Donne con le gonne avrebbe detto qualcuno. Storie di donne che amano, si accapigliano, inciampano, cadono e si rialzano, si godono la libertà di andare a letto con il primo che capita o al contrario bacchettano l'amica troppo 'morbida', donne single con figli al seguito, amiche-nemiche che si azzuffano, si confidano, si punzecchiano, corrono su tacchi dodici o si trascinano un'ostentata sicurezza in scarpe da ginnastica. Gli uomini? Fantasmi del passato o toy boy.
Con Qualcosa di nuovo Cristina Comencini firma il suo dodicesimo film, torna a indagare l'universo femminile a lei così caro e si affida al cliché cercando per quanto possibile di romperne gli schemi da dentro e proponendo per la prima volta nella commedia italiana una strana coppia tutta al femminile: Lucia e Maria, rispettivamente Paola Cortellesi (che qui è co sceneggiatrice insieme a Giulia Calenda) e Micaela Ramazzotti, amiche da una vita, single per scelta.
Amiche diverse
Si conoscono praticamente da sempre, sono l'una agli antipodi dell'altra e con il genere maschile ognuna ha sigillato il proprio patto: "rigida, spadona e gufa" Lucia è una cantante jazz e con gli uomini ha chiuso, ha costruito una solida muraglia, puntellata con cura tanto da aver imparato a indossare alla perfezione la maschera della bigotta bacchettona nelle continue ramanzine riservata alla sodale Maria, madre di due bambini, che degli uomini invece non riesce proprio a fare a meno, perché se un uomo le piace ci va a letto, perché preferisce "il linguaggio del corpo più sicuro e diretto".
E allora capita che una sera si ritrovi ubriaca a fare l'amore con quello che le sembrerà l'Uomo giusto: giovane, spiritoso, gentile, appassionato e con delle belle mani. Salvo scoprire il mattino dopo che l' Uomo perfetto è un ragazzino di appena 20 anni, Luca (Eduardo Valdarnini), enormi cuffie a isolarlo dal mondo, una passione per la musica elettronica da ascoltare nelle 'silent disco', gli esami di maturità alle porte, e un universo femminile incarnato da una madre maniaca dell'ordine e dalla sua giovane storia con Anna, che lo ha lasciato per uno più maturo, perché si sa: "Le donne passano la prima parte della loro vita a fare progetti e la seconda a smontarli".
Proprio l'incontro tra Luca e Lucia, che gli farà credere di essere Maria, innescherà una commedia degli equivoci, con conseguente scambio di ruoli e un caleidoscopio di siparietti, gag, bugie in cui un toy boy sui generis offrirà alle due donne la possibilità di guardarsi allo specchio e di prendersi una vacanza da se stesse.
La girandola degli equivoci
Il film è l'adattamento di una piece teatrale scritta e diretta dalla stessa Comencini, un atto unico, La scena, interpretato da Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti e diventato lo spettacolo più visto del 2014; operazione a cui la regista de La bestia nel cuore non è nuova, e che era già stata tentata nel 2009 con il testo teatrale di Due partite, diretto per l'occasione con successo da Enzo Monteleone.
Il passaggio dai tempi comici del palcoscenico a quelli più serrati del grande schermo nel complesso funziona, con battute sagaci che si affidano al grande filone della screwball comedy e atmosfere, che per stessa ammissione della regista, arrivano da film come Harold e Maude e "da tutta la tradizione inglese di cinema più pazzo di quello di oggi". Matto come i suoi protagonisti imperfetti e irrisolti, ciascuno alla ricerca di una identità sessuale o sentimentale, lanciati in un universo dove, nonostante i vari stratagemmi per evitarlo, il rischio di scivolare nello stereotipo femminile già visto e imposto da una società troppo spesso raccontata da uomini, è sempre in agguato.
Il controcanto è un genere maschile evocato dai nomi degli uomini che di sfuggita fanno capolino nei racconti delle due protagoniste e il cui unico rappresentante in scena è un ventenne pieno di rabbia e alle prese con i propri turbamenti sentimentali ed esistenziali. Tranne quando diventerà deus ex machina capace di ordire vendette e sbattere in faccia alle due amiche fragilità e incongruenze, sbilanciando il racconto verso l' estremo opposto quasi a sottolineare la necessità del genere femminile di definirsi sempre a partire dall'universo maschile.
Su tutto domina però un generale senso di equilibrio accompagnato dalla grazia delle interpretazioni a partire dall'inedita coppia comica Cortellesi-Ramazzotti che, a discapito di qualche momento di stagnazione della narrazione, riesce a dettare tempi e ritmi: la prima, questa volta forse troppo contenuta, dando sfoggio delle sue doti canore sulle note di una malinconica 'Donna di nessuno' di Fred Buscaglione, la seconda con la sua inconfondibile e amabile evanescenza.
Il giovanissimo Valdandrini paga inevitabilmente lo scotto dell'inesperienza, ma dimostra nel corso del film un'evoluzione che gli permetterà di amalgamarsi lentamente con le due interpreti principali fino a rivelare una propria personalissima cifra. Il peggior difetto del film resta quello però di rimanere prigioniero di quei luoghi comuni che nelle intenzioni avrebbe voluto fuggire.
Movieplayer.it
2.5/5