Raised by Wolves 2, la recensione: Il ritorno della grande fantascienza prodotta da Ridley Scott

La recensione di Raised by Wolves 2, la seconda stagione della serie di fantascienza prodotta da Ridley Scott, su Sky e NOW dal 15 aprile.

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Raised by Wolves 2: Amanda Collin in una scena della nuova stagione

Non vedevamo l'ora di scrivere questa recensione di Raised by Wolves 2, perché la prima stagione della serie di fantascienza prodotta di Ridley Scott ci aveva colpiti molto, al netto di qualche piccolo difetto nello sviluppo, ed eravamo curiosi di vedere che evoluzione avrebbe avuto la storia dopo il finale con cui ci aveva lasciati lo scorso anno. Finalmente il momento è arrivato, con l'arrivo dei nuovi episodi su Sky e NOW dal 15 aprile, che permettono anche al pubblico italiano di proseguire questo affascinante viaggio di ricostruzione, esplorazione e conflitto, tra due schieramenti di un'umanità che non può far altro che ripetere i suoi errori, anche una volta lontana dal suo pianeta d'origine.

Dove eravamo rimasti?

Prima di immergerci nelle dinamiche di Raised by Wolves 2, ci sembra doveroso un breve riepilogo di quanto visto nel primo ciclo di episodi apprezzato lo scorso anno: siamo partiti da Madre e Padre, impegnati in un lavoro di ricostruzione dell'umanità, dediti a un nuovo inizio su Kepler22-b, un pianeta all'apparenza disabitato e arido. Nata come letale macchina di morte, Madre è stata riprogrammata per tenere al sicuro la sua generazione, ma il contrasto tra la sua natura robotica e un'altra madre umana, Mary, mette in chiaro un altro intento della serie: il conflitto tra umano e artificiale, parallelo a quello tra religione e ateismo, tra scienza e fede, dei superstiti arrivati su Kepler22-b.

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Raised by Wolves 2: Padre e Madre in una scena della nuova stagione

Il campo di Madre e Padre non è infatti l'unico baluardo della razza umana sul pianeta, un ambiente ostile che ha messo alla prova chi lo abita per tutta la prima stagione e che la serie ha tratteggiato con cura per creare il contesto ideale in cui muovere i suoi personaggi. Fino a quel cliffhanger con cui ci aveva lasciati, con un essere mostruoso e simile a un serpente partorito da Madre, un pozzo apparentemente senza fondo in cui lanciarsi per una missione suicida e l'origine delle visioni di alcuni dei protagonisti tutta da scoprire.

Raised by Wolves, la spiegazione del finale: che cosa è successo e perché ne vogliamo ancora?

Un nuovo inizio

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Raised by Wolves 2: Amanda Collin in un momento della nuova stagione

La stagione 2 di Raised by Wolves riprende proprio dal finale della precedente, con Madre e Padre sopravvissuti e finiti in un'area popolata dalla colonia atea, in cui le decisioni vengono prese da una macchina chiamata Fiducia, che assegna gli incarichi quotidiani a ognuno del Collettivo e decide il destino della comunità mediante un algoritmo. Un cambiamento accolto in modo positivo da Madre e Padre, contenti di aver a che fare con chi si muove spinto dalla ragione piuttosto che dalla cieca fede. Ma l'impatto iniziale è destinato a cambiare quando le decisioni prese riguardano i propri figli e assume sfumature ben più complesse quando si tratta di gestire il destino dell'essere noto come Numero 7, il serpente a cui Madre ha dato la luce e che non ha avuto la forza di uccidere appena nato.

Raised by Wolves intervista ai protagonisti, Madre: "Presto farò urlare Padre!"

Il conflitto polarizzato

Le prime battute di Raised by Wolves 2 ripristinano quindi una situazione simile a quella degli esordi, ma questo non vuol dire ripetere se stessa, perché il nuovo contesto fa sì della comunità atea fa sì che le dinamiche viste in precedenza ne siano influenzate e rimodulate. Si ripropone in ogni caso il conflitto tra opposti in ambiti diversi a cui abbiamo accennato, religiosi contro atei, fede contro ragione, umano contro artificiale, ma è intrigante il modo in cui si tratta con fluidità l'appartenenza a un polo piuttosto che l'altro e in cui gli scontri evolvono e vengono trattati in questa nuova stagione.

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Raised by Wolves 2: Amanda Collin una foto di scena della nuova stagione

Insomma la serie non si adagia sul lavoro già fatto in precedenza, si dimostra da subito a fuoco nel portare avanti la vicenda, al netto di un paio di scelte di montaggio che appaiono meno riuscite, e continua a sviluppare il discorso già impostato, aggiungendo nuovi personaggi, approfondendo la nuova location della zona tropicale e l'inquietante mare acido che la circonda, suggerendo informazioni riguardo la religione mitraica e il pianeta su cui si muovono i protagonisti, in attesa di affrontare i misteri ancora da scoprire e le risposte alle domande già introdotte nella prima stagione.

Il fascino, e la profondità, della fantascienza vecchio stile

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Raised by Wolves: una scena della serie

Discorsi portati avanti con un'attenzione alla fantascienza vecchio stile, non solo per il look e alcune scelte stilistiche a tratti vintage della serie, ma proprio per l'approccio al genere e per il modo in cui ci immerge nel futuro, ma in fin dei conti parla del presente. Raised by Wolves è perfetta in questo, sollevando dilemmi morali, analizzando la natura umana, mostrando le derive di alcuni vizi dei nostri tempi, a partire dall'eccessiva polarizzazione che si verifica in ogni settore e in ogni discussione. Non è forse quello che la grande fantascienza ha sempre fatto e che dovrebbe sempre fare?

Conclusioni

Come evidenziato nella recensione di Raised by Wolves 2, siamo soddisfatti dal modo in cui la nuova stagione riprende e sviluppa quanto introdotto dalla prima, con lo stesso gusto per una fantascienza vecchio stile nell'approccio e nel modo in cui guarda al futuro per parlare del presente. Nuovi personaggi, nuovi ambienti, ma anche nuove domande a cui trovare risposta, che garantiscono di mantenere alto l'interesse del pubblico.

Movieplayer.it
4.0/5

Perché ci piace

  • Il fascino della fantascienza vecchio stile, che si conferma nei nuovi episodi.
  • Il modo in cui la vicenda viene portata avanti nei nuovi episodi, sviluppando in modo coerente il discorso già impostato.
  • Il cast, con Amanda Collin e Abubakar Salim su tutti: perfetti Madre e Padre.

Cosa non va

  • Alcune scelte di montaggio ci sono sembrate meno efficaci, ma non tali da pregiudicare il risultato finale.