È su Netflix dal 9 giugno 2023 Questo mondo non mi renderà cattivo (qui la nostra recensione), nuovo lavoro del fumettista e autore Zerocalcare, episodi raccolti in una serie completamente indipendente e non legata alla precedente, Strappare lungo i bordi, che ancora di più si addentra nelle tematiche e nello stile di Michele Rech. Con questa nuova produzione, infatti, si è cercato di alzare ulteriormente l'asticella di una qualità già nella precedente molto alta: la sperimentazione di altre tecniche d'animazione, una storia complessa, una playlist di brani, più o meno pop, a colonna sonora di sei episodi più corposi rispetto al passato. La trama si svolge per lo più nel quartiere di Zerocalcare dove torna un vecchio amico, Cesare, dopo una lunga assenza. Tutto è cambiato: le persone, le abitudini e i punti di riferimento e proprio per questo Zero dovrà fare i conti col fatto di non poterlo veramente aiutare a sentirsi di nuovo a casa.
Negli spazi della Città dell'Altra Economia a Testaccio è stato dato vita ad un evento per la promozione della serie: vere e proprie attrazioni dove schivare i vari ed eventuali accolli, la proiezione dei primi episodi e il concerto di Giancane a concludere una prima giornata di tre dove il pubblico può immergersi nel mondo di Zerocalcare. Tra i vari eventi c'è stata anche la conferenza con la stampa dove, Michele Rech, Giorgio Scorza co-fondatore di Movimenti Production, Michele Foschini di Bao Publishing e Ilaria Castiglioni, manager per le serie originali italiane di Netflix, hanno parlato delle tematiche e della realizzazione di una produzione complessa, quasi un miracolo produttivo che tale effettivamente non è considerando le trecento persone che vi hanno lavorato con impegno e passione, permettendo di raggiungere l'ottimo risultato che Questo mondo non mi renderà cattivo rappresenta.
L'idea e la realizzazione della serie
La prima domanda è stata subito rivolta al creatore della serie, Zerocalcare, che ha prima di tutto detto che questa storia era in cantiere già da un bel po': "Era stata scritta prima di 'Strappare lungo i bordi', soltanto non ero ancora in grado di farla. Risale a quando facevo le prime prove di animazione, con 'Rebibbia Quarantine', quindi come primo esperimento Strappare lungo i bordi era più nella mia comfort zone. A partire da Movimenti, poi, tutte le persone con cui ho lavorato potevano colmare le mie lacune e a un certo punto mi sono sentito abbastanza sicuro per fare questa, per introdurre temi più complessi." Il fumettista sull'origine del titolo ha poi aggiunto : "Il titolo nasce dalla canzone di Path, cantautore di Anguillara. Sono tanti i personaggi che vengono messi alla prova nella serie, vengono messi alla prova anche molto più di me: questa serie racconta chi cade nella tentazione di arrivare sgomitando in mezzo agli altri e chi no."
A parlare della produzione anche Giorgio Scorza: "Eravamo tante persone che hanno collaborato per lo stesso obiettivo, l'animazione è proprio questo ed è quello che ha realizzato anche Michele che all'inizio pensava di dover fare tutto da solo. Una cosa interessante è stata l'aver settato il linguaggio con 'Strappare lungo i bordi', qui infatti abbiamo potuto mantenere il registro linguistico tipico di Michele, concentrandoci sul giocare con l'animazione e la recitazione dei personaggi. Ci sono momenti con monologhi molto densi e drammatici, l'intensità della recitazione dei personaggi attraverso la voce di Michele è stata molto importante. Abbiamo anche giocato con gli stili, abbiamo usato la stop motion, la pixel art, su queste cose ci siamo particolarmente divertiti a livello registico."
Strappare lungo i bordi, Zerocalcare: "La serie? Piacerà a chi è 'impicciato' come me!"
Il significato di Questo mondo non mi renderà cattivo
La discussione con Zerocalcare è poi tornata sul titolo e sul significato intrinseco di Questo mondo non mi renderà cattivo: "Sarebbe estremamente arrogante da parte mia dire che non sono diventato cattivo, negli anni ho fatto scelte, compromessi e scivoloni e penso di aver ferito delle persone. In generale quella che suggerisce la serie è di provare, per quanto possibile, a dare risposte collettive ai problemi, che è una cosa che cerco di fare anche nella vita, non lasciare indietro nessuno. Le risposte collettive servono anche a quelli che ora stanno bene: se tutto il resto del mondo sta male prima o poi ci sarà qualcuno che ti verrà a bussare alla porta."
Una domanda ha inevitabilmente riguardato l'aspetto più politico della serie, in cui una certa frangia estremista viene definita con il termine nazista e dove si parla di accoglienza e immigrazione: "Non ritengo che chiunque abbia dubbi sulle modalità di accoglienza sia nazista. Cerco di fare una grossa distinzione tra persone che vivono sulla loro pelle disagi, come il personaggio di Cesare, persone che credono a delle soluzioni che per me non sono condivisibili, e persone che invece fanno speculazione politica su questo fatto, strumentalizzando gli altri per un proprio tornaconto elettorale." Alla domanda su quale accoglienza, secondo lui, avrà questa serie la risposta è stata: "Non ho nessuna idea dell'accoglienza di questa serie. Per me è una storia molto umana ed emotiva: persone con cui sono cresciuto, amicizie che non sono state all'altezza, altre che sono rimaste."