ovvio che sia, nulla in questa storia ha un andamento lineare e univoco.
Linda Napolitano e la causa contro Netflix
E, nonostante sia la protagonista assoluta di questa storia, Linda ha fatto causa a Netflix presso la Corte Suprema di New York sostenendo di essere stata diffamata dalla docuserie che "distruggerà la sua reputazione di persona onesta e perbene". Cercando di bloccarne l'uscita streaming, la donna sostiene inoltre che Rapimento alieno a Manhattan rubi il lavoro di Budd Hopkins, autore del libro uscito nel 1997 Witnessed: The True Story of the Brooklyn Bridge Abduction. Non a casi gli eredi del defunto autore si sono uniti nella causa contro lo streamer.
Ma Netflix non è l'unica realtà ad essere finita nel mirino di Napolitano che ha aperto un'azione legale anche nei confronti di Top Hat Productions e gli eredi di Carol Rainey, la defunta ex moglie di Hopkins presente nel documentario e scettica rispetto alla veridicità del rapimento alieno. Secondo la donna il suo scetticismo andrebbe cercato nel risentimento di Rainey per il suo ex marito.
Una vendetta postuma per screditare lui e il suo lavoro oltre Linda Napolitano stessa, che ha accettato di mettersi davanti la macchina da presa e raccontare la sua storia dopo le promesse dello streamer di presentare i fatti in modo chiaro. La doccia fredda arriva lo scorso settembre quando ad una proiezione Linda si rende conto che, secondo il suo punto di vista, le promesse erano state tradite.
Una docuserie troppo simile ad altre
Ma facciamo un passo indietro e concentriamoci su ciò che viene raccontato in Rapimento alieno a Manhattan. Tre puntate che ripercorrono cosa è accaduto in quella notte di novembre di quasi trent'anni fa. Un caso che divenne mediatico - con tanto di ospitata nel salotto di Oprah - e attirò l'attenzione di un noto ricercatore nel campo dell'ufologia, Budd Hopkins.
Una vita dedicata a studiare questo tipo di fenomeni con la sua casa trasformata in un gruppo di supporto per rapiti dagli alieni e la convinzione che l'ipnosi fosse il mezzo giusto per ottenere informazioni su ciò che avveniva a contatto con queste entità extraterrestri. Ma né lui né Linda riuscirono a placare i detrattori e a sottrarsi dall'esposizione al "mondo del ridicolo".
Con interviste e testimonianze dei diretti interessati, ma anche di altre persone che sostengono di essere state rapite dagli alieni, la docuserie non si discosta nella forma e nello stile da prodotti simili che affollano la piattaforma. Non c'è un approccio visivo o narrativo originale o inedito. Al punto che si ha l'impressione di assistere a prodotti realizzati in serie. Un peccato se si pensa a quanto il tema sia di per sé interessante, vista anche l'apertura del governo statunitense di trattare il sempre maggior numero di avvistamenti extraterrestri fin nelle aule del Congresso.
Ma se si vuole passare la serata di Halloween sul divano a domandarsi se la versione di Linda sia vera o una menzogna, Rapimento alieno a Manhattan vi farà compagnia. Assicuratevi solo di aver chiuso le finestre e controllato dietro le tende e nell'armadio. Perché non si sa mai. Linda Napolitano docet.
Conclusioni
Oltre trent'anni fa Linda Napolitano ha affermato di essere stata rapita da tre alieni e prelevata dalla sua stanza da letto nell'appartamento in cui viveva con il marito. Ci sono addirittura 23 testimoni che l'hanno vista fluttuare nell'aria. La docuserie Netflix ripercorre le tappe successive a quella notte intervistando la diretta interessata ma anche chi si dice scettico sulla veridicità dell'accaduto. Un fatto indubbiamente affascinate e inquietante. Ma l'approccio visivo e narrativo non si discosta da quello di altri titoli simili presenti sulla piattaforma.
Perché ci piace
- L'incipit riesce a catturare l'attenzione dello spettatore
Cosa non va
- Già a metà della prima puntata ci si rende conto che la docuserie è troppo simile ad altri titoli
- La mancanza di originalità visiva o narrativa
- Com'è naturale che sia non c'è una risposta univoca a quello che è accaduto nel novembre del 1989