Un rombo di motori, ed eccoci nel 1983. Un anno speciale, unico. L'anno d'oro del rally, l'anno della rivoluzione analogica portata avanti da Cesare Fiorio, team manager di Lancia che, con le sue intuizioni, ribaltò ogni paradigma superando l'egemonia tedesca dell'Audi. Questa storia ha dato l'ispirazione a Race for Glory - Audi vs Lancia diretto da Stefano Mordini e scritto insieme a Filippo Bologna e Riccardo Scamarcio. Lo stesso Scamarcio che nel film interpreta proprio Fiorio, in un tracciato umano sospeso tra vittoria e sconfitta. "C'è un aspetto che mi interessa molto: umanità, genialità e passione di un uomo che mette in crisi l'arroganza della tecnologia e del denaro. La metafora di uno stile e di un modo di essere", spiega Riccardo Scamarcio, a proposito di Race for Glory. "E credo possa rinfrescarci le idee, anche come popolo. Poi c'è l'esperienza cinematografica, che spero possa far divertire il pubblico. Nel film c'è semplicità e onestà, che sono aggettivi un po' in disuso".
Nel cast del film troviamo anche Volker Bruch, nei panni del pilota Walter Rohrl, e poi Daniel Bruhl, che interpreta Roland Gumpert, team manager Audi. Tutti protagonisti di un cosmo che ruota attorno alla figura fondamentale di Cesare Fiorio: _"Questo è un film che porta in scena l'assenza di trucchi. Collima l'estetica del film, con ciò che vogliamo raccontare. Poi il mio rapporto con Cesare Fiorio è stato fondamentale: entrambi facciamo l'olio giù in Puglia. Abbiamo un punto in comune. Tra l'altro Cesare è stato il primo ad inserire il concetto di sponsor nel rally, o l'intuizione di affidarsi ad un medico sportivo per i piloti", prosegue Scamarcio, durante il press day che ha anticipato l'uscito del film.
Race for Glory - Audi vs Lancia: intervista a Riccardo Scamarcio, Stefano Mordini, Volker Bruch
Quello che colpisce di Race for Glory - Audi VS Lancia è proprio questo fascino retrò, legato ad un cinema di genere (sportivo, in questo caso) che spinge sulla velocità e le emozioni. Se il rally, secondo la versione cinematografica di Cesare Fiorio si basa sulla testa, sul cuore e sull'ossessione, anche nel cinema vale la stessa regola? Lo spiega Riccardo Scamarcio nella nostra video intervista: "Il rally che raccontiamo è artigianale, in un mondo elettronico, anche nelle autovetture, che ormai è dominante. Il film è un prototipo, quindi l'analogia è perfetta. Ogni film ha la sua storia, ed è artigianale. Poi le risorse economiche aiutano, ma molto spesso un grande regista e tanti interpreti non significano un grande film. Viceversa, alcuni film che ho fatto, anche con risorse limitate, raccontano belle storie, riscontrando successo. Non c'è una ricetta nel cinema e non c'è una ricetta per vincere un campionato di rally. Certo, il cervello, il cuore e la passione sono determinanti".
La musica di Venerus come valore aggiunto
Nel film di Stefano Mordini, un altro elemento portante è il concetto di tempo. Applicabile sia al cinema che nello sport. Nello specifico, applicabile alle corse automobilistiche. "Il tempo è presente sia nel cinema che nelle gare. Il tempo di narrazione, il senso di vissuto, il tempo di preparazione. In questo diventano prototipi, perché poi le gare affrontano il tempo, e il tempo di conservazione rispetto a ciò che fai. È lì il senso di ciò che si fa, nella ricerca di quello che si fa prima di un set o di una gara", spiega proprio Mordini.
Il tempo, che poi è fondamentale anche nella musica. A tal proposito, valore aggiunto di Race for Glory è la colonna sonora curata da Venerus, alla sua prima composizione per il cinema. Come è nata la collaborazione? "È stata una sfida: affidare la colonna sonora ad un compositore che non aveva mai fatto colonne sonore. Avevo sentito un brano, Non vivo più sulla terra, in collaborazione con Rkomi e Mace. Un refrein pazzesco, lui ha una melodia e una composizione romantica che, però, guardano al passato proiettandosi nel futuro. C'è contaminazione, tra funky e soul e musica elettronica. Questa commistione si è rivelata azzeccata", conclude Riccardo Scamarcio.